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La Procura di Napoli blocca Bertolaso

La rimozione delle balle e la bonifica dei luoghi devono essere eseguite dalle ditte coinvolte nella truffa rifiuti in Campania. E non possono essere bruciate negli inceneritori in quanto mucchi di mondezza fuori legge.

Il Commissariato all’Emergenza Rifiuti in Campania, guidato dalla figura di Guido Bertolaso, indagato per traffico illecito di rifiuti, truffa e corruzione (il colmo dei colmi, ma non si schioda dal suo posto) adotta ormai logiche ben note dalle nostre parti, in quanto ne adotta metodi e modalità che, oltre ad essere arroganti, sono chiaramente controproducenti. Il business è l’immondizia, l’apparato militare è rappresentato dai soldati italiani, i miliardi di euro buttati in gestione discariche e Cip6 sono i nostri. L’eliminazione delle persone viene eseguita non in omicidi, ma in arresti e condanne, oppure in una campagna di diffamazione e disinformazione che di certo può sortire il suo effetto grazie al controllo praticamente completo dello scenario mediatico italiano (tipo il vergognoso spot governativo mandato in onda negli ultimi giorni).

Il piano prevede che Acerra, Santa Maria la Fossa, Salerno, Napoli e Giugliano ospiteranno gli inceneritori insieme ad altre dieci discariche in Campania (fra cui quella celebre di Chiaiano). La farsa del termovalorizzatore che chiude il ciclo virtuso dei rifiuti sortisce il suo effetto a causa della mancanza di corretta informazione fra la gente. Suddette parole infatti sono vuote di significato, ma ricche di fascino.

La Procura di Napoli ha però negato a Bertolaso la possibilità di utilizzare le balle di rifiuti non a norma per essere bruciate nei forni degli impianti di termodistruzione, in seguito al loro sequestro eseguito dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, titolari dell’inchiesta "Rompiballe" che vede l’Impregilo principale imputato. In una sola pagina i magistrati motivano la decisione di respingere le richieste del Commissariato: gli oneri devono essere a carico delle imprese coinvolte nella mega truffa e non dello Stato. Ovvero i soldi per la rimozione di quei "mucchi di merdaccia" (come li definiì Marta Di Gennaro, ex vice di Bertolaso) li deve cacciare la Fibe Impregilo, non noi. Le bonifiche vanno eseguite con i loro fondi; ma anche qui vi è una nota della Procura. "Emerge un contesto ambiguo e grigio, in quanto le operazioni di bonifica spettano a chi è sotto processo".

Insomma fra nequizie di ogni genere e bonifiche che non partiranno mai se noi cittadini non prendiamo l’iniziativa, i terreni diventano sempre più inquinati e le persone si ammalano in numero sempre maggiore.
Sette milioni di balle di rifiuti tossici sono in fondo una goccia nel mare di liquami d’ogni genere sversati dalla camorra per tutta la regione. Grazie Lega Nord, che intanto regali le ronde padane anche a Napoli: bisogna proteggerla dagli zingari e da tutti gli extracomunitari negri, brutti, sporchi e cattivi fino al midollo!



Ma per piacere!


Questi sono i veri problemi da risolvere!
ETERNIT IN FIAMME A TEVEROLA



Scempi quotidiani. Questa è la Terra dei Fuochi, altrochè ronde padane!

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