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La riforma amministrativa nel Regno di Napoli nel decennio francese

Un quarto di secolo per raccontare e ricordare fatti e personaggi che si sono incontrati tra storia locale e grandi eventi è l'arco di tempo nel quale il Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” hanno analizzato, attraverso apposite giornate di studio il periodo storico del decennio francese che rappresentò in Italia, dopo l’esperienza delle Repubbliche giacobine, un’azione riformatrice della allora emergente classe dirigente, formatasi alla scuola dell’Illuminismo. 

Da queste cifre il nuovo incontro, organizzato dalle due co-associazioni sul tema “La riforma amministrativa degli enti pubblici nel Mezzogiorno durante il decennio francese ed il rapporto tra Stato e Chiesa” è stato oggetto di analisi. I lavori sono stati aperti dai saluti di Don Giorgio Costantino, parroco della Chiesa di San Giorgio al Corso, che ha evidenziato che Reggio Calabria ha una storia nobilissima, quindi importante e merita di essere ricordata. «Il subentrare dell’amministrazione dei napoleonidi nel Mezzogiorno –evidenzia nel suo intervento Gianni Aiello (presidente delle due co-associazioni) - fa emergere l’inadeguatezza del sistema amministrativo borbonico e ciò diede adito durante il decennio francese ad una serie di decreti».

Nel Regno di Napoli tali disposizioni legislative determinarono l’istituzione delle amministrazioni provinciali con i consigli generali della provincia, la creazione dei distretti con i relativi consigli distrettuali, dei circondari, dei cantoni, dei comuni. L'Amministrazione comunale fu modificata con la creazione del Decurionato che sostituiva i Parlamenti delle Università. Il territorio amministrativamente fu organizzato con la creazione delle Provincie, dei Distretti, dei Capoluoghi, attribuendo agli enti locali competenze specifiche, vi fu un’opera di riprogettazione del territorio, con una nuova organizzazione dei centri di potere. Altro dato di non poca importanza è che „gli uffici del Sindaco, dei Decurioni e degli Eletti erano del tutto gratuiti, escluse le cariche del Sindaco e degli Eletti della città di Napoli, ai quali spettava un’indennità di rappresentanza”, ma anche che gli stessi „erano responsabili di qualunque danno che il Comune potesse subire per loro colpa e potevano anche essere multati o ammoniti”.

La parola è passata a Matteo Gatto Goldstein, studioso di tematiche locali, che nel corso del suo intervento ha analizzato lo stato dell'università di “Mesorrofa” (come da trascrizione) a partire dal 1808. Si tratta di una serie di delibere con diversi ordini del giorno e nel corpo delle stesse si riscontra la firma con il segno di croce da parte dei decurioni. Nel periodo storico in argomento rivestiva la carica di Primo cittadino il Sig. Domenico Borruto e regnante Gioacchino Napoleone, Re delle Due Sicilie. Nello stesso documento viene precisato che la provincia è Calabria Ultra, il distretto di Reggio, il circondario di S.Agata, università di Mosorrofa. Dai dati esaminati dal relatore Matteo Gatto Goldstein sembrerebbe che tale carteggio sia sopravvissuto ad una più ampia documentazione, in quanto dagli interessanti elementi si evince che tali atti sono collegati ad altri come ad esempio la discussione datata 13 gennaio 1812, si parla di contabilità comunale i cui libri sono “ riportati in due libri istanza di contabilità comunale, legati in un unico volume con titolo “Conto del sindaco dell'anno 1811”.

Ha concluso i lavori Natale Bova (segretario del sodalizio organizzatore) che ha trattato i “rapporti tra Stato e Chiesa” quali la ricostruzione di forme di assistenza religiosa ai poveri e ai malati attraverso istituti religiosi già presenti nel Regno, come quello delle Signore della Visitazione, garantendone la sopravvivenza con il decreti del 27 febbraio 1811.

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