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La fine del berlusconismo e della grande illusione

Con la fine del berlusconismo pian piano sta sopraggiungendo anche la fine della grande illusione.

 

Complice la crisi economica il “sogno italiano” decantato da Berlusconi negli ultimi vent'anni sta giungendo al termine. Secondo gli ultimi sondaggi metà degli italiani percepisce la propria famiglia più povera di prima. Dall'epoca berlusconiana di ottimismo e arrivismo sociale siamo passati all'era montiana fatta di tagli, tasse e penitenza.

Ma la vita va avanti e un Berlusconi diverso sembra arrivare: si chiama Beppe Grillo. Il comico genovese sta intercettando il malcontento e il dissenso così diffusi ora nel paese. Certo la differenza tra lui e Berlusconi è enorme, ma entrambi hanno qualcosa in comune: la personalizzazione massmediatica, fenomeno della politica degli anni recenti. Inoltre, come Berlusconi, Grillo arriva in un momento di deriva dei partiti, la cui fiducia secondo gli ultimi sondaggi è al di sotto del 5%. Abbiamo lasciato una grande illusione per abbracciarne un'altra? Non si sa, il futuro potrà darci tante risposte.

Oltre a ciò una domanda aleggia ancora nella'aria: Berlusconi, direttamente o indirettamente, sarà ancora protagonista della politica italiana, magari accanto a Montezemolo?

Quasi a tutti però sfugge qualcosa di veramente importante di interesse socio-antropologico: può l'illusione mass-mediatica arrestarsi? Si può arrestare la società dell'immagine nelle sue molteplici forme?

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