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 Home page > Tribuna Libera > La palma e il TTIP

La palma e il TTIP

Ieri sono andato in un supermercato per comprare qualcosa per la prima colazione. Ho cercato tra i prodotti da forno, leggendo bene gli ingredienti come faccio di solito. 
Non ho trovato nulla che non contenesse olio di palma, burro di palma, ecc.: tutte le marche, dalle più note a quelle sconosciute, producono utilizzando i grassi derivati dalla palma.
Tutti, e sottolineo proprio tutti, i prodotti da forno ne contengono: biscotti di qualsiasi genere, fette biscottate, merendine, torte e tortine, pane a lunga conservazione, crackers, snack, ecc.
Alla fine, ho acquistato un pacco di biscotti dell'unica marca che ancora utilizza il burro e senza quei grassi: la conoscevo ed apprezzavo in tempi non recenti, ma non ha una grandissima diffusione nazionale come le grandi marche ed ha un prezzo quasi doppio rispetto agli analoghi. E fanno solo biscotti, non le merendine che diamo ai nostri bambini, ad esempio.


Non ho controllato gli ingredienti presenti in tanti altri tipi di prodotto: marmellate, creme e conserve varie, sughi, gelati, prodotti dolci freschi, ecc. Non ho dubbi che anche in moltissimi di essi troverei i derivati della palma.
Impossibile quindi la guerra del singolo contro queste sostanze, condotta con l'astensione dal consumo dei prodotti che li contengono, a meno di tornare tutti alle usanze dei secoli passati, preparando in casa biscotti, marmellate ed altro. Utopia.
Perciò dovremmo farne proibire l'uso per legge, attivando le associazioni dei consumatori, facendo pressioni verso i nostri governi, informando sulle risultanze denunciate da scienziati ed esperti dell'alimentazione, ecc. Questo purtroppo non ci metterà al sicuro dal rischio che l'olio di palma venga sostituito da qualcosa di pericolosità uguale o anche peggiore, qualcosa di cui non si conoscono ancora gli effetti negativi per la salute e per l'ambiente.
Perché alla fine il vero problema è sempre lo stesso, produrre per fare profitto, certamente, ma in modo socialmente utile e responsabile: invece, interessi, avidità e mancanza di scrupoli, portano a produrre abbassando i costi in ogni modo, dal taglio dei salari all'uso sconsiderato di materie prime dannose e di pessima qualità. Il tutto peggiorato dalla disinvolta concorrenza sleale dei Paesi che producono a costi per noi insostenibili, grazie alla mancanza di regole e seri controlli sulle produzioni. Concorrenza che purtroppo i nostri politici, nazionali ed europei, minimamente contrastano e fingono di non vedere e non sapere.
Tuttavia, non si deve abbassare la guardia e continuare a lottare contro queste pratiche, se non per migliorare, per lo meno per non peggiorare le nostre condizioni di vita.
In questo momento, oltre alle azioni verso l'interno e verso l'Europa prima citate, è particolarmente importante partecipare attivamente alle iniziative contro il TTIP: si pensi che se venisse ratificato, se anche riuscissimo a fare escludere i derivati della palma dai prodotti nazionali, non potremmo rifiutare quelli che gli USA ci imporranno, pena continue e costose liti legali promosse (e vinte!) dai produttori americani (si fa per dire, anche molti di loro producono in oriente).

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