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 Home page > Tribuna Libera > La strage di Parigi: cerchiamo di capire di che si tratta

La strage di Parigi: cerchiamo di capire di che si tratta

Parigi: 12 morti fra cui alcuni agenti ed il gruppo dei quattro vignettisti di “Charlie Hebdo” a causa di un attentato di jihadisti islamici. Fra i caduti, ricordo personalmente Wolinski, di cui mi divertivano le vignette quando mi capitavano fra le mani copie di “Action”, di “Hara Kiri Hebdo” o di “Charlie Hebdo” già dagli anni settanta; perché Wolinski era un uomo di sinistra, molto vicino al movimento del sessantotto, non era certo un sostenitore del Fn di Marine Le Pen. E già questo fa capire come, per l’ala armata del fondamentalismo islamico, non fa alcuna differenza trovarsi davanti un lepenista o un comunista, uno della Lega Nord o di Rifondazione Comunista. Per loro siamo tutti nemici allo stesso modo, è bene prenderne atto e regolarsi di conseguenza.

Ovviamente non c’è dubbio sulla matrice dell’attentato, se parliamo della sua esecuzione: si tratta di uomini che appartengono all’ala armata di qualche formazione dell’islamismo radicale. Questo non deve indurre a nessuna campagna islamofoba (che, purtroppo, temo prenderà piede in Francia già dai prossimi giorni, per la gioia di Marine Le Pen): bisogna saper distinguere molto bene fra islamici, fondamentalisti e terroristi. Non tutti gli islamici sono fondamentalisti ed, anzi, la netta maggioranza sono degnissime persone, aliene da ogni fanatismo. Così come non ogni fondamentalista è un terrorista pronto a uccidere. Ciascuna di queste fasce merita un trattamento a sé stante: gli islamici non fondamentalisti, vanno protetti e difesi dalle campagne islamofobe, vanno accolti ed integrati, in modo da integrarli nella comunità nazionale ed isolare i fanatici.

Verso i fondamentalisti, al contrario, occorre avere la massima durezza ed, alla prima occasione, buttarli fuori senza nessuna esitazione. Di fanatici, fascisti, maniaci religiosi, esaltati ne abbiamo già abbastanza in casa nostra, senza bisogno di andarne ad importare.

Quanto ai terroristi, non c’è bisogno di dire cosa fare: quindi, salvo il rispetto delle convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra (quindi niente pena di morte e niente tortura), per il resto pugno di ferro esattamente contro i nemici in guerra.

Ma, direte voi, uno non ha scritto in fronte se è un islamico tranquillo, se è un fondamentalista o se è un terrorista. Osservazione giusta che, però, vale solo per i terroristi, che tendono, ovviamente, a camuffarsi e sono materia di osservazione dei servizi di sicurezza ed organi di polizia. Vice versa state tranquilli che i fondamentalisti, proprio in ragione del loro fanatismo, tendono a venir fuori da soli: difficilmente un fondamentalista mancherà di manifestare la sua intolleranza religiosa. Forse sarebbe opportuno sottoporre a chi vuol entrare in un paese europeo, una dichiarazione giurata (insisto: giurata) di osservanza della Costituzione del paese in cui entra e di accettazione dei valori di libertà, di tolleranza religiosa, di laicità dello Stato, di eguaglianza fra i sessi, in mancanza della quale, il soggetto è respinto alla frontiera.

E se l’interessato mentisse? Tranquilli: un vero fondamentalista non presta giuramento (che significa chiamare Dio a testimone della verità delle sue affermazioni) se deve accettare di osservare il rispetto delle altre fedi, della laicità dello Stato, la parità fra i sessi ecc. Questo, ad esempio, significa accettare vignette come quelle che sono costate la vita ai vignettisti di Chalie Hebdo, non sollevare problemi sui crocefissi nelle scuole e negli ospedali, sui presepi nelle scuole ecc (capito, imbecilli di Presidi, che avete accettato di smantellare il presepe, per accettare le rimostranze dei genitori dei ragazzi islamici?), non rompere le vetrine delle librerie che espongono libri come “Versetti satanici” ecc. Tutti comportamenti da sanzionare con l’ammonizione e, se ripetuti, con l’espulsione.

