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 Home page > Tribuna Libera > La chiesa di San Giovanni Battista in Sapri | Solo vanto senz’accoglienza

La chiesa di San Giovanni Battista in Sapri | Solo vanto senz’accoglienza

Il parroco don Enzo Morabito vede realizzato il suo sogno, il 29 ottobre del 2000, recita la Guida artistico-liturgica alla nuova chiesa parrocchiale, quello di una nuova chiesa e una canonica, necessarie per una pastorale a dimensione missionaria (Guida, 2013) – dice lui; quello dell’ostentazione di vanagloria – diciamo noi. E lo sottolinea più avanti nel testo della stessa guida quando aggiunge che in appena due anni e mezzo è stato costruito un tempio contemporaneo esempio e vanto per Sapri e l’intero golfo di Policastro (Guida, 2013).
Un vero tempo di record in Italia, considerando che certi infelici di terremotati in giro per il paese sono ancora in attesa, dopo anni e anni, di vedersela realizzata, una casa. E non c’è che dire, in quanto a edificio religioso è, senza dubbio e come altri della sua specie, molto fascinoso:
il battistero dalla forma ad uovo
il campanile dalle nuove e originali trasparenze
le porte laterali in vetro soffiato dai colori altamente simbolici
il pavimento in marmo dalle tinte sottile “Perlato di Sicilia” e “RossoAsiago”
le sculture in pietra egizia
il fonte battesimale imponente (un blocco, tre tonnellate)
la sedia presidenziale che per imponenza, peso e dimensioni ricorda i troni delle chiese medievali (Guida 2013)
e via dicendo.
Al cospetto d’una tale magnificenza, d’un edificio vera opera d’arte contemporanea (Guida, 2013), d’un portale d’ingresso dominato dalle simbologie di amore, vita, speranza, incontro, abbraccio e accoglienza, siamo, a maggior ragione, perplessi, dalle nostre parti, quando scopriamo d’esser chiusi fuori, d’esser abbandonati lì seduti sui gradini (o sdraiati sui cartoni, di notte, sul retro), noi senzatetto disgraziati e pur barboni – è vano bussare.
Abbiamo tentato.
Sull’onda di un riversamento mediatico di Don Enzo - […] ai senzatetto diamo aiuti immediati […], rif. post datato 2 ottobre 2017 - e dopo aver giaciuto per mesi sui cartoni, di notte, quelle stesse sgombre dalla pioggia, nell’assoluta e generale indifferenza, abbiamo tentato, abbiamo bussato alla sua porta.
Non abbiamo chiesto soldi, il suo incubo ricorrente.
Non abbiamo chiesto casa, o all’occorrenza anche uno spazio al coperto, ne ha da vendere.
Volevamo sentire cosa ha da offrirci, in quanto agli aiuti sbandierati in quella nota piazza sì affollata.
Nemmeno l’ascolto, a provar sul campo.
Quando c’è c’è, quando non c’è non c’è, le sue parole, una manciata di ovvietà, a dir dello sportello dedicato tanto immaginario quanto lo spirito che lo nutre.
E noi, pur perplessi, lì restiamo, su quei gradini (o sui cartoni, a dormire, sul retro), davanti alle porte – aihmè chiuse per non dir serrate – d’un edificio sacro, un capolavoro d’umano ingegno, ma dal cuore duro come il marmo che lo riveste.
Restiamo lì, noi senzatetto disgraziati e pur barboni, ai margini di una realtà che non mantiene, ciò che il portale promette: una donna, una madre, pure lei santa, che va incontro all’umanità intera e accoglie tutti (Guida, 2013).
Ne sappiamo qualcosa di donne e madri, anche meno sante, che accolgono… condizionatamente. Non sorprende che tocchi anche lei, la santa.
Quel che rattrista è la presa d’atto che la figura è solo segno, il contenuto è solo idea, la fame e il freddo, invece, son corpo. La chiesa è monarchia, le sue stanze son parvenza e il trono (Guida, 2013) lo testimonia. Pur Gesù fu già corpo, è in lui che si è mostrato, è in lui che ha goduto, è in lui che è morto – quello stesso nostro, per lo meno dalle nostre parti.
E così noi lì restiamo, a giacere sui cartoni, nelle notti non più asciutte (l’umidità incalza), sotto alle finestre delle sue stanze, a guardar le stelle, sognando il mondo da lui vantato, sulle note assai diffuse che ci giungono da quel dentro a cui noi non è dato accesso, d’un di più che si può dare (Morandi, Ruggeri, Tozzi) e d’un mondo che noi tutti siamo (We Are The World – Michael Jackson).
Vuol la sorte che noi barboni, per lo meno in questo caso, la maggior età l’abbiam già data, da un bel pezzo, e quel di più non c’interessa, se la base è pur solo indifferenza.
Perdonate e ci perdoni, chi la corona veste sacra… siamo noi i peccatori!
#senzatetto #senzatettosapri #indifferenza #trono #peccatori #monarchia
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