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La crisi come opportunità: l’efficienza della Pubblica Amministrzione

Anche il nostro attuale premier considera la crisi finanziaria/economica mondiale come una occasione di progresso, da utilizzare per far superare al Paese le sue discrasie e le sue difficoltà; e ciò ha recentemente affermato in particolare in ordine all’efficienza della Pubblica Amministrazione, la quale, a Suo avviso, costa eccessivamente.

Nel far questo egli appare un uomo politico navigato, attento a quello che dice anche se, e non potrebbe essere diversamente, non dice esattamente tutto quello che pensa.
 
Ad esempio egli è il più importante imprenditore della televisione commerciale e, nella sua Mediaset, vige la norma ineludibile che vanno in video solamente coloro che ottengono adeguata audience: i conti, ed in particolare quelli degli incassi pubblicitari, devono ritornare.
 
Nella televisione pubblica, invece, le cose non stanno proprio così, come egli stesso ha fatto presente a proposito di alcuni suoi interventi su un funzionario di vertice dell’Azienda: nella RAI servizio pubblico, le raccomandazioni esistono e, in qualche modo, contano pure.

 
Insomma, a ben guardare, considerare l’inefficienza della Pubblica Amministrazione come un problema di costi, è limitativo: occorre considerare tutte le conseguenze dell’utilizzo del settore pubblico per finalità private da parte della classe politica dirigente.
 
Innanzitutto da un uso distorto della Pubblica Amministrazione, deriva una selezione della classe politica medesima altrettanto distorta, al punto che non può essere criticato chi oggi pensi che sia inopportuno frequentare alcuni suoi rappresentanti.
 
Inoltre, quanti lavorano con serietà all’interno della Pubblica Amministrazione, vedono la loro professionalità ed il loro impegno fortemente sminuiti dal sistema delle cosiddette “raccomandazioni”; e questo li pone in condizioni lesive della dignità della persona.
 
Infine le Istituzioni, a causa dell’uso distorto che di esse si fa, diventano inefficienti (e, qui l’analisi del premier è corretta: esse non sono economicamente convenienti per il cittadino).
 
Quanto sopra ha ben poco a che vedere con la crisi dei mutui; se però, per affrontare al meglio questa, il Governo intervenisse con opportune iniziative di trasparenza nelle assunzioni e nelle carriere del pubblico impiego, con conseguente duro colpo alle attuali forme clientelari della politica, finirebbe per fare il bene del Paese, strumentalmente utilizzando la crisi come opportunità di progresso.

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