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La mozione europea su nazismo-comunismo e la polemica connessa

La polemica in corso sulla controversa mozione del Parlamento europeo - "Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa" - che metterebbe sullo stesso piano "nazismo e comunismo" (qui il testo completo), pretende un'accurata analisi del testo.

Alcuni punti sono inessenziali nell'ottica della polemica citata e non sono stati presi in considerazione.

I punti più significativi sono invece stati raggruppati a seconda del contenuto e così divisi per argomento (in corsivo eventuali commenti):

1 - Politica estera dell'URSS verso i paesi dell'est europeo.

2 - Considerazioni circa l'inizio della seconda guerra mondiale.

3 - Riferimenti ai termini "stalinismo, totalitarismo, regime, dittatura".

4 - Riferimenti alla legislazione vigente in specifici paesi membri.

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1 - Al primo gruppo appartengono due punti; in entrambi il riferimento è all'occupazione sovietica dell'est europeo:

A - Si cita “l’occupazione di taluni paesi europei per molti decenni a venire”.

D - Si citano i paesi sottoposti all’area di influenza sovietica che furono “privati della libertà, della sovranità, della dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico”.

2 - Al secondo raggruppamento appartengono i seguenti punti di contenuto storico (decisamente discutibile, ma che pretendono un po' di attenzione sui termini usati):

B – Si cita il patto di non aggressione russo-tedesco (Molotov-Ribbentrop) affermando che ha “spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale”.

Il termine “spianato” non significa che quel patto fu la causa dello scoppio del conflitto, come si è letto in vari commenti critici, ma che esso facilitò, non ostacolò l'inizio della guerra, come sarebbe successo (forse) in presenza di una forte e non ambigua opposizione dell'URSS alle mire tedesche. In ogni caso i retroscena attorno all'inizio del conflitto sono notoriamente molto più articolati di quanto non si dica limitandosi al patto russo-tedesco.

C – Si ricorda che lo stesso patto ha provocato la spartizione della Polonia; poi si cita l’aggressione russa alla Finlandia e alla Romania, oltre all’annessione di Lituania, Lettonia ed Estonia.

K – Si cita l’alterazione della storiografia sovietica “secondo cui la Polonia, gli Stati baltici e l'Occidente sarebbero i veri istigatori della Seconda guerra mondiale”.

Punto molto discutibile da un punto di vista storiografico: senza salvare alcunché della responsabilità naziste, è indiscutibile che l’Occidente, nella veste dei vincitori del primo conflitto mondiale, ha avuto ampie responsabilità nel provocare le cause che hanno determinato il crollo della Repubblica di Weimar, la presa del potere da parte dei nazisti e, infine, le cause che portarono alla seconda guerra mondiale. Tra Russia e Polonia un problema c'era (ma vent'anni prima) e lo stato polacco ebbe effettivamente la sua responsabilità nell’aver iniziato il conflitto del 1919-20 invadendo la Russia (ma andando più indietro nel tempo non si capisce più chi iniziò cosa...). È noto inoltre che il governo polacco, non fidandosi di Stalin cercò di opporsi a una alleanza tra i paesi occidentali e l'URSS in chiave antitedesca, ma attribuire a questa pretesa polacca il successivo patto russo-tedesco pare un po' forzato.

Più chiara la piena responsabilità sovietica nella occupazione e dissoluzione dell'indipendenza delle repubbliche baltiche. Nel complesso le ricostruzioni in merito al conflitto, sia da parte della storiografia sovietica citata, sia da parte degli estensori della mozione europea soffrono di un'approssimazione grossolana. Ma la polemica - che si incentra sul fatto che la mozione stravolgerebbe la realtà storica attribuendo a Germania e URSS una uguale responsabilità nella causa del conflitto - appare forzata. Forse è l'intenzionalità latente, ma fosse questo l'intento della mozione sarebbe davvero sostenuto in modo grottesco.

M2 – si afferma che “la Seconda guerra mondiale è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939”.