I fondamentalisti si eliminano da soli come problema. Ed avremo già fatto un passo avanti, privando il pesce terrorista dell’’acqua in cui nuota. Poi i terroristi sarà più facile circoscriverli ed individuarli applicando i comportamenti conseguenti.

Sarebbe necessario un immediato vertice europeo (magari lo convochi immediatamente Renzi visto che, per qualche giorno ancora, è responsabile della Commissione, avrà finalmente fatto una cosa che faccia ricordare il suo semestre) per valutare la risposta da dare unitariamente.

E sarebbe utile che un giorno della prossima settimana da concordare, tutti i giornali europei uscissero con un’ intera pagina con le vignette su Maometto tratte da “Charlie Hebdo”. I fondamentalisti devono capire che è l’intera società europea, di destra o di sinistra, laica o religiosa, del Nord o del Sud a fare sue quelle vignette e battersi in difesa della libertà di espressione. Chi volesse sfidare questa manifestazione di volontà politica, deve sapere che troverà contro l’intera Europa sul piano culturale, politico, di polizia e, se necessario, militare.

A proposito… cosa stiamo aspettando a proposito del Califfato? Vogliamo sbrigarci?

Detto questo, poi c’è da capire se c’è qualche manina non islamica dietro gli attentatori. Beninteso, non ho nessun elemento per escludere che quello che è accaduto sia realmente quello che sembra: una azione di terrorismo di gruppi islamisti radicali, punto e basta. Ma siccome a trarre giovamento da questa strage saranno in diversi (ad esempio il Fn che si appresta a fare vendemmia di voti, di conseguenza anche Putin che proprio sul Fn sta puntando per condizionare l’Europa sulla questione delle sanzioni, in una certa misura anche Israele che rinsalda i vincoli con l’Europa ogni volta che c’è un episodio di questo genere, chiunque voglia destabilizzare la Francia in particolare e l’Europa in generale…) vale la pensa di dare un’occhiata anche ad altre piste. In fondo, quando accadde l’eccidio di Tolosa, poi venne fuori che il cecchino, Mohammed Merah, era stato a lungo collaboratore dei servizi segreti francesi in operazioni di infiltrazione del mondo jiadista e che, ad un certo momento, era inspiegabilmente sfuggito di controllo e, sempre inspiegabilmente, aveva fatto quella strage.

Peccato che non abbia potuto spiegare cosa gli fosse passato per la testa, perché crivellato di colpi al momento della cattura. E così non se ne è saputo più nulla.

Questi di “Charlie Hebdo” vediamo di catturarli vivi, non tanto perché non meritino una raffica di mitra, che anzi ne meriterebbero due a testa, quanto perché vorremmo sapere se hanno qualcosa da dire.

Per il resto è guerra e nulla può far peggio delle ondate di isterismo anti islamico o di quelle opposte di pacifismo cretino.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.249) 8 gennaio 2015 19:33

    Problema Europeo >

    E’ facile sguinzagliare dei fanatici (specie se religiosi) pronti a colpire e perfino immolarsi per sentirsi alfieri/protagonisti di una missione "epocale".

    MOLTO più difficile far crescere quell’identità europea che significa "appartenenza" a un comune destino e "condivisione" di comuni valori storici e culturali ( radici ).

    Siamo ancora ben lungi dal tracciare la rotta per un progressivo intreccio di scelte politiche, economiche e sociali. Dal farci percepire come una realtà "coesa".

    Questa è la sostanziale differenza tra la reazione USA all’11 settembre e la "incapacità" europea di fare scudo alle insidie esterne.

    Rischiamo che tutto si risolva con manifestazioni di protesta locale che non intaccano la pervicace autonomia di inossidabili scelte di tipo nazionalistico.

    Nel paese del Barbiere e il Lupo non difettano soluzioni davvero singolari ... 

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