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La via ferroviaria della seta

Orazio Licandro sul Fatto Quotidiano di lunedì 11/3/2019 parla della via della seta stabilita già dai tempi di Giulio Cesare. La nota storica mi rimanda a una via della seta ferroviaria che la Cina implementa già da tempo per le sue esportazioni e che naturalmente funziona per le sue importazioni. 

Pare sia previsto che entro il 2040 la maggior parte dei traffici commerciali tra il lontano oriente e l'Europa viaggerà su binari, i trasporti via mare costano troppo. Dalla Cina e Corea del Sud partono questi tronconi di ferrovia su quattro corridoi della “seta”: il maggiore passa per Mosca, Minsk, Varsavia, Amburgo, Duisburg (RFT, lo snodo più importante) e scende poi per Parigi, giù fino a Madrid. Ignora completamente l'Italia. Non è che la Tav o più propriamente Tac-Trasporto Alta Capacità sarebbe funzionale a far partecipare l'Italia a questi scambi commerciali?

Preciso che non sono mai stato favorevole alle nuove grandi opere, lo sono invece alla ristrutturazione di quanto già esiste e al realizzo di minori opere vitali e necessarie per il nostro Paese. Il deserto ferroviario per il trasporto merci, però, mi fa pensare all'autostrada del Sole che negli anni 60 era desertica, vedeva solo poche utilitarie mentre ora è pienissima di trasporti-merce su gomma che infestano e inquinano tutta Italia, con costi conseguenti, anche in termini di incidenti. Stiamo sbagliando qualcosa?

 

 

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