Di nuovo, dire che la guerra è “iniziata” in conseguenza immediata del patto Molotov-Ribbentrop non significa dire che quel patto ne fu la causa e affermarne la "conseguenza immediata" è un dato di fatto: l’invasione tedesca della Polonia iniziò il 1 settembre 1939 (una settimana dopo la firma del patto) e quella russa due settimane più tardi. Ma già ad agosto Stalin aveva imposto un diktat all'Estonia imponendo la presenza dell'Armata Rossa sul suo territorio. Anche in questo caso la polemica appare pretestuosa.

3 - Il terzo raggruppamento riguarda più da vicino la polemica in atto e coinvolge la maggior parte dei punti contenuti dalla mozione. Tutti i punti qui raccolti si riferiscono a termini quali "stalinismo, dittatura, regime, totalitarismo" abbinati o meno al termine "comunismo":

E – Si evidenzia la necessità, oltre ai conti già fatti con il nazismo a Norimberga, di “condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature”.

Le altre dittature non sono specificate, ma si potrebbe pensare ai regimi fascisti di Italia, Spagna e Portogallo e al regime dei colonnelli in Grecia. Va tenuto presente che il riferimento è sempre e solo all'ambito europeo, non si citano né le dittature sudamericane né la Cambogia di Pol Pot, la Nord Corea o le guardie rosse di Mao. Allo stesso modo non si citano altri paesi africani, mediorientali o asiatici così come non si cita il Vietnam e si sorvola sulle tante operazioni di presunta peace-keeping di altri paesi.

Non si cita però nemmeno la recente questione balcanica nonostante sia avvenuta su suolo europeo.

G – Si citano “l'espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell'Europa centrale e orientale” e “i paesi europei che hanno sofferto a causa dell'occupazione sovietica e delle dittature comuniste”.

I – Si citano “i crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo”

L – Si cita l’importanza della “memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari, il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo”.

M3 – Si citano “i crimini contro l'umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari”.

M4 – Si citano i “crimini totalitari” e “ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia”.

M5 – Si sollecita dagli stati una valutazione in merito “ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista”.

M6 – Si “condannano tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo”.

M8 – Si invita a “celebrare il 23 agosto come la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari” e a studiare le “conseguenze dei regimi totalitari”.

M10 – Si citano i “crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari”.

M11 – Si chiede di istituire la “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo".

M12 – Si cita “la commemorazione e il ricordo delle vittime del totalitarismo”.

M15 – Si “sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l'élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e a esaltare il regime totalitario sovietico”.

M16 – si cita l’impegno “dell'attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico”.

M20 – si invitano gli stati membri “a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi altra forma di totalitarismo”.

In nessuno di questi punti è citato il comunismo come ideologia o dottrina politica a sé stante, separata dai termini "stalinismo, regime, dittatura, totalitarismo, potere".

4 - L'ultimo raggruppamento si riferisce a tre punti in cui si ricordano legislazioni specifiche di alcuni Stati membri:

F – Si citano i paesi che vietano simultaneamente "ideologia nazista e comunista".

M17 – si critica “l'uso continuato di simboli di regimi totalitari” e si ricorda che “alcuni paesi europei hanno vietato l'uso di simboli sia nazisti che comunisti”.

M18 – si “osserva la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari”.

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In tutta la mozione solo in due punti di quest'ultimo raggruppamento si fa menzione di una generica "ideologia comunista" e di suoi simboli. Al punto F e al punto M17 ci si limita a citare paesi membri dell'Unione Europea che hanno introdotto legislazioni restrittive sia verso il nazismo che verso il comunismo. Il riferimento ad "alcuni stati membri" fa pensare ovviamente che si tratti di paesi dell'est europeo che si riferiscono al proprio passato sotto un regime comunista autoctono o a quello dell'URSS. Questi due cenni alle legislazioni restrittive hanno fatto ipotizzare che contenga, latente, un invito a seguire quella strada, ma si tratta appunto di un'interpretazione ipotetica.

L'unica affermazione che potrebbe apparire alquanto ambigua è, nel punto M17, la critica all'uso dei "simboli di regimi totalitari". Dal momento che la bandiera rossa e la simbologia della falce e martello sono comuni sia ai comunismi democratici dell'Occidente che del regime totalitario russo, si potrebbe obiettare una insinuazione critica anche verso i comunisti occidentali. Ma, ancora, si tratta di una interpretazione estensiva di una frase che, nei fatti, si riferisce comunque unicamente ai "regimi totalitari".

