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La Top Ten dei principali eventi del 2012

Nonostante le profezie Maya, lo spread e la crisi economica, siamo arrivati al termine del 2012 e un nuovo anno è pronto a cominciare.

Giunti alla vigilia di Capodanno, la redazione di Segnali di Fumo ha ben pensato di fare un breve riassunto delle principali notizie che hanno interessato l’anno che sta per finire.

Questa, però, è un’ottima occasione per riassumerle tutte in una nostra ideale top ten. Nell’impossibilità di descrivere in poche righe quanto accaduto in 365 giorni, mi accontenterò di indicare gli avvenimenti principali e che possono ben rappresentare degli spunti di riflessione. Alcuni degli avvenimenti sottoriportati li abbiamo approfonditi durante l'anno nel nostro magazine Segnali di fumo, altre non siamo riusciti a testimoniarle.

  1. Tra il dicembre 2011 e il gennaio 2012, in Nigeria sono stati registrati numerosi attentati ai danni delle comunità cristiane del Paese ad opera del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram. Gli attentati, principalmente diretti alla chiese cristiane, hanno ucciso centinaia di nigeriani, fomentando l’instabilità sociale di un Paese ormai alla deriva in tema di diritti e libertà fondamentali. Quegli attentati si sono nuovamente verificati in occasione delle festività appena trascorse, mietendo ancora centinaia di vittime.
  2. Il 25 febbraio il Presidente dello Yemen ‘Ali ‘Abd Allah Saleh è costretto a dimettersi a causa delle numerose proteste che hanno investito il Paese. Già nel 2011 gli yemeniti avevano cominciato a manifestare una forte insofferenza nei confronti del leader dopo più di 30 anni di dittatura.Evidentemente queste rivolte sono state l’inevitabile strascico della ormai celebre Primavera Araba che, a partire dal 2010, ha investito il Nord Africa e parte del Medio Oriente.
  3. In marzo, a Tolosa (Spagna) un fondamentalista islamico uccide 3 bambini e un insegnante in una scuola ebraica. Questo ci fa comprendere che, anche nella “occidentalissima” Europa, vi sono innumerevoli difficoltà a trovare un equilibrio sociale.
  4. Il 16 aprile, in Myanmar, dopo 50 anni di un ferreo regime militare, hanno inizio le elezioni per rinnovare parte del Parlamento. Aung San Suu Kyi, dopo aver trascorso 15 anni agli arresti domiciliari, in veste di leader della Lega Nazionale per la Democrazia, arriva a sedere negli scranni parlamentari. Una grande vittoria della democrazia, nonostante l’emergenza “diritti umani”, come più volte ribadito in sedi internazionali dalla vincitrice del premio Nobel per la pace, continui a persistere.
  5. La condanna di Charles Taylor, presidente della Liberia dal 1997 al 2003, a 50 anni di reclusione. Il tribunale speciale dell’Aja per la Sierra Leone non ha avuto dubbi nel considerarlo colpevole nonostante non sia stato mai presente nel momento e nel luogo in cui venivano commessi i crimini. Durante il suo mandato presidenziale, Taylor fornì armi ai ribelli del Fronte rivoluzionario unito della Sierra Leone, uno dei principali gruppi impegnati nella guerra civile di quel paese, a cambio di grandi quantità di diamanti.
  6. Martedì 12 giugno, il capo delle operazioni di peacekeeping dell’ONU, Herve Ladsous, ha confermato alla stampa internazionale che la situazione in Siria è ormai degenerata in una guerra civile. Già nel marzo del 2012 l’ONU denunciava che la repressione ad opera del governo siriano aveva portato a ben 8.000 vittime; mentre per l’opposizione i numeri erano di 9.000 uccisi.Pochi giorni dopo, un altro avvenimento stravolge il quadro politico dei paesi oltre il Meditteraneo: l’Egitto, dopo 30 anni di dittatura da parte di Mubarak, indice elezioni democratiche. Il duello elettorale verrà vinto dall’islamico Mohamed Morsi.Tuttavia, è notizia di questi giorni che non cessano gli scontri e le manifestazioni di piazza nella capitale egiziana. La nuova Costituzione egiziana voluta dalla maggioranza islamista e’ stata approvata dal 63,8 dei votanti al referendum. Alla consultazione ha partecipato pero’ solo il 32,9% della popolazione, secondo dati ufficiali resi noti dalla Commissione elettorale. Entro due mesi Morsi dovrebbe ora indire nuove elezioni per la Camera bassa del Parlamento. Intanto l’opposizione protesta e denuncia seggi troppo affollati e sostenitori di Morsi che davano istruzioni di voto per il sì anche dentro i seggi. Gli Stati Uniti hanno invitato alla pacificazione e l’Unione europea, con Catherine Ashton responsabile per la politica estera europea, invia un appello al presidente egiziano Mohammed Morsi perché ”ristabilisca la fiducia nella democrazia”, dopo l’approvazione della controversa costituzione voluta dagli islamisti.
  7. Insultati e aggrediti, presi a sputi in pieno volto, perché passeggiavano mano nella mano in segno d’amore. “Colpevoli” di essere una coppia di omosessuali. “Froci, fate schifo”. Sono le parole che sabato pomeriggio hanno investito due ragazzi di 16 e 17 anni che stavano camminando a Parma davanti al Teatro Regio. La situazione della comunità GLBT in Italia è una delle più critiche tra quelle dei cosiddetti “paesi civilizzati”. Il nostro magazine si è occupato del tema più volte, denunciando il fatto che l’Italia, a differenza della maggior parte dei paesi occidentali, non solo non è in grado di creare una legge che riconosca e tuteli le unioni tra persone dello stesso sesso, ma anche una legge che introduca nel codice penale l’aggravante per quei reati a sfondo omofobo.
  8. Ad agosto scoppia il caso “Pussy Riot”: le componenti della band russa vengono arrestate per essersi introdotte nella principale chiesa di Mosca ed aver intonato un brano contro il presidente Putin. La vicenda ha posto sotto i riflettori internazionali il fatto che molti diritti fondamentali, tra cui la libertà di pensiero, vengono sistematicamente violati nella vecchia (forse mai decaduta) Unione Sovietica.
  9. Nel mese di settembre, sulla scia del fenomeno “Occupy Wall Street”, migliaia di indignados sono scesi per le strade di Madrid per contestare le misure di austerity del governo. Le manifestazioni contro i piani di austerity del governo si sono svolte anche a Lisbona e hanno ancora una volta portato nelle piazze della capitale del Portogallo migliaia di persone che hanno protestato contro i previsti tagli alla spesa. Si tratta di manifestazioni che in pochissimo tempo hanno interessato le principali capitali del Vecchio continente.  La Primavera Araba sembra aver attraversato il Mediterraneo ed esser giunta sulle coste europee.
  10. Nel mese di novembre Barack Obama viene rieletto presidente degli USA l’Assemblea dell’ONU ha riconosciuto la Palestina come: “Stato non membro osservatore alle Nazioni Unite”, con 139 voti a favore (Italia compresa), 41 astensioni e 9 contrari (Stati Uniti, Israele, Canada, Repubblica Ceca, Panama, e quattro cd. micro-Stati: Nauru, Palau, Isole Marshall e Micronesia).

Marcello Bonazzi (La Redazione)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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