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La metamorfosi della magistratura e il tormentone delle Toghe Rosse

Come si sa, la gens berlusconia indica nelle “toghe rosse” l’origine dei guai del Cavaliere. 

La prima parte di questa riflessione è qui: Ma sono proprio le Toghe Rosse i nemici di Berlusconi?

Il ragionamento è questo: negli anni Settanta si affermò fra i magistrati una corrente di contestatori (Magistratura Democratica) che, in breve, divenne la longa manus del Pci nel potere giudiziario. Lentamente questa corrente ed i suoi amici nelle correnti confinanti, conquistarono le Procure della Repubblica e –complice il nuovo codice di procedura penale- sferrarono l’attacco che portò alla distruzione di Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli (i cinque partiti che assicurarono democrazia e benessere, ha detto di recente Berlusconi). Quella stessa corrente è poi passata all’attacco del Cavaliere nel momento in cui, con la sua “discesa in campo”, egli impedì la vittoria del Pds, che altri non era che il vecchio Pci travestito.

Oggi, quella corrente ha vinto la sua battaglia portando il Cavaliere alla sua prima condanna definitiva. Poco importa che solo una parte degli inquirenti e giudicanti erano effettivamente appartenenti a Md: gli altri erano solo cripto agenti di Md o si sono fatti infinocchiare.

Al di là dei giudizi di merito in gran parte gratuiti, qualche grammo di verità (ho detto grammo) in questo ragionamento c’è. Però è solo una piccola, trascurabile parte di un fenomeno molto più vasto e complesso che merita un esame più attento. Lasciamo da parte il caso Berlusconi (su cui si è già detto troppo nei pezzi precedenti) e vediamo il fenomeno un po’ più in generale, partendo dalle inchieste per corruzione degli anni Novanta.

In primo luogo, questa ondata di inchieste non si è verificata solo in Italia – dove c’è stata sicuramente la punta più acuta - ma anche in diversi altri paesi europei (Francia, Spagna, Germania e, con particolarità diverse, Belgio) nei quali non esisteva che un debole partito comunista e non c’era nulla di paragonabile a Md (salvo, in parte, la Francia). In tutti questi casi si è assistito al protagonismo dei Pm che sfidavano apertamente il potere politico, un fenomeno inedito, per lo meno nel periodo della guerra fredda, durante il quale la magistratura ha agito in costante sintonia con il potere politico.

In parte questo era il prodotto della crescita senza precedenti della corruzione politica che assumeva caratteri sistemici, toccando vertici che producevano una serpeggiante delegittimazione del sistema. E tale effetto era ulteriormente accentuato dalla conclusione della guerra fredda che toglieva molte giustificazioni agli abusi della classe politica.

Ma esso fu soprattutto la conseguenza della metamorfosi del potere giudiziario della magistratura indotto dalla globalizzazione. Come autorevoli giuristi (Taubner, Cassese, Galgano) hanno segnalato, la globalizzazione ha prodotto la moltiplicazione delle fonti del diritto extra legem (dove per legge intendiamo un testo derivato da una autorità pubblica, parlamentare o governativa): trattati e contratti internazionali, giurisprudenza di corti internazionali, decisioni arbitrali, indicazioni di organismi internazionali di diritto privato ecc. Al punto che alcuni (come appunto Taubner e Galgano) si sono spinti a parlare di una nuova lex mercatoria convenzionale, pattizia, privatistica ed espressa direttamente dal mercato, senza mediazione dell’autorità politica.

In questo contesto, la giurisprudenza, sia nazionale che internazionale, assume un peso maggiore della legge e, di conseguenza, assegna al giudice una funzione primaria nella produzione del diritto che sopravanza quella dei Parlamenti e dei Governi. Ed è già qui la ragione del nuovo protagonismo dei magistrati, accentuato, nel caso europeo, dalla loro selezione esclusivamente per concorso e non per elezione, come accade negli Usa. Il corpo dei magistrati viene quindi a porsi come produttore di diritto in quanto depositario di un sapere specialistico, dunque come articolazione tecnocratica del sapere, sottratta alla formazione democratica che, invece, caratterizza il Parlamento.

In secondo luogo, il progetto di globalizzazione neo liberista implica una alleanza diretta fra il potere finanziario e gli apparati tecnici dello stato (esercito, polizia, magistratura, servizi segreti), confinando il potere politico ad una funzione meramente servente: per esprimere questo nuovo “blocco storico” ho utilizzato nel mio “2012 la Grande Crisi” la dicitura “alleanza fra la spada e la moneta” (dove la spada non è solo quella delle forze armate ma anche quella delle forze di polizia e della magistratura che se ne serve). E, infatti, le operazioni di peacekeping sono regolarmente presentate come “operazioni di polizia internazionale” che trovano la loro legittimazione nel permesso dell’Onu e che perfezionano tale legittimazione nelle decisioni della Corte Internazionale per i crimini di guerra (come quella che ha giudicato Milosevic) o in omologhi nazionali (come la corte di Bagdad che ha giudicato Saddam Hussein).

Le forze armate sono quindi chiamate a questo ruolo di polizia (dunque, non di guerra regolare) perché l’Impero (o quello che si immagina come tale, come governance globale) non conosce nemici, ma solo ribelli da domare e si assegna come compito di “parcere subjectis et debellare superbos”.

Parallela va l’azione della magistratura verso i “nemici interni” dell’ordine pubblico: che si tratti degli scontri nella banlieu parigina, di quelli del movimento No Tav, di quelli a Londra nel luglio 2011 o di Atene, da dieci anni la magistratura sta usando il pugno di ferro nei confronti della conflittualità sociale, contestando reati gravissimi (come “devastazione e saccheggio” persino per i modestissimi incidenti milanesi dell’11 marzo 2006) ed irrogando pene semplicemente spropositate.

Determinante in questa funzione ormai politica della magistratura è l’esser chiamata a combattere alcun fenomeni criminali come mafia o terrorismo: “la magistratura contro il terrorismo” o “contro la Mafia”. Dimenticando che alla magistratura spetta il compito di giudicare singoli imputati di questo o quel reato –magari di appartenenza ad una organizzazione eversiva o della grande criminalità - ma non di combattere fenomeni criminali in quanto tali, compito che spetta, semmai, al potere politico attraverso la legislazione e l’azione di polizia. Ed il riflesso di questa torsione dell’azione giudiziaria è nella giurisprudenza (anche in questo caso, non solo italiana) basata sulla dilatazione del reato associativo che sfocia in una sostanziale inversione dell’onere della prova, per cui, ad esempio, un appartenente alle Brigate Rosse risponde di ogni singolo reato della sua colonna di appartenenza (ovviamente per il periodo di libertà e di vincolo organizzativo) salvo dimostrazione di prova contraria. Ed è questo il presupposto sul quale si è fondato il principio logico del “non poteva non sapere” che diventa una sorta di presunzione di colpevolezza in base alla collocazione all’interno di una organizzazione.

Questo discorso è passato, pari pari, dalla lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata, alla lotta alla corruzione ed il giudice è stato chiamato a partecipare alla rifondazione del sistema politico o, in contesti diversi, alla eliminazione, di determinati soggetti, come accaduto a Bernard Tapie, o agli ex presidenti Collor de Mello o Fujimori (che, per la verità, lo meritava ad abbundantiam). E determinante in questa funzione è stato l’uso selettivo dell’azione penale anche in quei paesi (come il nostro) che prevedono l’obbligo dell’azione penale che, tuttavia, resta una pura istanza del dover essere, piuttosto che una realtà concreta (come dimostra il fatto che oltre la metà dei reati è archiviata, per decorrenza dei termini, senza che ci sia stato alcun atto istruttorio).

In questo quadro la magistratura assume anche un ruolo arbitrale fra i diversi potentati finanziari o una funzione di indirizzo politico, suggerendo le norme che sarebbe opportuno adottare e, magari in sinergia con i medesimi potentati (e i casi Enron, Madoff o Lehman Brothers negli Usa, oppure Antonveneta-Banca d’Italia, Parmalat, ecc.. in Italia, forniscono abbondante materiale di studio in questo senso).

A favorire questa metamorfosi del giudice fu anche l’ibridazione del classico modello basato sulla codificazione, sino agli anni ottanta nettamente prevalente nell’Europa continentale, con quello di Common law che, come si sa, ha natura spiccatamente privatistica e giurisprudenziale.

In questo quadro va inserita anche la riforma del processo penale italiano varata nel 1989 che adottava le modalità del rito accusatorio “all’americana” ma conservando l’appartenenza del Pm agli stessi ruoli della magistratura giudicante e l’obbligo formale dell’azione penale. Questa particolare miscela ha prodotto dinamiche impreviste e non coincidenti con quelle dell’esperienza americana.

Fra le dinamiche impreviste c’è quella del corto circuito mediatico-giudiziario. Il rito accusatorio è per sua natura incline alla forte spettacolarizzazione del processo (e, infatti, si parlò di “processo alla Perry Mason” dal titolo di una fortunata serie televisiva nella quale il protagonista non era il Pm ma l’avvocato-detective Perry Mason).

Nello stesso tempo, un giornalismo reso sempre più compulsivo e sensazionalistico dall’irrompere della televisione commerciale (questa è la nemesi, Cavalier Berlusconi) placava la sua fame di scoop divorando avidamente i comunicati e le conferenze stampa delle Procure della Repubblica. Un avviso di reato valeva un titolo di prima pagina che, oggettivamente, suonava come una sentenza di condanna.

Tutto questo ha prodotto –in particolare in Italia, ma non solo, una diffusa aspettativa di “giustizia sociale” nei confronti del potere giudiziario e dell’ufficio di Pm in particolare. Di fronte alla sordità del ceto politico ed, in particolare, all’inefficacia dei meccanismi di controllo parlamentare e, più in generale, della politica, larghe fasce di opinione pubblica hanno rivolto alla magistratura la propria domanda di giustizia sociale.

E sono sorti due populismi simmetrici e speculari: un "populismo giudiziario" che cerca nella giustizia penale l’eliminazione dell’avversario politico “scorretto” ed il “populismo antigiudiziario” di chi pensa che l’investitura popolare valga una immunità totale e definitiva.

E, come sempre, il populismo è una riduzione arbitraria del reale, la finta soluzione semplice al problema complesso che, semmai, si ingigantisce per l’inconsapevolezza delle sue reali dimensioni.

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.191) 16 agosto 2013 17:09

    Ancora un articolo con una serie di balle impressionanti.Come dice il magistrato Davigo l’inchiesta di mani pulite scoppio più che per il crollo del muro e la globalizzazione perché erano finiti i soldi( e quindi chi prima avvertiva la concussione come un affare ora non la tollerava più visto che il politico non riduceva la proprie richieste).Gli altri poteri pubblici e occulti semmai in azione penale obbligatori sono elementi che depistano e rallentano ma ciò che fa scoppiare il bubbone sono la mancanza di un continuo afflusso di denaro.I magistrati sono scelti per concorso proprio perché non siano oggetto dei mal di pancia della popolazione e poi in regioni controllate dalla criminalità organizzata sarebbe proprio curativo farli eleggere dal popolo(nel "caso Ilva" sarebbe facile per il magistrato non procedere sotto elezione e riguadagnarsi voti come spesso succede in usa...li il procuratore durante l’anno concorda sempre le pene e prima che finisca la propria permanenza nell’ufficio tira fuori i casi più ecclatanti che sa di vincere per riguadagnarsi l’elezione...e poi dicono del protagonismo dei nostri cosa che non esiste).Le norme di diritto internazionale e comunitario entrano per espressa previsione della costituzione agli articoli 10 e 117.Spetta ai parlamenti ratificare i trattati oppure no(e qui la magistratura non conta nulla perché gli eletti sono i nominati e quindi cosa contino i magistrati in questo caso non è dato sapere...in ogni caso la qualità delle norme internazionali e molto migliore di quella nazionale specie il clima di oclocrazia che regna nel nostro paese).il rito accusatori introdotto nel 1989 fu un disastro intanto perché non è un sistema adatto a contrastare fenomeni criminali di stampo italico(ossia sociali) e poi perché in Italia la tv ha sempre fatto più cultura della scuola e la gente ha sempre pensato di vedere finalmente i processi "come in tv"(già qua i capisce l’ignoranza di un popolo),non sapendo che quel tipo di processo necessita di alcuni caratteri sociali e che si usa solo in pochi casi mentre tutti i processi rimanenti si concludo con patteggiami(cosa che da noi è stata introdotta in modo del tutto favorevole all’imputato mentre in america è favorevole al procuratore e la differenza è molta).Circa il giornalismo la differenza la fece proprio il c.p.p. nuovo in quanto prima fino al rinvio a giudizio dopo l’istruttoria formale(salvo i casi di sommaria con citazione diretta a giudizio) l’indagato non sapeva di esserlo(stante il segreto istruttorio diverso da quello investigativo)e quindi o si era prosciolti in istruttoria e nessuno ne sapeva nulla oppure si rinviava a giudizio(e moti si dimettevano per evitare,quando ancora la rai faceva il suo mestiere,il dibattito in aula senza le limitazioni probatorie che pone il nuovo codice....ben sapendo che sarebbero stai dolori...in ogni caso l’art 68 cost. ha sempre consentito di non esser processati tanto che sulla spinta dell’ opinione pubblica fu modificato per non garantire impunità. Se oggi fosse ancora quello nessuno griderebbe a fantomatici attacchi giudiziari potendosi garantire sempre protezione anche da sentenze definitive.). La gente chiede giustizia sociale alla magistratura intanto perché il parlamento non rappresenta più nessuno,poi perché i partiti invece di essere rappresentanti di interessi generali sono come i sindacati, rappresentano categorie che cercano di entrare nella stanza dei bottoni,e poi perché il poter amministrativo e oggi mal visto e quindi invece di ricorrere alla mediazione amministrativa collettiva si preferisce scontrarsi in aula per far valere i propri diritti(si pensi ai sindacati che prima firmano accordi mal visti dai lavoratori dicendo che bisogna ingoiare la pillola e poi li si ritrova "nominati" in parlamento e remunerati per l’accordo firmato a suo tempo). Ultima cosa..chi di solito fa il magistrato è portato di un idea di ordine e legge e male si tagliai a fare il rivoluzionario quindi semmai la magistratura ha un idee più conservatrici che progressiste(nel senso antico del termine e non come oggi che si chiama destra berlusconi che di destra non ha proprio nulla..perché è su questo equivoco che si reggono gli ultimi 20 anni di balle)

    e per favore basta scemenze...la magistratura non ha la discrezionalità penale perché cosi gli piace ma perché per renderla effettiva due sono le soluzioni..o si aumenta il personale con costi spaventosi(e le casse attuali no lo permettono) oppure come diceva Borsellino si deve depenalizzare tanto fatti sociali non rilevanti(ma chi grida al falso mito dei magistrati che sono discrezionali lo fa proprio per arrivare ad avere quella discrezionalità cosi da poter poi discutere mediaticamente sulle proprie tv non tanto se il reo sia colpevole o meno ma se occorreva fare il processo...cosa che nei discorsi di berlusconi si capisce bene:mi hanno condannato per evasione ma pago già tanto tasse(ergo il processo si poteva anche non fare...si ciccio e i tribbuti cosa sono offerte libere?!?!)
    mi fermo qua perché sennò...però per favore basta stupidaggini sul serio.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.191) 16 agosto 2013 17:09

    Ancora un articolo con una serie di balle impressionanti.Come dice il magistrato Davigo l’inchiesta di mani pulite scoppio più che per il crollo del muro e la globalizzazione perché erano finiti i soldi( e quindi chi prima avvertiva la concussione come un affare ora non la tollerava più visto che il politico non riduceva la proprie richieste).Gli altri poteri pubblici e occulti semmai in azione penale obbligatori sono elementi che depistano e rallentano ma ciò che fa scoppiare il bubbone sono la mancanza di un continuo afflusso di denaro.I magistrati sono scelti per concorso proprio perché non siano oggetto dei mal di pancia della popolazione e poi in regioni controllate dalla criminalità organizzata sarebbe proprio curativo farli eleggere dal popolo(nel "caso Ilva" sarebbe facile per il magistrato non procedere sotto elezione e riguadagnarsi voti come spesso succede in usa...li il procuratore durante l’anno concorda sempre le pene e prima che finisca la propria permanenza nell’ufficio tira fuori i casi più ecclatanti che sa di vincere per riguadagnarsi l’elezione...e poi dicono del protagonismo dei nostri cosa che non esiste).Le norme di diritto internazionale e comunitario entrano per espressa previsione della costituzione agli articoli 10 e 117.Spetta ai parlamenti ratificare i trattati oppure no(e qui la magistratura non conta nulla perché gli eletti sono i nominati e quindi cosa contino i magistrati in questo caso non è dato sapere...in ogni caso la qualità delle norme internazionali e molto migliore di quella nazionale specie il clima di oclocrazia che regna nel nostro paese).il rito accusatori introdotto nel 1989 fu un disastro intanto perché non è un sistema adatto a contrastare fenomeni criminali di stampo italico(ossia sociali) e poi perché in Italia la tv ha sempre fatto più cultura della scuola e la gente ha sempre pensato di vedere finalmente i processi "come in tv"(già qua i capisce l’ignoranza di un popolo),non sapendo che quel tipo di processo necessita di alcuni caratteri sociali e che si usa solo in pochi casi mentre tutti i processi rimanenti si concludo con patteggiami(cosa che da noi è stata introdotta in modo del tutto favorevole all’imputato mentre in america è favorevole al procuratore e la differenza è molta).Circa il giornalismo la differenza la fece proprio il c.p.p. nuovo in quanto prima fino al rinvio a giudizio dopo l’istruttoria formale(salvo i casi di sommaria con citazione diretta a giudizio) l’indagato non sapeva di esserlo(stante il segreto istruttorio diverso da quello investigativo)e quindi o si era prosciolti in istruttoria e nessuno ne sapeva nulla oppure si rinviava a giudizio(e moti si dimettevano per evitare,quando ancora la rai faceva il suo mestiere,il dibattito in aula senza le limitazioni probatorie che pone il nuovo codice....ben sapendo che sarebbero stai dolori...in ogni caso l’art 68 cost. ha sempre consentito di non esser processati tanto che sulla spinta dell’ opinione pubblica fu modificato per non garantire impunità. Se oggi fosse ancora quello nessuno griderebbe a fantomatici attacchi giudiziari potendosi garantire sempre protezione anche da sentenze definitive.). La gente chiede giustizia sociale alla magistratura intanto perché il parlamento non rappresenta più nessuno,poi perché i partiti invece di essere rappresentanti di interessi generali sono come i sindacati, rappresentano categorie che cercano di entrare nella stanza dei bottoni,e poi perché il poter amministrativo e oggi mal visto e quindi invece di ricorrere alla mediazione amministrativa collettiva si preferisce scontrarsi in aula per far valere i propri diritti(si pensi ai sindacati che prima firmano accordi mal visti dai lavoratori dicendo che bisogna ingoiare la pillola e poi li si ritrova "nominati" in parlamento e remunerati per l’accordo firmato a suo tempo). Ultima cosa..chi di solito fa il magistrato è portato di un idea di ordine e legge e male si tagliai a fare il rivoluzionario quindi semmai la magistratura ha un idee più conservatrici che progressiste(nel senso antico del termine e non come oggi che si chiama destra berlusconi che di destra non ha proprio nulla..perché è su questo equivoco che si reggono gli ultimi 20 anni di balle)

    e per favore basta scemenze...la magistratura non ha la discrezionalità penale perché cosi gli piace ma perché per renderla effettiva due sono le soluzioni..o si aumenta il personale con costi spaventosi(e le casse attuali no lo permettono) oppure come diceva Borsellino si deve depenalizzare tanto fatti sociali non rilevanti(ma chi grida al falso mito dei magistrati che sono discrezionali lo fa proprio per arrivare ad avere quella discrezionalità cosi da poter poi discutere mediaticamente sulle proprie tv non tanto se il reo sia colpevole o meno ma se occorreva fare il processo...cosa che nei discorsi di berlusconi si capisce bene:mi hanno condannato per evasione ma pago già tanto tasse(ergo il processo si poteva anche non fare...si ciccio e i tribbuti cosa sono offerte libere?!?!)
    mi fermo qua perché sennò...però per favore basta stupidaggini sul serio.
  • Di (---.---.---.106) 16 agosto 2013 19:13


    La magistratura italiana è tra le ultime al mondo per i tempi di cause 
    civili o penali mentre magistrati indegni vengono promossi ai massimi livelli
    tipo i responsabili dell’arresto d’Enzo Tortora e se vanno in pensione 
    ricevono emolumenti incompatibili con la realtà del paese o meglio 
    compatibili con l’ingiustizia regnante.. 
    Aldo Moro viene sequestrato da coloro che a tutt’oggi detengono poteri occulti e viene ucciso da Mario Moretti ex dei servizi segreti deviati.
    Prodi ha venduto l’Italia alla massoneria internazionale con la complicità 
    di uomini vili mentre Di Pietro lavorava con De Benedetti per assecondare 
    i poteri internazionali.
    L’Europa è prigioniera del tradimento cristiano di questi e tanti altri uomini dl potere.

       
  • Di (---.---.---.52) 17 agosto 2013 09:01

    Ma cos’è questa farneticazione??? Questo è un articolo scritto da un avvocato del berlusca?? O da un dirigente del pd?? Ma cos’è??

    Stiamo dicendo che la magistratura vuol sovvertire l’ordine nazionale!! Ma ci rendiamo conto di quanto siete asserviti ai potenti??
    Secondo voi creare società estere cui far confluire denaro da riciclare, denaro nero, frutto di truffe ed evasioni, denaro per corrompere, non è perseguibile?? Anzi, non è da punire?? Secondo voi non è da estirpare il fenomeno diffusissimo delle mazzette??? La corruzione è come la mafia, le tangenti ne sono il pizzo!!!!! Massa di ipocriti!!!!
    E non dimentichiamoci che c’è un partito non di poco conto che continua a perseverare nella sua mania di potenza ed avarizia di denaro!! Un partito che ha una potenza così enorme da poter poter decidere chi debba svolgere le indagini contro lui stesso così da non venir condannato.e di tutto ciò non se ne parla!!! Mentre noi italiani affondiamo dietro il prezziario che manipulite non è riuscito ad estirpare, ma si è consolidato grazie all’unione europea delle banche. 
    Mi auguro che l’autore dell’articolo sia per lo meno stipendiato da qualche potere, rosso o azzurro che sia. Altrimenti, siam messi davvero male!!
    • Di (---.---.---.41) 17 agosto 2013 10:26

      Lei non ha capito nulla di quello che c’è scritto. Ma non mi stupisce perchè non ha gli strumenti culturali necessari. Legga qualcosa e ladci perdere i commenti da vbar dello sport.
      Soprattutto impari ad essere più civile e a non insultare chi non la pensa come Lei

  • Di (---.---.---.153) 17 agosto 2013 10:28
    Messaggio per la Redazione.
    Sarebbe ora che venisse esercitata una minima censura (che brutta parola!) preventiva, in modo da espungere certi pseudo-commenti offensivi sia per chi scrive, sia per chi legge, senza minimamente argomentare ed entrare nel merito di quanto si sta commentando.
    Nel passato (ormai lontano, sigh!), gli ignoranti (che non è sinonimo di maleducati!) erano almeno umili, ma nel contempo dignitosi, abbastanza da avere un giusto senso di pudore nel parlare in pubblico: purtroppo il ventennio ha obnubilato tante coscienze e l’anonimato ha fatto il resto, per cui dobbiamo subire le incursioni di questi squallidi capaci di abbassare al loro livello qualsiasi conversazione.
    rBle
    • Di (---.---.---.153) 17 agosto 2013 10:36

      P.S.

      A scanso di equivoci, ho trovato molto interessanti sia l’articolo, sia il primo commento (---.---.---.191 16 agosto 17:09.), pur essendo antitetici. Il commentatore avrebbe forse  potuto risparmiarsi certe espressioni un po pepate, ma ha argomentato approfonditamente le sue osservazioni.
      rBle 
    • Di (---.---.---.41) 17 agosto 2013 10:45

      scusate io usualmente non uso espressioni come quelle della risposta precedente, ma non posso permettere a nessuno di trattarmi da ipocrita, da stipendiato di Berlusconi, da iscritto occulto al Pd o al Pdl, per di più se questio è determinato dal fatto che chi dice certe cose ha capito alla rovescia quello che ho scritto ed (ovviamente) non argomenta nel merito, ma scrive solo insulti. In questo caso, mi sento autorizzato a rispondere per le rime, informando l’ignorante che è tale. Ed anche il cretino ( (ricordate Totò? "Lei è un cretino, si informi!").
       Vice versa sono disponibilissimo a discutere nel merito delle mie valutazioni a chi mi faccia obiezioni in modo civile e, come altre volte ho fatto, a riconoscere anche di aver sbagliato se qualcuno me lo dimostra.
       I berlusconiani non sono solo quelli che tifano per il Cavaliere ma anche quelli che credono di opporglisi ma ne hanno assorbito l’inciviltà del discutere.
      Cordialmente...

  • Di (---.---.---.167) 17 agosto 2013 19:47

    Epilogo >

    Al centro il tycoon da tutti apprezzato. Il leader assertore del “ghe pensi mi”.
    Un uomo che dispone in abbondanza di tutte le risorse (uomini e mezzi) necessarie per ogni evenienza. Il Cavaliere che, per indole e prestigio, non può “cedere” a gesti sinonimo di resa o di viltà.

    Ecco allora il dilemma irrisolto.
    Quanto vale il “plauso” collettivo di fronte alla difesa di un impero imprenditoriale?
    Quanto può pesare una “agibilità” politica sulla bilancia delle “libertà” personali?

    In concreto.
    A tanto politico, di “rara capacità”, a nulla giova imboccare una via d’uscita “obbligata” che non eviti i possibili effetti “restrittivi” di processi tuttora pendenti.
    Fin quando il Cavaliere riuscirà a “digerire” l’alternativa tra un percorso “condizionato” e la via della fuga?
    La storia attesta che la Febbre del Tribuno non conosce né remore, né limiti fino a …

  • Di (---.---.---.39) 18 agosto 2013 22:00

    l’articolo, a mio avviso, è bellissimo e non è affatto di parte. Scritto con pacatezza e competenza. Complimenti vivissimi. Spiace leggere di gente ignorante che spara offese solo perché non dispone di argomenti validi per controbattere. Spesso è il destino di chi ha ragione (ragione nel senso di capacità di ragionare, tralasciando quale sia il vero ed il falso che sono categorie indefinite ed opinabili)


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