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 Home page > Tribuna Libera > La Sinistra italiana e l’elezione di Biden

La Sinistra italiana e l’elezione di Biden

La vittoria di Biden avrà un effetto soporifero su quel poco di Sinistra che ancora esiste in Italia. L’elezione di Biden a presidente degli USA è la definitiva normalizzazione del sistema. 

Le elites globaliste neoliberali hanno dato Trump in pasto alla plebe utilizzandolo come capro espiatorio. Sia chiaro non sono pro Trump, trovo intellettualmente sconcia l’adesione acritica della Sinistra italiana alla vittoria di Biden. Adesione non giustificabile con il numero dei parlamentari dichiaratisi Socialisti passato da quattro ad otto. Dato il contesto la loro presenza sarà irrilevante ai fini delle scelte politiche. Come ha scritto, giustamente, il sociologo Carlo Formenti su MicroMega: 

"Non cambierà nulla insomma? No, cambierà la NARRAZIONE. Per il sistema Trump non era intollerabile per le sue scelte di politica economica o di politica estera, bensì per la sua scorrettezza politica (le sparate sessiste, razziste, omofobe, ecc.), per l’appoggio alle milizie suprematiste bianche, per la totale assenza di bon ton nelle relazioni diplomatiche, per il cinismo con cui celebrava i meriti dei super ricchi (dopo aver condotto una campagna elettorale in cui rilanciava demagogicamente le parole d’ordine di Sanders contro i baroni di Wall Street), per le assurdità negazioniste snocciolate in un Paese devastato dalla pandemia, per gli insulti alla stampa e agli avversari politici. In un momento storico in cui le contraddizioni del sistema neoliberale divengono intollerabili per centinaia di milioni di persone, la narrazione svolge un ruolo strategico per legittimare l’esistente come il migliore dei mondi possibili e demonizzare qualsiasi alternativa (soprattutto se in odore di socialismo o anche solo di “statalismo”".

Con Biden Presidente, in nome del politicamente corretto, alle istanze di uguaglianza e giustizia sociale l’establishment politico e mediatico risponderà con il riconoscimento dei diritti delle minoranza. Come ha scritto Mark Lilla in un saggio pubblicato un paio di anni fa, ma incompreso dalla Sinistra nostrana, “ L’identità non è di sinistra” perché non ha come fine il “bene comune”. L’amministrazione Biden si limiterà ad autorizzare, con enfasi, la rimozione di qualche statua di Cristoforo Colombo, Marco Aurelio e Ottaviano Augusto. La rimozione di qualche statua non incide sui principi fondanti del finanzcapitalismo. Per quanto riguarda la politica estera l’interesse nazionale USA continuerà ad essere preminente. Su il Manifesto del 10 novembre u.s. Manlio Dinucci ha giustamente osservato citando il programma di Biden "Il primo passo sarà quello di rafforzare la Nato, che è “ il cuore stesso della sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. A tal fine Biden farà gli “ investimenti necessari” perché gli Stati Uniti mantengano “ la più potente forza militare del mondo” e, allo stesso tempo, farà in modo che “ i nostri alleati Nato accrescano la loro spesa per la difesa” secondo gli impegni già assunti con l’amministrazione Obama - Biden".

Quindi Trump che ha chiesto maggiori contributi finanziari ai governi degli Stati facenti parte della Nato è stato in linea con il duo Obama – Biden. Ricorda sempre nel suo articolo Manlio Dinucci richiamando Biden "il modo non si organizza da sé" per cui gli Stati Uniti devono ritornare a "svolgere il ruolo guida nello scrivere le regole come hanno fatto per 70 anni sotto i presidenti sia democratici che repubblicani, finchè non è arrivato Trump".

In sostanza in linea con lo slogan “American first”, lo stesso utilizzato dal Presidente Democratico T.W. Wilson e Trump. La politica estera in sostanza continuerà ad essere dettata dagli interessi del complesso militare – industriale trasversali agli schieramenti politici “esportando la democrazia”. Sul piano dei rapporti commerciali le felicitazioni della Merkel per la vittoria di Biden sono ampiamente giustificate. Trump ha voluto dazi sulle auto tedesche per limitarne la concorrenza. La Merkel spera che i dazi vengano eliminati. In quanti hanno dato una lettura in positivo ai dazi sui prodotti tedeschi esportati verso gli Usa? Tanti! I dazi secondo molti commentatori avrebbero spinto la Germania a cambiare la politica mercantilista a favore di un sostegno della domanda interna dell’UE ponendo fine alle politiche di austerità. Sempre sul piano delle politiche commerciali non è da escludere la ripresa delle trattative per il Transatlantic Trade and Investment Partnership in linea con la dichiarazione comune sottoscritta da Trump e Junker finalizzata a raggiungere un nuovo accordo denominato Ttip light. Un tale accordo è in linea con le politiche neoliberali e globaliste miranti alla liberalizzazione dei mercati. 

L’amministrazione Biden, dicevo, non avrà difficoltà a fare concessioni in materia di diritti civili e più in generale di riconoscimento dei diritti delle minoranze. Il riconoscimento delle minoranze è funzionale alla destrutturazione della società e quindi a favore del mercato. Per cui riconoscere diritti alle minoranze non è un problema per la conservazione del sistema capitalista. Per quanto riguarda l’Italia l’establishment, attraverso i media, informa l’opinione pubblica che Biden ha vinto grazie al voto di centro, al voto moderato. La vittoria di Biden è quindi il voto della normalizzazione del sistema. Anche Conte ha operato nel senso di normalizzare il sistema contribuendo a spostare il M5S verso l' area politica europeista e di centrosinistra. L' operazione di Conte non è stata una operazione politica centrista. È stata una manovra mirante a ricondurre la protesta sociale nell'alveo di un’azione di governo più attenta al sociale, alla coesione e al riequilibrio tra nord e sud , a una relazione con l'UE attenta all' interesse nazionale ecc. Questa operazione è stata possibile perchè dall'altro lato c'era il fronte nazional- liberista che andava in qualche modo bloccato. Oggi che Trump è stato sconfitto la vittoria di Biden rende superata la normalizzazione operata da Conte. Il governo Conte e l' alleanza M5S, LeU , PD sono un residuo del passato per cui dovrà essere rimosso. L’obiettivo di un governo liberale sovranazionale guidato da un tecnico sostenuto da forze politiche centriste è a portata di mano. Non a caso l' apertura di Berlusconi all’approvazione del bilancio.

La Sinistra italiana priva di consensi elettorali degni di nota ha rinunciato a svolgere una funzione critica. I ceti politici e intellettuali, interessati alla propria sopravvivenza, sono disposti oggi a sbracciarsi per la vittoria del compagno Biden, domani per l’alleanza con i compagni Calenda, Berlusconi e Giorgetti. Sia chiaro sempre in nome della responsabilità e del bene nazionale che, per puro caso, coincidono con la loro sopravvivenza. 

 

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