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La Lega, una forza antisistema ?

A pochi giorni di distanza dall’exploit elettorale del partito di Matteo Salvini la quasi totalità dei media (anche quelli “alternativi”) grida, seppure con umori opposti, al crollo del consenso rivolto ai partiti di “regime” e al trionfo delle forze definite “antisistema”.

Bene, lasciando il beneficio del dubbio al Movimento 5 Stelle, vien da sorridere quando si attribuisce alla Lega Nord (da ben ventiquattro anni parte integrante delle istituzioni di questo paese) il fantomatico ruolo di forza quasi rivoluzionaria.

Ripassando la storia meno recente della Lega infatti, partendo proprio dal modo in cui il Carroccio riuscì ad entrare a far parte del “club” dei partiti che possono aspirare alla guida di un ministero, va ricordata la cena di battesimo con cui di fatto nacque l’alleanza (tutt’oggi vigente a quanto pare) tra il partito di Umberto Bossi, Forza Italia e AN.

Ad organizzare il tutto fu Enzo De Chiara, un italoamericano forse legato alla CIA già consulente di aziende come la Stet, l’Efim, l’Aermacchi, le Ferrovie dello Stato e il gruppo Ferruzzi. De Chiara era un repubblicano tuttofare legato (proprio grazie agli affari della Ferruzzi in Arkansas) anche ai democratici USA: uno fra tutti l’ex governatore Bill Clinton, divenuto nel ’93 presidente degli Stati Uniti.

A presenziare alla cena organizzata dal già citato De Chiara all’Hotel de la Ville di Roma c’erano Umberto Bossi, Roberto Maroni (futuro ministro dell’Interno), il prefetto Vincenzo Parisi (capo della polizia nonché direttore del Sisde dal 1984 al 1987) e Gianmario Ferramonti.

Ferramonti, come De Chiara, gode di «amicizie» (parole sue) tra gli 007 italiani e non. Legato all'ex democristiano Ezio Cartotto, uno degli uomini di Marcello Dell'Utri che già nel maggio del 1992 stava lavorando alla creazione del partito-azienda del Cavaliere, gode d'intimità con il defunto Licio Gelli (quel simpaticone che elogiava Bossi quando scoppiavano le bombe di “mafia” e l’Italia stava sminuzzandosi sotto il fuoco di Tangentopoli e dei mercati finanziari); amministra la società finanziaria della Lega denominata “Pontida Fin.” sin dal 1991 ed è uno stretto collaboratore di Gianfranco “la mafia va costituzionalizzata” Miglio, ideologo del Carroccio e ghost writer di Eugenio “pensavo che lei facesse il golpe” Cefis, veline del Sismi e del Sisde alla mano vero capo occulto della P2.

P2 come Silvio “250 milioni di lire ogni 6 mesi” (e non mi riferisco agli assegni per Veronica Lario) Berlusconi, immancabile alleato della Lega sin dal lontano ’94, quello che Bossi chiamava amorevolmente il «mafioso di Arcore». Salvini deve ancora trovare il coraggio di farlo.

Ora, tornando ai tempi nostri, capisco che le facce sono cambiate, ma alla luce del fatto che l’altro Matteo guardi a Trump (il candidato poco siberiano e tanto manciuriano della vecchia guarda repubblicana) come modello, non rende legittimo domandarsi quanto sia effettivamente “antisistema” una forza che si flirta con la Russia ma che in realtà va a trazione anteriore contro l’UE solo in chiave filo americana ? Il fatto che la Lega parli di uscita dall’Euro ma ribadisca in un suo documento del 2016 firmato da Gianluca Pini “che gli Stati Uniti e l’Alleanza Atlantica rimangono il perno della nostra politica di sicurezza”, non vi dice proprio niente ? Dov’era la Lega quando veniva distrutta la Libia? Probabilmente aveva già cominciato a contare i diamanti “terroni” di Francesco "Thor" Belsito.

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