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La guerra del debito e l’egemonia della Germania

La lenta agonia dell’Europa passa attraverso la guerra del debito e l’egemonia tedesca.

Angela Merkel

Due facce diverse dell’epoca moderna: la sonda spaziale che arriva nei pressi di Plutone, l’ultimo dei pianeti del sistema solare e la Grecia, un Paese europeo, uno di noi. Un successo dell’Umanità la prima, un quadro triste di impotenza la seconda.

Plutone ci dimostra quanto siamo 'piccoli' di fronte all'Universo mentre, nello stesso istante, facevamo diventare l'Unione europea e il futuro della sua moneta unica, un disastro politico.

La guerra del debito

Due fronti distinti nella guerra del debito: una Grecia disarmata politicamente e la tecnocratica Bruxelles che la domina e la umilia. “Nessuno ha vinto e nessuno ha perso”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, dopo l’accordo sulla Grecia.

Ma la guerra continua perché il debito greco era e rimane insostenibile. Invece del Grexit si è giunti solo al ‘Grexicidio’, pensato da burocrati bancari 'prestati' alla politica e da politici di professione che sono ‘mentalmente instabili’ a causa di una rara malattia che li affligge: l’austericidio cronico. Sull’altare dell’austerità si è sepolta la socialdemocrazia, ora il tormento greco è prolungato, ma nessuno potrà gioire perché tutti gli altri si devono considerare avvisati.

Nessuno sembra voler capire che l'euro non vale nulla senza un’unione fiscale e politica; una Unione europea che cerca di legittimare se stessa non potrà mai esistere senza che il più ricco economicamente aiuti quello più povero e arretrato. Poiché la Grecia ha un debito impagabile, oltre che insostenibile, è necessario applicare il principio del ricco con il povero, o morirà dopo una lunga e penosa agonia. E la sua sarà una fine annunciata.

All’ultimo Hollande ha tentato di salvare la faccia della Francia giocando nel ruolo del poliziotto buono, principalmente per compensare una Merkel troppo ‘cattiva’, ma invero l’ha fatto per non prendersi la responsabilità di quel che succederà negli anni a venire e fare in modo che sia la cancelliera tedesca l’unica a macchiarsi di ‘infamia’ nella Storia contemporanea.

Non è vero che non ci sono né vinti né vincitori, sulla vicenda greca ha trionfato la ‘solidarietà umiliante’, più che altro un avvertimento per i trasgressori del futuro.

L’egemonica Germania

'Der Spiegel' pone la Merkel fra i generali nazistiLa Germania si considera l’esecutore massimo della disciplina economica e politica europea, la visione tedesca dell'Europa è ancora legata ai principi del nazionalsocialismo degli anni ’30 e rimane fermamente convinta che ‘ciò che non ci uccide, ci rende più forti’. Una visione comprensibile per i mercati, ma non per la gente comune.

Angela Merkel è una politica dura, non emozionale, dedita alla fisica quantistica, che vede l'Europa solo in termini matematici e vuole che a gestirla siano dei bravi tecnocrati, ligi al loro principale dovere: l’obbedienza. La Merkel è il brutto leader di una Germania riluttante. Se la Grecia ha perso, chi ha trionfato è l’Europa tedesca senza un briciolo di solidarietà mentre tutti gli altri servono solamente a fare numero.

Una Germania troppo grande persino per una troppo piccola Europa.

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