Inoltre solo in due punti citati in premessa (visto...) si cita genericamente “il comunismo” con riferimento alla Dichiarazione di Praga e alle “vittime del comunismo”. Anche in questo caso è difficile non attribuire il riferimento ai regimi del Patto di Varsavia.

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In sintesi, a parte alcune discutibili affermazioni storiche, appare palese che l'equiparazione è, piuttosto chiaramente, tra nazionalsocialismo e comunismo sovietico, non con il marxismo o con l'ideologia comunista in sé (se non nei punti citati che risultano essere ambigui).

Necessario premettere che anche tra nazismo e comunismo (anche sovietico) parecchie distinzioni andrebbero fatte sia in ambito ideologico che storico. Come scrive Michele Serra "Il comunismo fu totalitario per imporre l'uguaglianza tra tutti gli uomini e l'internazionalismo. Il nazismo fu totalitario per imporre la superiorità di una nazione e di una razza e sancire l'inferiorità delle altre. Questa gigantesca differenza basta a sconsigliare ogni equiparazione tra le due ideologie, e soprattutto tra le persone che ne presero le parti".

Inoltre non vanno certo dimenticati la resistenza di Stalingrado, i venti milioni di morti russi nella guerra o la liberazione di Auschwitz (anche se un bombardamento sulla linea ferroviaria che portava ai campi di sterminio per impedire al camino di Auschvitz di funzionare non risulta che sia stato fatto né dai russi né dagli angloamericani). Cioè, in una parola, non si può dimenticare il contributo sovietico alla sconfitta del nazismo.

Resta il fatto che, però, la mozione europea parla piuttosto chiaramente del comunismo che si è imposto nell'Est europeo a partire dal dopoguerra. Quindi è obbligatorio ricordarsi anche, come recita la mozione, dell'occupazione russa dei paesi dell'Est, della reazione sovietica alle insurrezioni di Berlino nel '53, di Budapest '56, di Praga '68, tutte repressioni violente che furono all'origine di molte prese di posizione critiche anche nel campo comunista occidentale contro il dogmatismo acritico degli apparati di partito fedeli a Mosca. Ed è impossibile dimenticarsi del Muro e delle tante vittime delle fughe verso l'ovest, dei gulag, della persecuzione delle minoranze etniche, della carestia procurata in Ucraina, della notte dei "poeti assassinati", della persecuzione degli artisti non appiattiti sul realismo sovietico e così via fino alla Cecenia o all'Afganistan. Cioè non possiamo dimenticarci dell'imperialismo russo.

La polemica contro questa mozione, quindi, pur fra molti distinguo, finisce con il dare l'impressione di non sapere o volere rifiutare adeguatamente gli orrori dello stalinismo, rischiando di trasmettere l'idea di non sapere o volere distinguere il comunismo, che nei paesi occidentali ha dato un suo contribuito alla liberazione e alla nascita delle democrazie postbelliche, dal regime sovietico che la nascita delle democrazie l'ha impedita, pur avendo dato un contributo essenziale alla sconfitta del nazismo.

Portando così acqua al mulino dei molti pensatori di destra che fanno polemicamente, per proprio tornaconto politico, un'equiparazione tra il comunismo democratico dei paesi occidentali e quello sovietico, in cui ogni libera espressione di pensiero fu passibile di processi, carcerazione, torture e gulag.

Molto più opportuno sarebbe stato cogliere l'occasione per evidenziare ancor più le differenze, difendendo il comunismo "democratico" per quello di buono che ha fatto, distinguendolo nettamente dal totalitarismo sovietico di stampo stalinista.

Insomma, in un momento in cui si riaffaccia (proprio dalla Russia) l'idea di sostituire la democrazia liberale con una democratura illiberale, confondersi su questo punto si direbbe l'ultima cosa da fare se si vuole salvare un'idea di sinistra possibile (e democratica).

Foto: Unión Europea en Perú/Flickr

 

 

 

 

 

 

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