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La Turchia fa scorta di gas lacrimogeni per il 2015

Esaurite le scorte di gas lacrimogeni nelle manifestazioni del 1° del 31 maggio, quest’ultima per celebrare il primo anniversario delle proteste di Gezi Park, le autorità turche stanno correndo ai ripari.

L’ordinativo fatto a un’azienda della Corea del Sud è ingente: 1.509.015 candelotti e 389.500 granate, per un totale di 1.898.515 “pezzi”. Il primo invio, di più di un terzo del totale (550.000 articoli) è previsto per la metà di gennaio, il resto per la metà di maggio.

Amnesty International e le organizzazioni sud-coreane per i diritti umani hanno lanciato una campagna per fermare questa spedizione, che rischia di alimentare ulteriori violazioni dei diritti umani in un paese, la Turchia, che non rispetta il diritto di manifestazione pacifica e gestisce l’ordine pubblico in un modo contrario agli standard internazionali.

In numerose occasioni, prima durante e dopo le manifestazioni della primavera del 2013, che interessarono 79 delle 81 province turche, Amnesty International ha denunciato l’uso eccessivo e arbitrario dei gas lacrimogeni, lanciati anche ad altezza d’uomo, per disperdere le proteste. Lo scorso giugno, due manifestanti (Berkin Elvan, 15 anni e Abdullah Comert, 22 anni) morirono dopo essere stati colpiti alla testa da candelotti di gas lacrimogeno. Centinaia di persone riportarono danni a seguito dell’esposizione alle sostanze chimiche.

La Corea del Sud fa parte dell’accordo di Wassenaar, un’associazione di 41 tra i principali esportatori di armi che si sono impegnati a non autorizzare l’invio di forniture (compresi i gas lacrimogeni) verso paesi in cui potrebbero essere usate per commettere violazioni dei diritti umani.

Il governo di Seul ha anche firmato, seppur non ancora ratificato, il Trattato internazionale sul commercio di armi. In vigore da mercoledì prossimo, il Trattato chiede agli stati di svolgere una rigorosa valutazione del rischio prima di autorizzare le esportazioni di armi convenzionali.

A gennaio, le organizzazioni per i diritti umani erano riuscite a bloccare una commessa di tre milioni di bombolette di gas lacrimogeni di produzione sud-coreana verso il Bahrein, del valore di 28 milioni di dollari.

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