• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La sinistra antagonista alla ricerca di unità e c’è chi propone un "Frente (...)

La sinistra antagonista alla ricerca di unità e c’è chi propone un "Frente Amplio" tipo Uruguay

Mentre il popolo di sinistra democratica si appassiona al duello tra i candidati alla segreteria del PD, rischiano l’anonimato i tentativi di rilancio dell’iniziativa politica della sinistra antagonista.

Per memoria collettiva richiamiamo i dati delle ultime tre consultazioni politiche 2006 e 2008 ed europee 2009. Alle politiche 2006 l’insieme delle forze a sinistra del listone dell’Ulivo conseguì il 10,2% dei voti che crollarono al 3,1% alle politiche 2008 per tornare a Pdrf e Pdci coalizzati al 3,4% e Sinistra e Libertà al 3,1%. Alle ultime due consultazioni la Sinistra non ha dunque eletto rappresentanti sia al Parlamento nazionale sia al Parlamento europeo [I dati delle politiche si riferiscono ai risultati alla Camera dei Deputati, ndr ].

Dopo il risultato dello scorso giugno è iniziata una riflessione creativa nella sinistra tutta, a partire da ampi squarci del PD dove, guidati da D’Alema, tutti i delusi dalla linea maggioritaria di Veltroni hanno cominciato a invocare una nuova intesa elettorale tra tutte le forze di sinistra per sconfiggere il centro-destra. Lo stesso Bertinotti, seppure nelle vesti di vecchio saggio al di fuori della tenzone fra Ferrero e Vendola per la segreteria del Pdrf, si è fatto promotore di un’ampia intesa fra le forze di sinistra dal PD al Pcl. Ma considerando che solo una segreteria Bersani potrà lavorare ad un’ipotesi di un nuovo accordo di programma per battere Berlusconi, vale la pena di analizzare quello che si muove a sinistra del Nazzareno.


In una recente intervista il Segretario di Rifondazione Comunista definiva il progetto di creazione di una sinistra antagonista come il tentativo di saldare i partiti che rifiutano il bipolarismo ed il bipartitismo al mondo dei movimenti, dell’associazionismo e dei sindacati. Per realizzare quest’impresa Ferrero evocava una federazione di soggetti che senza rinunciare "a quello che sono e rappresentano" si battano per l’affermazione di principi comuni in una federazione di ispirazione latinoamericana.

Al di là dell’ermetismo della forma, Ferrero descrive il compito di questa federazione come un contenitore in grado di valorizzare il 95% delle cose che uniscono e di evitare un confronto sul 5% delle cose che dividono (letterale). A titolo di esempio il Segretario rifondativo cita l’esempio del Frente Amplio che governa l’Uruguay con una struttura che assembla decine di organizzazioni diverse per natura ed attività che si è data come regola l’unanimità su tutte le decisioni del Governo. La tenuta del paragone sembra dubbia. Le differenze storiche ed economiche tra il continente sudamericano e l’Europa (e ancora di più l’Italia) sono enormi e la stessa storia del movimento contadino di quella parte del mondo è troppo lontana dalla storia del nostro movimento operaio per essere paragonabile. L’impressione è che, come al solito, si discuta di grandi architetture strategiche tanto pretenziose quanto incomprensibili per il cittadino-elettore.

Ad una specifica domanda sul coinvolgimento di Sinistra e Libertà nel nuovo soggetto politico, Ferrero rivendica una condivisione ideale con gli elettori di quel partito il cui gruppo dirigente è accusato di strizzare l’occhio al centro per ragioni elettorali. Infine al PD Ferrero rimprovera la responsabilità di aver consegnato il Governo a Berlusconi grazie ad un’azione politica dissennata in favore del bipolarismo che consente a Berlusconi di governare il Paese con il 35% dei voti come se avesse il 60%. Naturalmente Ferrero si è astenuto da considerazioni sulla storia delle scissioni a sinistra che hanno generato la situazione attuale di frammentazione suicida. Così come appare debole la tesi che la responsabilità del tracollo della sinistra antagonista sia addebitabile solo al PD assolvendo da qualunque responsabilità i dirigenti presenti e passati che ancora oggi non rifiutano la logica dei veti incrociati rendendo impossibile ai più la comprensione di quali siano i reali punti inconciliabili che impediscono la creazione di un unico partito a sinistra del PD.

Con queste premesse quasi mille persone si sono riunite a Roma sotto lo slogan "Per un nuovo inizio" nell’assemblea di fondazione della Federazione rossa. Erano presenti tutti i leader della sinistra antagonista da Cesare Salvi dei socialisti ex DS a Marco Ferrando di Pcl a Vincenzo Vita della sinistra del PD. Nonostante i richiami alla realtà di alcuni sindacalisti della Cgil che hanno sottolineato la necessità di affrontare la crisi più che ragionare di contenitori che devono essere ancora verificati, sono state necessarie sette ore di discussione e di analisi per riaffermare che la crisi in autunno falcidierà gli occupati e che la democrazia in Italia è in pericolo sotto la scure delle leggi antidemocratiche del governo Berlusconi. Dandosi appuntamento per un nuovo incontro nazionale in Ottobre, l’Assemblea non ha chiarito il perché si debba rimanere divisi se sono solo il 5% delle "cose" a dividere i soggetti in discussione e ha rimandato un’ipotesi di alleanze per le liste in competizione alle prossime regionali. Un cantiere che al momento non ha gettato nemmeno le fondamenta della nuova casa della sinistra. In compenso Diliberto ha ribadito la sua convinzione marxista e la necessità di riunire tutti coloro che si definiscono comunisti. Arrivederci ad ottobre sulle note di Bandiera Rossa.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares