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La lista Falciani, la caccia grossa e la cassaforte degli evasori

“La cassaforte degli evasori” è il libro che racconta le avventure internazionali di Hervé Flaciani, un informatico professionista che ha favorito la diffusione di molte informazioni economiche segrete (Chiarelettere, Hervé Falciani e Angelo Mincuzzi, 2015, pagine 285, euro 13,90).

La storia di Falciani e dei vari intrecci tra alcuni servizi segreti mi ricorda a grandi linee quella di Julian Assange (il portavoce di www.wikileaks.org, http://www.agoravox.it/Assange-e-l-agonia-della.html) e in parte anche quella di Daniel Estulin (l’autore del best seller “Il club Bilderberg”). Infatti la “liberalizzazione” dei dati finanziari sembra aver innescato anche la vicenda di Blatter e della corruzione all’interno della FIFA (www.fifa.com, la cui sede centrale è a Zurigo, in Svizzera).

Nella banca in cui lavorava il professionista italo-francese “esisteva una struttura per aiutare i clienti a evadere le tasse” e Falciani è riuscito a impadronirsi delle prove in modo legale per molti paesi (naturalmente i vari collaboratori sono impossibili da identificare nel loro ruolo preciso). Il suo obiettivo “non era divulgare i nomi degli evasori fiscali quanto richiamare l’attenzione dei mezzi di comunicazione e della politica”.

Comunque bisognerebbe precisare che i paradisi fiscali più grandi sono anglosassoni: Londra, Wall Street, Delaware, isole varie, ecc. L’istituto legale del trust è un sistema molto antico e legale per nascondere il vero proprietario di una società o di una fondazione. I primi Trust ebbero origine durante le crociate per tutelare i beni familiari nel caso in cui l’importante membro di una famiglia nobile avesse perso la vita, ma oggi hanno la principale funzione di occultare la proprietà dei beni e di evitare il pagamento delle tasse.

Quindi tutti questi strani accadimenti giudiziari e finanziari non scalfiranno il grande potere dei grandi miliardari anglosassoni e dei grandi banchieri. Anzi, i banchieri e i grandi miliardari americani si arricchiranno ancora di più, grazie alla strana ingenuità di molti burocrati, che agiscono a livello nazionale, se si considera il grande potere della colonizzazione finanziaria.

In ogni caso “Si capisce perché gli uomini politici non fanno nulla per combattere l’evasione fiscale, lo strapotere delle banche e la corruzione. Proteggendo le banche proteggono se stessi”. In effetti i paradisi fiscali servono anche per occultare le tracce dei finanziamenti che arrivano ai partiti o direttamente nelle mani dei politici.

D’altra parte bisogna ricordare che in Francia gli interessi sul debito pubblico arrivano a circa 40 miliardi di euro e i vari governi devono tassare i cittadini per pagare questi interessi, che escono in gran parte dall’economia francese. Ad esempio “In Francia oggi il 50 per cento del bilancio statale proviene dall’incasso dell’Iva” (p. 161). In Italia esiste lo stesso problema.

Comunque condivido pienamente questa considerazione di Falciani: “Credo che oggi sia più sensato aggregarsi sui progetti piuttosto che intorno a una figura carismatica. E agire come imprenditori dotati di principi etici e di umanità, senza sottostare agli ordini di un capo, una soluzione giustificata solo in tempi di guerra. In questo modo si lotta anche contro la disuguaglianza” (p. 157). Infatti Falciani vorrebbe creare una piattaforma informativa internazionale in un paradiso informazionale. Ad esempio in Costa Rica o in Ecuador, dove quasi tutti i generi di informazione possono essere scambiate liberamente.

Infine ricordo che Falciani ha collaborato con il giornalista Angelo Mincuzzi e mi ha fatto nascere la sensazione di essere un cittadino di una colonia finanziaria dello Stato finanziario Anglo-Sassone (Stati Uniti, Regno Unito, Stati tedeschi uniti). Anche se “L’Italia ha avuto più informazioni degli altri paesi ma da Roma è arrivato uno stop: le leggi italiane, a differenza di quelle spagnole, non consentivano l’uso giudiziario di informazioni ottenute attraverso canali non ufficiali”.

Hervé Falciani è un ingegnere informatico italo-francese. Nel 2001 ha iniziato a lavorare con la banca privata Hsbc di Ginevra. La sua collaborazione con le polizie di alcuni paesi iniziata nel 2009 ha consentito di recuperare molti milioni di euro evasi da molti cittadini francesi e spagnoli.

Angelo Mincuzzi è caporedattore e inviato del quotidiano “Il Sole 24 ore”. Con Giuseppe Oddo ha pubblicato il libro “Opus Dei. Il segreto dei soldi. Dentro i misteri dell’omicidio Roveraro” (2012).

Per approfondimenti video:

https://www.youtube.com/watch?v=DvHurvlLa9E (Servizio Pubblico, 9 minuti, 19 febbraio 2015), https://www.youtube.com/watch?v=DtnvdOmlZcU (in francese, Bourdin Direct, 18 minuti, 2015), https://www.youtube.com/watch?v=VsxxLq3uE3s (Passaparola, 10 minuti, 23 febbraio 2015), https://www.youtube.com/watch?v=KXnw2SoHRys (in inglese, 11 minuti, 60 Minutes, febbraio), https://www.youtube.com/watch?v=53_TkMSiGsY (in francese, 43 minuti di VoxPop, 8 aprile), https://www.youtube.com/watch?v=1woRt5oW-t0 (in spagnolo, 21 minuti, eldiario.es, 2013).

Appendice - Per comprendere meglio il passato finanziario italiano e in parte anche alcuni degli ultimi accadimenti: http://www.linkiesta.it/calvi-banda-magliana.

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