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La salute pubblica per come la vediamo oggi

È indubbio che negli ultimi 300 anni ci sia stato un miglioramento della salute pubblica generale. L’allungamento della vita ne è una prova importante, empiricamente rilevabile.

 Nel valore quantitativo rappresentato dall’allungamento della vita, tuttavia, non ci sono informazioni circa le modalità di questo miglioramento e nemmeno una sua verifica esatta. Dal punto di vista storico possiamo associare l’inizio del benessere con lo sviluppo dell’industrializzazione. L’industria ha, infatti, spezzato gran parte dei legami che tenevano gli uomini assoggettati all’ignoranza sui temi e i concetti di salute e sanità.

Prima dell’industrializzazione, la società più o meno oscurantista trascurava la persona e l’organizzazione urbana stessa era priva di servizi sanitari. Le classi sociali più povere erano lasciate in balìa di sé stesse nella sporcizia e nell’incuria. La povertà era evidente e contrastava nettamente con gli ambienti benestanti, nei quali – comunque – la pulizia era più esteriore e rafforzativa di una posizione sociale che non funzionale. La rivoluzione industriale ha cambiato solo parzialmente questa situazione, riaffermando la contrapposizione tra ricco e povero.

La vera questione, comunque, non è quella tecnologica, ma concerne il senso morale della salute che è andato evolvendosi. Bisogna perciò separare l’organizzazione sociale dal senso di responsabilità civile che è il vero motore di motivazione di “salute”. Quindi, l’accento deve porsi non sul tasso di sporcizia di una società, ma sul suo livello di istruzione. Al giorno d’oggi e in tempi precedenti la pandemia di Corona virus, le malattie che continuano ad affliggere l’umanità sono nettamente diminuite sia in numero che in grado rispetto a quelle di 100 o 150 anni fa. Diverse malattie sono scomparse. Abbiamo ancora a che fare con dei mali fatali come il cancro, ma siamo ben lontani da una situazione sanitaria in cui si moriva anche di febbre. Il miglioramento delle condizioni di vita, sono dipese dalla capacità umana che ha creato mezzi e condizioni per vivere in un habitat sano dal punto di vista infettivo. I due fattori basilari che hanno permesso un miglioramento della situazione sociale nel mondo sono stati lo sviluppo scientifico e le conquiste della medicina da una parte e l’evoluzione civile e il miglioramento delle condizioni economiche dall’altro. Gli antibiotici e la penicillina sono stati i risultati di ricerche a volte durate molti anni. In questo senso l’evoluzione della medicina si è portata dietro quella dell’intera società. Le attrezzature mediche, grazie allo sviluppo tecnico, sono sempre più affidabili e ispiratrici di fiducia.

È chiaro, quindi, che questo miglioramento generale sanitario sia fondamentalmente parte di un’evoluzione civile che si traduce in una coscienza più matura della propria sopravvivenza. Il cittadino, oggi, grazie alle migliori condizioni economiche, è il responsabile diretto del proprio ambiente che dovrebbe curare e tenere pulito, proprio in virtù di questo sviluppo della coscienza sanitaria, fino a ricomprendere quella più ampia che si riferisce all’ambiente. Quindi, potremmo anche dire che la maturità sociale e civile, oggi, si deve innervare di cura e pulizia per il proprio corpo che non è solo una necessità, ma una precisa responsabilità in una società varia ed articolata che l’omissione di quegli atti responsabili minaccia, arrecando un danno al benessere e alla libertà di tutti.

Sanità e salute, tuttavia, sono anche praticare uno sport, coltivare il culto del muoversi ed allontanare lo spettro della sedentarietà. I ritmi lavorativi particolari del nostro tempo richiedono un senso della salute che va oltre il curare sé stessi, fino all’autoregolazione dei propri ritmi, in parte resi lenti da lunghi periodi di inattività prodotti dal benessere.

Foto di rottonara da Pixabay 

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