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 Home page > Tribuna Libera > La morte di Fidel e la critica alla Rivoluzione Cubana

La morte di Fidel e la critica alla Rivoluzione Cubana

Capita a molti, anche di sinistra, di denunciare il fallimento della rivoluzione cubana, con un approccio pregiudiziale, e un’analisi che trascura il contesto storico e politico in cui si colloca il regime di Castro.

E così , in occasione della morte di Fidel l'esperienza politica del popolo cubano e la figura del suo leader, è stata sottoposta ad un fuoco di fila di accuse, di critiche che avevano ed hanno lo scopo di estirpare dalla mente dei cubani, degli americani e degli europei il ricordo e l’esempio, ma soprattutto, di impedire ai giovani qualsiasi approccio, con le ideologie e la passione rivoluzionaria, di presentare la rivoluzione cubana come un fatto superfluo non necessario.

 
E se il governo dell’Avana è riuscito e riesce ad assicurare, nonostante l'embargo, il diritto allo studio, un lavoro dignitoso, l'assistenza sanitaria gratuita e di primo livello ai propri cittadini, non conta .

Conta invece che il genero di Raul Castro controlla GAESA, una società che gestisce metà del fatturato cubano, assunto come prova del fallimento della rivoluzione cubana.

 
Casi analoghi, nella cosiddetta democrazia occidentale, ne sono capitati, come casi di corruzione, di complicità con la malavita organizzata, ma nessuno si è mai sognato di dire, che la resistenza ha fallito.

E allora il controllo del genero di Raul Castro di GAESA è fallimento rivoluzionario o anomalia del riformismo cubano? Deriva dalle anomalie del processo riformatore, avviato con l’approvazione di importanti riforme come investimenti esteri, piccola imprenditoria agricola, lavoro privato, compravendita tra privati di abitazioni, o dall’esaurimento della spinta rivoluzionaria?

Il fatto è che il riformismo è sempre gattopardiano, conservativo del potere: "Tutto cambia perché nulla cambi”, è un virus che ha contagiato l’occidente e ora anche la società cubana. È riformismo quello del potere finanziario che è solo un paravento dietro cui si è nascosto e si nasconde il dominio della finanza sulla politica.

E' riformismo quello della revisione costituzionale di Renzi ,che assume su di sé la falsità e la miseria di uno slogan pubblicitario, per garantire la sovranità del credito?

E’ riformismo quello promesso da Trump: più razzismo e meno assistenza sanitaria pubblica?

Oggi il "riformismo" è il potere finanziario che utilizza il razzismo e un briciolo di economia reale per conservare il potere. E’ riformismo il controllo di Gasea da parte del genero di Raul Castro.

Ma al di là di questo, una cosa è certa non si può criticare il castrismo e tacere, quando la troika fa il golpe in Grecia e butta nella spazzatura la sovranità del popolo greco, per imporre un memorandum lacrime e sangue, che in passato non aveva raggiunto i suoi obiettivi.

I greci avevano scelto un programma e un governo, ma questa scelta, è stata spazzata via dalla Troika.

E allora è giusto anzi doveroso, raffrontare i diritti politici cubani e quelli greci, e chiedersi quali siano le differenze e quali i punti comuni, tra riformismo occidentale, riformismo cubano e rivoluzione cubana.

Oppure stabiliamo dogmaticamente che l’assenza di diritti civili a Cuba è più grave dello stupro dei diritti politici del popolo greco.

Sono 9000 le persone morte nelle carceri cubane o giustiziate, sono 77000 quelli morti sui barconi in fuga verso la Florida.

Ma uccide solo la dittatura? E lo sfruttamento, l’inquinamento... fanno bene alla salute?

Anche l'economia uccide, dice papa Francesco, anche il profitto, anche la politica dell’austerity.

Mohamed è morto di fatica nelle campagne di Nardò, vittima del profitto. E’ un caso isolato: quante altre vittime ha fatto e farà il reddito d’impresa? A Taranto muoiono a frotte, uomini, donne e bambini, di inquinamento per il profitto di un’impresa.

Quanti morti ci è costata, ci costa e ci costerà, la politica di austerità?

Ed ora con il taglio dei servizi sanitari, quante sono state, sono e saranno le vittime?

Sarebbe bene che gli analisti, si ponessero anche questa domanda.

Questa mattanza, è meno grave delle esecuzioni capitali del regime cubano?

E quando Renzi occupa tutti gli spazi di tv e giornali, nessuno si chiede se questa occupazione è assimilabile alla censura del regime cubano.

Che differenza c’è, tra l’assenza di informazione e una informazione che manipola cuori e cervelli, determina comportamenti cultura e scelte elettorali?

Nessun dubbio, nessuna riflessione solleva il fatto che la politica di austerità garantisce la sovranità dei creditori, a scapito dei diritti fondamentali della persona, mentre Cuba li garantisce.

Tutto questo non conta niente, quando si valuta un regime?

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