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La ragnatela del Web

Il fenomeno non è nuovo, l'intensita' del dilagarsi tra le new entry di adolescenti è sempre maggiore, il fenomeno della dipendenza adolescenziale internet, una dipendenza a tutti gli effetti classificata tale dalla psichiatria internazionale.

Secondo recenti sondaggi Eurispes ed altri la percentuale che fino ad alcuni anni fa era del 45 per cento circa di ragazzi tra i dodici ed i venti anni dipendenti dai social è aumentata nel corso degli anni con una progressione ed un trend in continuo aumento.

La dipendenza adolescenziale internet è da tempo una patologia trattata in molti ambulatori della nostra penisola e non solo, una dipendenza che preoccupa non poco tantissimi genitori che spesso hanno allentato quelle dovute maglie di controllo negli anni sui propri figli.

I giovani web dipendenti presentano spesso patologie psichiatriche come ansia, disturbi alimentari, carenze comunicative, disadattamento scolastico ed altro, la ricerca disperata di un contatto, un interazione con altri internauti è quel motore psicologico che spinge a stare per ore ed ore in rete. Spesso la notte ed il giorno non vengono piu' percepite a livello reale, spesso tutte le attivita' si bloccano, finanche il ritardo dei bisogni fisiologici.

Il parlare astrattamente in rete annulla le emozioni, annulla il linguaggio espressivo verbale annulla di fatto i contatti, il contatto diviene virtuale, ma, un contatto virtuale non può' definirsi contatto, il contatto, comprende quella forma di comunicazione fatta di gesti, di espressioni, di sguardi che si muovono, le emozioni non possono rivelare ne essere rivelate, al massimo qualche simbolo virtuale.

Queste sono le nuove emozioni, spesso sono quelle assenze a farci compagnia, queste non si possono né toccare ne sentire, queste soddisfano quel senso d'insoddisfazione, siamo nel virtuale.

il "sempreconnesso" è voler essere al di fuori di quella realta' che ci circonda, non accettare la stessa realta' fatta di cose reali, una mano sul mouse oppure un dito su quello smartphone maledetto, quel traghettatore negli inferi danteschi, che tale diventa e non piu' come mezzo tecnologico utile nella vita reale.

Niente attivita, spesso niente studio, dire addio ad una realta' per entrarne in un altra che è una fakereality. Immergersi in quel mondo senza tempo e senza spazio, in quell'oblio che diventa una fuga da quelle situazioni giornaliere indispensabili come il nutrirsi, come studiare, o lavorare, come dormire, come l'igiene personale e tante altre.

Molte volte il tentare e riuscire a farli uscire da quella fake richiede fatica enorme, richiede impegni gravosi di quei genitori spesso costretti a non poter dormire nelle ore notturne per trascinare via i loro figli da quegli inferi nei quali si trovano, e di difficile uscita.

Quegli adolescenti che abbandonano il tempo reale quotidiano per immergersi in quella realta' senza tempo devono essere aiutati, il non farlo è molto facile, il non farlo è molto comodo, ma, tale è di sicuro indegno di essere un genitore.

 

Commenti all'articolo

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 28 maggio 2018 17:54
    Marina Serafini

    La rete è estraneazione, ma a mio avviso è anche strumento di espansione. Concordo sulla tendenza diffusa ad annullare la persona, il senso critico, e a illudere il campo emotivo in una dimensione di “amici” solo in etichetta, in espressioni sostituite da emoticons predefiniti, ma sono anche dell’idea che lo strumento virtuale, in quanto tale, può essere utilizzato a vantaggio di molti, anche dell’individuo che vuole evolversi.

    Sono nata negli anni 70 e ho visto entrare internet nella mia stanza, e poi sul mio telefono con una certa sorpresa, con curiosità, e con tutta la difficoltà che comportava il passaggio da un modo di accedere al mondo ad un altro. Perché di questo parliamo. Come in tutto ciò che osservo, però, al di là dello sguardo sospettoso, mi piace frugare e cercare il vantaggio che posso ricavare da quanto subentra e impone un cambiamento. Così radicale, in questo caso.

    Io uso internet oggi come non potevo usare i miei libri di ieri, i filmati, i giornali. Accedo a una molteplicità di informazioni che posso confrontare tra loro in tempi mai pensati in passato. Attraverso quel cavo posso raggiungere così tante lande! E attraverso quel cavo posso nutrire la mia creatività, ascoltare opinioni diverse e documentarmi in modo approfondito. O anche distrarmi e giocare, perché no…

    La dipendenza, certo, è un’altra cosa. E’ drammatico vedere giovani menti intorpidite da quell’invasione di bit, annullate da ondate di nulla, condizionate e formate con determinismo violento.

    Credo che il ruolo degli adulti, così come tante altre situazioni in questo nuovo mondo con cui devono fare i conti, abbia oggi nuove aree di azione, una professione che, al pari di altre, deve aggiornarsi, cambiare, adeguare e ascoltare con vigile sguardo i rumori di un traffico sordo che funge da colonna sonora.

    Un nuovo mondo richiede l’acquisto di nuovi modi.

    Coraggio signori, la vita va avanti, snodandosi impietosa, in maniera sempre diversa!


    Un saluto!

    :)

  • Di Antonello Laiso (---.---.---.2) 30 maggio 2018 12:12

    Si e’ questo il punto,ti ringrazio del commento usare la rete con intelligenza,e non essere usati da questa, senza esserne risucchiati dentro al punto da non poterne uscire piu.

    ciao saluti
    :)
  • Di Antonello Laiso (---.---.---.2) 30 maggio 2018 12:23

    Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me,ecco cosa.Ho bisogno di qualcuno di cui essere indispensabile.Di una persona che si divori tutto il mio tempo,il mio ego la mia attenzione.

    Qualcuno che dipenda da me una dipendenza reciproca .

    Come una medicina che puo farti male e bene al tempo stesso.

    Chuck Palahn. 




    NIU

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