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"La linea verticale", la fiction RAI con Valerio Mastrandrea

Cercare di capire il senso delle cose e la lotta per il ritorno alla vita sconfiggendo la malattia sono gli argomenti alla base de “La linea verticale” la nuova fiction targata RAI in onda per quattro puntate in prima serata su RAI 3 a partire da sabato 13 Gennaio (e comunque già disponibili dal 06 Gennaio sul servizio online RAI PLAY).

La malattia è quel momento che innesca nelle nostre vite un meccanismo che ci spinge ad interrogarci a fondo proprio perché sentiamo il controllo sfuggire dalle nostre mani.

Freud sosteneva che “Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati.”

Cercare di capire il senso delle cose e la lotta per il ritorno alla vita sconfiggendo la malattia sono gli argomenti alla base de “La linea verticale” la nuova fiction targata RAI in onda per quattro puntate in prima serata su RAI 3 a partire da sabato 13 Gennaio (e comunque già disponibili dal 06 Gennaio sul servizio online RAI PLAY).

La serie TV prende spunto dall'omonimo racconto di Mattia Torre ed edito da Baldini & Castoldi (qui in veste anche di autore della fiction stessa) e cerca di differenziarsi dalle molte medical drama, viste in questi anni sul piccolo schermo, per il tono ironico da commedia che sa intrattenere e far riflettere.

La considerazione viene spostata su quella che è la capacità di rimanere in piedi, di rialzarsi di fronte alle difficoltà, di avere la speranza nonostante tutto (di mantenere perciò una linea verticale del nostro vivere).

La storia narrata è quella di Luigi (Valerio Mastrandrea) il quale scopre di avere un tumore al rene e che verrà perciò ricoverato nel reparto di urologia oncologica di un ospedale italiano per ricevere le cure del caso. La vita di Luigi, come comprensibile, cambierà da un momento all'altro.

In tale realtà il protagonista entrerà in contatto con gli altri pazienti del reparto e con il personale sanitario (medici, infermieri ecc.).

Tra le mura ospedaliere saranno diversi i compagni di avventura di Luigi; un somalo assolutista, un ristoratore che sa tutto di medicina, un prete in crisi, un intellettuale taciturno e uno stuolo di anziani cattivi perché in “gabbia”.

La peculiarità di questo lavoro di scrittura, come già detto, è quella di mantenersi in equilibrio tra comicità e dramma, emozione e distacco compiendo un viaggio nella malattia come occasione e spunto di rinascita.

Il cast della fiction è composto (oltre che da Valerio Mastrandrea) da numerosi altri attori tra i quali: Babak Karimi, Greta Scarano, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Giorgio Tirabassi, Ninni Bruschetta, Cristina Pellegrino, Antonio Catania.

In conclusione vale la pena ricordare l'importanza di un progetto autoriale come “La linea verticale” in grado di dialogare con un aspetto particolare come quello della malattia.

Cicerone diceva che “Le malattie dell’anima sono più pericolose e più numerose di quelle del corpo” e proprio per questo curare la nostra anima attraverso la speranza (portata anche dalla leggerezza e dalla capacità di sdrammatizzare) anche nei momenti di malattia del nostro corpo diventa indispensabile per trovare le risorse utili alla nostra completa rinascita. 

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