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La donna con sindrome di Down: « L’aborto non mi ha fregata »

Oggi proponiamo un altro video, realizzato dalla trasmissione “A sua immagine” del 10 gennaio 2009, la cui protagonista è Cristina Acquistapace, una donna affetta da sindrome di Down che ha scelto di diventare suora nel 2006, all’età di 33 anni, entrando nell’Ordo Virginum della Diocesi di Como.

Nel 2010 ha fatto scalpore il video di Gianna Jessen, una donna che è sopravvissuta all’aborto e ora viene invitata in tutto il mondo per raccontare la sua storia. «Lo slogan oggi è: “libertà di scelta, la donna ha il diritto di scegliere”, e intanto la mia vita veniva soppressa nel nome dei diritti della donna», questa è la frase che tormenta giorno e notte femministe e abortisti di tutto il mondo.

Oggi proponiamo un altro video, realizzato dalla trasmissione “A sua immagine” del 10 gennaio 2009, la cui protagonista è Cristina Acquistapace, una donna affetta da sindrome di Down che ha scelto di diventare suora nel 2006, all’età di 33 anni, entrando nell’Ordo Virginum della Diocesi di Como. «Non me la sento di essere felice da sola», ha confidato alla madre, spiegando di non voler vivere solo per se stessa, ma al contrario, avvertendo la necessità di donare un poco di questa felicità anche agli altri. La Chiesa ha vagliato per anni la richiesta, accertandosi dell’autenticità della vocazione, fino a quando tutti i dubbi sono stati rimossi. «La sindrome di Down per me non è stata né una maledizione né una benedizione – spiega Cristina – ma il modo per capire che sono portata per delle cose e non per altre. E sono pronta ad affrontare gli impegni che ho assunto».

Cristina non è mai stata in silenzio di fronte alla strage di bambini Down abortiti che, secondo una accurata indagine del prof. Benedetto Rocchi, professore di economia all’Università di Firenze, il numero è stato tra i 799 e 1309 di bambini down abortiti (stima “pessimista”) nell’anno 2009. Ha affermato la donna:«Non mi sono mai sentita diversa dagli altri, perché come tutti sogno, spero, desidero, provo dei sentimenti, gioco. Io sono contenta di essere venuta al mondo, di essere nata, e ringrazio tutt’oggi i miei genitori che mi hanno fatta nascere». Ha quindi continuato: «L’aborto è una decisione infelice, ci sono madri che non se la sentono di portare avanti dei bambini, non ce la fanno. Si perdono una grande gioia, secondo me, perché tutti i figlio, in qualsiasi modo nasca, è un dono del cielo, e ha tutto il diritto di venire al mondo per mostrare quello che è capace di fare. Anche se sa fare poco, deve far vedere che lo sa fare». Infine la conclusione glaciale: «sono stata fortunata ad essere nata nel ’72, perché se nascevo oggi, nel 2000, l’amniocentesi mi fregava».

Un appello che rivolgiamo ai tanti vip che fanno la fila per presenziare alle “Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down”, durante le quali si bada bene di non citare l’aborto come causa principale di morte delle persone affette da tale handicap. Chi ha il coraggio di stare davanti a Cristina e parlare dei (presunti) diritti della donna di scegliere di sopprimerla?

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