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La finanza è l’oppio dell’economia, e di overdose si muore

In molti non sanno e chi sa finge di non sapere, il rischio di una fase 2 della crisi che ci attanaglia da 5 anni è più che probabile. 

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Parlano i numeri, i dati dell'economia reale: parla inequivocabilmente la disoccupazione. Le iniezioni e gli aiuti delle banche centrali non hanno e non possono curare l'economia. Essa ha subito un duro colpo, forse mortale, e anche se i mercati finanziari salgono e sembrano rilanciarsi, l'economia reale, quella che si basa sugli investimenti, sull'occupazione, sulla produttività, quella vera, non è affatto ripartita. Il lavoro non è ripartito. Non esisterà più la possibilità di garantire lavoro a tutti, questo è certo, la battaglia che le imprese stanno conducendo per tenersi in piedi è quella dei licenziamenti e di come produrre utilizzando meno lavoratori. Il lavoro non ripartirà, e la vita non potrà più dipendere da esso.

Cosa potrebbe succedere qualora la crisi passasse alla fase due? Le banche centrali hanno già sparato i loro colpi, il costo del denaro non può scendere più di così. Chi dovrà far fronte al salvataggio delle banche? Ebbene, saranno i risparmiatori e tutti i cittadini il prossimo salvagente. Esiste già, è stato approvato sia dalle autorità europee sia da quelle svizzere e si chiama “bail-in”. Si ripeterà quanto sperimentato a Cipro, saranno i risparmiatori a finanziare i buchi delle banche, subendo prelievi forzosi dai propri depositi.

La finanza ha ferito mortalmente l'economia, l'economia non è in grado di togliersi dall'abbraccio mortale della finanza, la finanza sta caricando il prossimo attacco mortale. Non esiste un modo ortodosso per salvare il salvabile, esiste solo una rivoluzione radicale: eliminare la finanza. Fare un enorme salto indietro potrebbe essere l'unico modo per salvarsi, ammettere di aver esagerato, di aver perso il controllo, ecco, ammettere di aver perso il controllo potrebbe essere l'unico modo per scardinare le troppe certezze che hanno portato fino a questo punto.

Non potendo più garantire il lavoro dobbiamo poi passare a garantire il diritto alla vita. Vorrei che dal concetto asettico di comuni si passasse a quello di comunità. Vorrei che si portasse il denaro al suo significato primordiale, cioè quello di mero strumento, utile ma non indispensabile. Il valore del denaro come per qualsiasi altra cosa è dato da chi non ce l'ha. Quindi o si stampa e si dà a tutti o gli si toglie il valore eccessivo che forzatamente gli è stato attribuito. Il denaro non può e non deve generare denaro. Non può moltiplicarsi senza il prezzo di un'azione, dove l'azione sta per sforzo fisico o intellettivo e non un pezzo di carta al quale viene virtualmente attribuito una piccola parte di azienda. La finanza è l'oppio dell'economia, e di overdose si muore. 

 

Foto: Pixabay

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.113) 2 luglio 2014 22:38

    Non sono un esperto di finanza, ma poiché gli esperti di finanza certe cose non le dicono, o forse i media non pubblicano quelli che le dicono, ho dovuto darmi da fare per capire cosa sta effettivamente accadendo.

    Quello che credo di aver capito è che i capitali finanziari non diventano credito per imprese e persone, cioé carburante per l’economia reale, perché gli investitori trovano più redditizio speculare sull’andamento dei titoli.
    La pratica dell’high frequency trading (scambi ad alta frequenza), che in alcuni casi raggiunge il 70% degli scambi totali, mantiene in un circuito speculativo i capitali sottraendoli alle imprese.
    Questo comporta anche una alta volatilità dei mercati, con aziende le cui quotazioni scendono o salgono per motivi che nulla hanno a che fare con eventi reali.
    In queste condizioni non serve aumentare la liquidità o regalare il denaro, dal momento che la maggior parte delle risorse viene impiegato per scommettere sui titoli.

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