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La carica dei Quota 100

Uno degli scogli più importanti che rallenta la definizione del programma fiscale è la controversa "Quota 100". In pratica al compimento del 62° anno e con un minimo di 38 anni contributivi si potrà andare in pensione.

 Nelle stime del precedente governo i beneficiari sarebbero stati circa un milione con un ammontare di spesa nel triennio sperimentale di circa 20 miliardi. i primi dati comunicati dall'INPS indicano un'adesione al progetto ben inferiore al previsto. A fronte di un sensibile posticipo del versamento della liquidazione, oltre ad un impoverimento della quota pensionistica mensile hanno fatto propendere molti dei possibili aventi diritto a restare in attività per il tempo mancante ma avendo garantiti la pienezza dei diritti pensionistici conquistati.Resta da capire se la quota accantonata e non utilizzata sarà disponibile da subito per nuovi investimenti o se ciò avverrà al termine del triennio sperimentale previsto. Tutto questo per "premiare" nel migliore dei casi (ma si sa già che la quota sarà inferiore) un milione di persone: spesa elevata per un numero esiguo di persone. Resta poi da capire chi ha deciso di usufruire della riforma. Mancando al momento dati più dettagliati si possono formulare solo ipotesi, supposizioni. Una di queste è che gli aderenti a quota 100, per vari motivi, possano permettersi il prolungamento dei tempi ed i tagli previsti: in sintesi, chi ne ha meno bisogno ma voglia affrancarsi dal lavoro, della serie "pochi, sporchi, maledetti ma subito".


 Si sarebbe potuto inserire clausole premianti lavori faticanti; si è preferito lasciare aperto ogni spiraglio possibile. In un periodo di forte contrazione dell'offerta lavorativa sarà da dimostrare che a fronte di un determinato numero di pensioni anticipate corrisponderà un egual numero di assunzioni. La riforma poi non tocca minimamente la famigerata Legge Fornero, sia per la sua precarietà (tre anni sperimentali) che per la distanza dai reali problemi generati da quella legge, comunque ormai in buona parte riassorbiti come gli esodati, ad esempio.

Una eredità difficile da gestire per il nuovo esecutivo, posto di fronte quotidianamente a pareri discordi, aut aut, prese di posizione pro o contro, minacciando anche crisi. Oltre a quota 100 anche la Flat Tax rientra nei macigni regalati dal governo gialloverde alla nuova maggioranza. La definizione del DEF non sarà di semplice soluzione e gli scontenti saranno comunque parecchi.

Matteo Salvini ha fatto un affare portando al crollo il vecchio governo? Può darsi.

Foto: Pixabay

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