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La carità che uccide: Come gli aiuti dell’Occidente stanno devastando il Terzo mondo

"Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita." Lo ha detto Confucio qualche millennio fa. E, infatti, l'autrice di questo interessante e documentato libro lo conferma. Ecco cosa dice dei Cinesi e di cosa hanno fatto, o stanno facendo in Africa.

"La carità che uccide: Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo", di Dambisa Moyo

"Ma invece di conquistare l’Africa con la canna del fucile, la Cina sta usando la leva del denaro. Secondo le sue stesse statistiche, a fronte dei 20 milioni di dollari investiti in Africa nel 1975, nel 2004 ne ha investiti 900, sui 15 miliardi complessivi ricevuti dal continente. Strade in Etiopia, oleodotti in Sudan, ferrovie in Nigeria, energia elettrica in Ghana… sono solo una parte del fiume di progetti miliardari con cui la Cina ha inondato l’Africa negli ultimi cinque anni, e ognuno è parte di un piano ben orchestrato ...". 

Poi ancora: "L’errore compiuto dall’Occidente è stato dare qualcosa in cambio di nulla. Il segreto del successo della Cina è che la sua penetrazione in Africa è solo affaristica. L’Occidente ha mandato aiuti in Africa e in definitiva non si è curato del risultato; questo ha creato una cricca d’élite che ha escluso dalla ricchezza la maggioranza della popolazione causando instabilità politica. La Cina, all’opposto, manda in Africa denaro e in cambio pretende di guadagnare; grazie a questo atteggiamento, gli africani ...". 

Il 13 luglio 1985 va in scena il concerto “Live Aid”, con un miliardo e mezzo di spettatori in diretta: l’apice glamour del programma di aiuti dei Paesi occidentali benestanti alle disastrate economie dell’Africa subsahariana, oltre mille miliardi di dollari elargiti a partire dagli anni Cinquanta. Venticinque anni dopo, la situazione è ancora rovinosa: cosa impedisce al continente di affrancarsi da una condizione di povertà cronica? 

Secondo l’economista africana Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti, un’elemosina che, nella migliore delle ipotesi, costringe l’Africa a una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga. E nella peggiore, contribuisce a diffondere le pestilenze della corruzione e del peculato, grazie a massicce iniezioni di credito nelle vene di Paesi privi di una governance solida e trasparente, e di un ceto medio capace di potersi reinventare in chiave imprenditoriale. 

L’alternativa è chiara: seguire la Cina, che negli ultimi anni ha sviluppato una partnership sofisticata ed efficiente con molti Paesi della zona subsahariana. Il colosso cinese, che non deve fare i conti con un passato criminale di colonialismo e schiavismo, è infatti in grado di riconoscere l’Africa per la sua vera natura: una terra enorme ricca di materie prime e con immense opportunità di investimento. 

Definita l’anti-Bono per lo spietato pragmatismo delle sue posizioni, in questo libro Dambisa Moyo pone l’Occidente intero di fronte ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa che sono alla base delle sue “buone azioni”, e lo invita a liberarsene. Allo stesso tempo invita l’Africa a liberarsi dell’Occidente, e del paradosso dei suoi cosiddetti “aiuti” che pretendono di essere il rimedio mentre costituiscono il virus stesso di una malattia curabile: la povertà.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro anche se il momento in cui decidessimo di interrogare la Storia, quella vera e con la maiuscola, e chiedessimo informazioni sulla parola “colonialismo”, le risposte che riceveremmo sarebbero tante, troppe. Nessuna, comunque, ci aiuterebbe a risolvere i problemi di oggi. La discussione diventerebbe inevitabilmente politica, europea ed anche internazionale. Apriremmo piaghe e ferite ancora aperte e mai sanate. Meglio non aggiungere altro. 

Il nostro "umanismo-mielismo-pietismo" uccide l'Africa e gli africani. Ma questo non lo si può dire perchè non è "politicamente corretto", specialmente dalle parti oltre il Tevere ...

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