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La scuola è un luogo di confronto o di censura? Il caso della professoressa Dell’Aria

Non basta la riabilitazione della professoressa. Il punto non è l’attività di vigilanza di una docente, la sufficienza o insufficienza di una ricerca, i torti o le ragioni dell’accostamento leggi razziali/decreto sicurezza.

Il punto è la concezione della scuola: luogo di libero confronto o di censura? Il punto è l'autonomia didattica, la libertà di insegnamento. Certo preoccupa una classe dirigente che sanziona una ricerca di studenti, ma non censura la pubblicazione di articoli e libelli neofascisti, che infanga, “senza colpo ferire”, prestigio, l'onore, l'autorevolezza di una docente con un'accusa infamante poi smentita.

La prof non ha obbligato i suoi alunni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti, lo hanno testimoniato gli alunni, i genitori, i docenti. Ma questo non conta, in fondo è solo una sospensione.

Ma sono questi piccoli episodi, che hanno fatto il fascismo ieri e fanno il fascismo di oggi.

Qualche bravo zelante giornalista ci ricorda la specificità delle leggi razziali,il pericolo di relativizzare “il male assoluto” con accostamenti impropri.

Relativizzare “il male assoluto”?

Il rischio c’è, ma esso non deriva da una ricerca di studio, anche se superficiale, di quattro ragazzi, ma dal processo di normalizzazione del fascio razzismo, che considera il ventennio una esperienza definitivamente chiusa e non vede nel decreto sicurezza, nella sospensione della professoressa Dell’Aria, il pericolo della sua perenne attualità, come ci ammoniva Primo Levi.

E d'altra parte, se è vero che le leggi razziali hanno una loro specificità, questa non preclude ogni accostamento, specie se ci sono elementi comuni,tra i due provvedimenti, ed analogie dei contesti in cui sono maturati. C'è forse differenza tra clima di odio verso gli ebrei e quello verso i migranti?

C'è forse differenza tra la violenza dei campi di concentramento e quella dei lager libici? C'è forse differenza tra la multa di oggi per chi salva un naufrago e la multa di ieri per chi aiutava un ebreo? E se differenza c’è, è proprio questa diversità e contrapposizione che reclama il confronto e non la censura.

Il decreto sicurezza, come le leggi razziali è una norma manifesto che lede i diritti fondamentali della persona, sovverte la gerarchia di valori tutelati dalla Costituzione, è incompatibile con la normativa generale e con i principi internazionali.

 

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