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La cura libertista del Professor Monti

Monti è un Berlusconi sotto mentite spoglie. L'involucro è decisamente diverso - sobrietà invece che cafonaggine - ma molti, troppi contenuti sono gli stessi. L'unica cosa che fa veramente la differenza rispetto al suo predecessore è la questione delle tasse (se i grandi evasori dovranno davvero pagare) e questo spiega in buona parte la fiducia di cui il premier ancora gode rispetto all'opinione pubblica di centro sinistra.

Ma veniamo ad una questione che è ancora più importante delle tasse: la concezione della democrazia. Monti vive le procedure della democrazia parlamentare come un impaccio, un rallentamento rispetto all'efficacia del governare in tempi stretti, in perfetta continuità con Berlusconi.

Berlusconi per farsi le sue leggi ad personam, Monti per farsi accreditare presso i suoi amici di Bruxelles. Lo si era visto al tempo della riforma delle pensioni: occorreva decidere in fretta per convincere i "mercati" che il nuovo governo faceva sul serio. E lo si vede ora, dopo la rottura con i sindacati nella trattativa sul mercato del lavoro.

Trattativa, si è detto, fra il governo e le parti sociali, cioè sindacati e Confindustria. La Confindustria parte sociale? "Ma mi faccia il piacere!" avrebbe detto il grande Totò. La trattativa - in realtà era solo con i sindacati - era comunque iniziata. Sotto pessimi auspici, dato che non si poteva andare oltre il traguardo temporale posto nell'ultima settimana di marzo ("Ce lo chiede l'Europa").

Una trattativa che non puntava ad un accordo da raggiungere nei tempi necessari a conseguire il risultato, ma una finta trattativa che si doveva chiudere in tempi contingentati, indipendentemente dai risultati. Un teatrino, punteggiato dalle ricorrenti precisazioni della Fornero che, un giorno sì e l'altro pure, ricordava a chi si facesse illusioni che - comunque sarebbe andata - il governo, e solo il governo, avrebbe deciso d'autorità e nei tempi preventivamente definiti. E così è stato. Tutto questo condito da un'offensiva propagandistica senza precedenti da parte delle istituzioni, dei partiti presenti in Parlamento e del 90% dei media.

Diciamolo educatamente: i professori del governo Monti ci stanno prendendo per i fondelli. L'ultima trovata è la divisione del debito per la totalità degli abitanti del nostro Paese, che fa 32 mila euro a testa, neonati compresi. E allora? Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico pari al 100% del loro Pil, il Giappone pari al 200%, ma entrambi questi paesi tentano il rilancio delle loro economie con investimenti pubblici, sorreggendo occupazione, salari e stipendi. Gli Stati Uniti con successo, il Giappone, dopo risultati positivi, appesantito solo dagli effetti dello tsunami. Tutto si dice pur di impedire alla popolazione italiana di accorgersi che la politica economica del governo sta realizzando effetti economici esattamente opposti a quelli dichiarati.

Ogni teoria ha il dovere di confrontarsi con i propri risultati pratici: se questi risultano il contrario di quel che si aspettava, la teoria contiene posizioni sbagliate e va buttata. La scuola di riferimento dei professori di governo, in sintonia con quella dominante in Europa, e che per quasi quarant'anni ha dominato in quasi tutto il mondo, quella liberista, si sottrae invece accanitamente al confronto tra le proprie teorie di fondo e i risultati a cui esse portano. Non è un caso che l'Europa è oggi la parte del mondo messa peggio: è infatti l'unica oggi a praticare le teorie di questa scuola. Con trucchi retorici che sono appunto una presa per i fondelli, negando che i guai economici dell'Europa (l'entrata in recessione dell'intera zona euro, l'Italia che è quasi nove mesi che ci si trova, il massacro della Grecia, ecc.) siano il risultato di queste teorie.

Due trucchi in particolare: stiamo lavorando per i giovani e i sacrifici sono transitori ovvero - grazie a essi - la ripresa verrà. Quanti anni sono che da tutti i governi vengono demolite condizioni di vita e tutele del mondo del lavoro, con la litania del futuro dei giovani? Grazie all'indebolimento politico e sindacale del mondo del lavoro che ne è derivato, i giovani hanno visto molto peggiorate le loro condizioni di entrata nel mondo del lavoro, così come le loro prospettive pensionistiche. Ora ci viene detto che occorrerebbe poter licenziare di più e senza troppi vincoli, sempre per il futuro dei giovani. Se l'obiettivo dei licenziamenti facili andrà in porto la condizione lavorativa dei giovani e il loro futuro pensionistico semplicemente peggioreranno.

I professori non vedono i fallimenti dei loro obiettivi dichiarati perché sono distratti? Perché non sono molto intelligenti? In realtà operano davvero in modo scientifico, davvero realizzano gli obiettivi che vogliono: solo che non si tratta degli obiettivi dichiarati. Il corso politico europeo è da molti anni preso dal tentativo di costruire una superiore capacità competitiva dell'economia europea nel mondo, principalmente attraverso l'abbattimento del costo del lavoro (diretto e indiretto: cioè anche stato sociale e tutele giuridiche). A sua volta, la destra di governo tedesca sta giocando con efficacia una partita egemonica in Europa, nella forma di una centralizzazione sul sistema economico della Germania degli altri sistemi europei. Ciò che dovrebbe portare questo paese, non genericamente l'Europa, a essere competitiva nel mondo.

Molti paesi e tra essi l'Italia sono già ampiamente diventati succursali dell'economia tedesca, nella forma di imprese subfornitrici, fornitrici di beni di consumo, ecc. Naturalmente questo funziona se i prezzi delle produzioni di queste imprese sono bassi, ovvero se i lavoratori italiani costano la metà di quelli tedeschi. Il governo tedesco ha dunque usato la crisi e poi le difficoltà dell'euro per imporre a tutta Europa linee di politica economica che tendono a produrre recessione. Proprio quello che poi consente di abbattere facilmente salari, stipendi, stato sociale e tutele del lavoro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.112) 27 marzo 2012 19:30

    Attenzione non confondere la destra moderata con la destra autoritaria. Da dove hai ricavato che "Monti vive le procedure della democrazia parlamentare come un impaccio"??

    Questo voler schiacciare Monti su Berlusconi è una operazione molto pericolosa sul piano politico. Regala alla destra autoritaria un grande vantaggio!! non lo capisci??

    • Di (---.---.---.137) 29 marzo 2012 10:23

      Da dove ho ricavato che Monti vive le procedure della democrazia parlamentare come un impaccio? Ma dalle sue ripetute dichiarazioni sulla necessità di fare presto, che l’Europa non può attendere, che se no i mercati non capiscono, dal suo porre scadenze ravvicinate al confronto con le parti sociali (vedi pensioni e art. 18). La differenza fra Berlusconi e Monti non è fra destra autoritaria e destra moderata, ma fra destra populista e destra tecnocratica. Monti sta facendo cose che Berlusconi avrebbe voluto fare ma non è mai riuscito a fare.

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