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Lancini, sindaco di Adro: una storia di ordinario leghismo

Oscar Lancini, sindaco leghista di Adro in provincia di Brescia, passato al disonore delle cronache per avere nel settembre del 2010 tappezzato una scuola pubblica del suo paese con simboli padani (oltre 700) e per aver vietato la mensa scolastica a bambini di genitori in arretrato con il pagamento perché poveri, in gran parte immigrati, ha sentito il bisogno di prodursi in un nuovo exploit nel genere che meglio riesce agli amministratori locali leghisti: il razzismo mascherato dal presunto rispetto delle leggi e dal perbenismo.

In quell'occasione, un imprenditore di Adro, anche lui di cognome Lancini ma di nome Silvano, pagò di tasca sua tutto l'arretrato dei genitori, in tutto circa 10.000 euro, dando così una lezione di civiltà e solidarietà al Lancini Oscar, alla sua giunta e a tutto il razzistume incistato nel territorio circostante.

Anche se c'è da dubitare che la lezione sia stata capita anche solo in parte. Per quanto riguarda la simbologia padana il sindaco proclamò con la fierezza e lo sprezzo del pericolo tipici del guerriero celtico: "Rimuovo i simboli solo se me lo chiede Bossi".

Ma dopo che lo stesso Bossi disse: "Forse ne ha messi troppi" e soprattutto dopo che a norma di legge gli fu intimato di fare pulizia, buono buono si arrese e i simboli furono rimossi.

Ora, dopo un silenzio di poco più di un anno, Oscar il leghista ci rifà.

Napolitano nomina l'imprenditore Cavaliere della Repubblica proprio in relazione alla questione della mensa scolastica. Tanto basta per scatenare la reazione livida e rabbiosa del sindaco che, udite udite, scrive a Napolitano che quella nomina "ha pesantemente offeso l'intera comunità, le nostre famiglie, l'autorità civile e l'istituzione religiosa".

Perché? Non si capisce, ma forse è inutile pretendere una spiegazione razionale.

Il leghista poi aggiunge nella sua lettera: "Egregio presidente, ma come si permette? [il suo ] è stato un gesto sconsiderato [...] Venga ad Adro e chieda scusa alla mia gente. E' un suo dovere morale".

Parole di comicità involontaria inarrivabile e forse non varrebbe la pena di occuparsi di tutta questa faccenda, non fosse per il fatto che questo sindaco è stato eletto con il 61% dei voti. Sì, avete letto bene: il 61%. "Meditate gente, meditate", avrebbe detto il buon Renzo Arbore.

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