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La privacy esiste davvero? Il caso Facebook

Sempre di più si parla di privacy e tutela dei propri dati. Ma è proprio vero che la privacy esiste e che le "Privacy Policy" dei social network, redatte secondo canoni rigorosi di riservatezza, e quelle dei server dedicati al "On Line Storage" rispecchiano la realtà di quanto promesso sottovalutando l’utilizzo della tecnologia.

La privacy esiste davvero? Il caso Facebook

Non ultimo a fare il mea culpa sulla riservatezza dei dati è stato Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.
 
In una intervista rilasciata al Washigton Post Zuckemberg ha dichiarato che sono stati effettuati troppi errori in tema di privacy ed il social network più famoso sta lavorando per correre ai ripari.
 
Non è solo Facebook, però, che può minare la privacy dei vari utilizzatori, ma anche tutti i sistemi che utilizzano server di terzi o la condivisione di dati on line, ossia tutto il mondo Internet.
 
Chi utilizza per esempio "On Line Storage" (archiviazione dei propri dati e file on line) o la semplice posta elettronica deve sapere che, nonostante la "Privacy Policy" e la sicurezza dei siti, i dati archiviati o trasmessi in allegato sono comunque trasparenti e soprattutto vengono conservati per anni sui server anche dopo la cancellazione degli stessi da parte dell’utente.
 
Tutti i siti dichiarano di essere sicuri ma se consideriamo che anche quelli che raccolgono ed utilizzano dati veramente sensibili, come password di conti correnti od altro (vedi il caso Poste Italiane e/o siti Governativi USA) e che hanno sistemi di protezione "super testati" sono e sono stati soggetti ad attacchi di hacker con pochi scrupoli che hanno prelevato i dati personali conservati sui server per l’utilizzo più svariato, beh c’è poco da parlare di privacy e da stare tranquilli...
Pensiamo pertanto a tutti i siti (e sono milioni nel cybermondo) che oltre a raccogliere file qualsiasi, raccolgono identità, foto e quant’altro riguardante ognuno di noi. 
 
In un periodo in cui la privacy viene considerata spazzatura ecco tre regole da provare ad utilizzare al fine di rendere più sicuri i propri file e dati nel mondo internet.
 
Le tre regole ACU 
 
1) Abituarsi ad utilizzare sempre di più hard disk esterni al posto dell’On Line Storage.
2) Corredare i file di password complicate (evitare ad es. date di nascita, nomi di figli ecc.) che possano rendere già inizialmente la vita degli hacker difficile.
3) Utilizzare programmi di criptaggio dei file (ad es. www.criptax.com od altri in commercio) al fine di rendere sicuri i propri documenti nel mondo Internet.
 
Con questi piccoli ma sicuri accorgimenti possiamo limitare l’utilizzo da parte di terzi di dati personali nel rispetto della propria vera privacy.
 
Ma esiste una regola che forse bisognerebbe tornare ad utilizzare: condividere si ma con moderazione.

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