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Le amare riflessioni di un lavoratore (privato)

Le mille difficoltà del moderno lavoratore privato.

In bilico sul burrone, guardo lo strapiombo con angoscia. Con le dita del piede sinistro mi uncino al precipizio per non cadere nell’oblio mentre col destro tento di inchiodarmi alla terraferma. Le braccia aperte per trovare l’equilibrio come l’acrobata al circo sospeso lungo la corda senza rete di protezione. E’ la condizione di perenne instabilità del moderno lavoratore privato.

Di fatto, le riforme del lavoro – invece di generare nuova occupazione – hanno partorito un «mostro»: dal neoassunto al prossimo pensionato, ognuno vive il suo personale precariato. Se lavori in una industria di grandi dimensioni oppure in una società con meno di quindici dipendenti, è un dettaglio trascurabile: spin-off, spezzatino, trasferimenti, delocalizzazione e cessione del ramo di azienda sono subdole operazioni all’ordine del giorno (per la pace di chi ci ha preceduto e lottato per ottenere dei diritti degni di questo nome).

Il dipendente privato ha una sola certezza: non ha più la certezza del domani.

Difatti, oggi nessun lavoratore privato ha la sicurezza di conservare la sua occupazione: indipendentemente dall’operato, dalla meritocrazia e dai profitti dell’azienda, la sua sorte è incerta ed è impossibile capire a quale destino andrà incontro nei prossimi anni. Anzi, parlare di «anni» è già un azzardo, meglio concentrarsi sull’imminente e ragionare giorno per giorno. L’unica certezza, a dispetto delle Leggi presenti e future, delle e-mail degli Amministratori Delegati e delle fatue promesse della politica (l’etica professionale a nessuno interessa), è la progressiva cancellazione del diritto ad una Vita serena.

Il lavoratore privato è un eroe moderno, non ha alternative, può solo percorrere la corda ed – istante dopo istante - guadagnare metri per giungere dall’altra parte del burrone, superare ogni difficoltà fino a poggiare i piedi stanchi sul terreno per il meritato riposo. Il percorso può durare oltre trentacinque anni, consci che la pensione è una chimera alla quale nessuno crede più.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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