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La Gran Bretagna vuole atterrare sulla Luna

Mentre il buon Matthew McConaughey, nei panni di “solo tu ci puoi salvare” Cooper, imperversa con Interstellar sugli schermi di tutto il mondo saltellando tra warmhole e buchi neri neanche fosse un bambino che gioca a campana negli anni del boom, i britannici, con il loro aplomb senza tempo, progettano una missione lunare dal sapore retrò. Tra dieci anni. In sole tre dimensioni. E senza neanche la distruzione del mondo a giustificare una simile flemma.

Un consorzio spaziale a guida britannica ha recentemente annunciato di voler inviare una sonda robotica sul nostro amato satellite e per farlo ha intenzione di organizzare una raccolta fondi pubblica su larga scala. L'obiettivo è mettere insieme almeno 500 milioni di sterline, circa 625 milioni di euro. I donatori, in cambio del loro contributo, potranno inviare foto, testi e tracce del proprio DNA sulla Luna, raccolti in una capsula che sarà seppellita sotto la superficie del corpo celeste.

Tra le finalità di Lunar Mission One, in realtà, ce ne è una che non dovrebbe deludere gli amanti della fantascienza. La sonda esplorerà il polo sud della Luna e raccoglierà abbastanza dati per capire se sia possibile, in un futuro più o meno prossimo, costruirvi una base umana permanente.

David Iron, lo scienziato a capo del progetto, sottolinea come i fondi governativi per le missioni spaziali siano sempre meno generosi ed espone scopi e principi della nuova sfida: 

“Chiunque nel mondo potrà essere coinvolto nella missione, anche con poche sterline. Lunar Mission One darà un contributo enorme alla comprensione delle origini del nostro pianeta e della Luna stessa”.

Per raccogliere i soldi necessari, il team del progetto farà affidamento su Kickstarter, celebre piattaforma online di crowdfunding utilizzata per il finanziamento di ogni genere di iniziativa, dalla realizzazione di prototipi ultra-tecnologici all'organizzazione di viaggi esotici. Un segno dei tempi di crisi con cui tutti, esploratori spaziali compresi, devono oggi fare i conti.

Durante i prossimi quattro anni sarà possibile dare il proprio contributo economico alla missione e comprare una porzione di memoria digitale, su cui registrare i contenuti multimediali da inviare sulla Luna: foto, scritti, video e, ovviamente, musica. Ci si potrà anche garantire uno spicchio di immortalità, includendo una piccola ciocca di capelli. Passerà un miliardo di anni prima che si dissolva nella polvere lunare.

Esiste già un listino prezzi, per chi fosse interessato: poche sterline per un breve messaggio, qualche decina per una foto compressa, 200 per un video e 50 per l'invio di un campione della propria chioma.

Ma la sonda non trasporterà solamente pezzi sparsi di vite terrestri. Nel suo ventre sarà collocato un archivio digitale della storia umana e della ricerca scientifica, una sorta di eredità in formato binario che, con ogni probabilità, sopravviverà all'estinzione della nostra specie. Il contenuto dell'archivio verrà deciso dai membri della comunità dei donatori, attraverso una consultazione on-line, e persino il punto di atterraggio sarà scelto con modalità democratiche.

Iron è convinto che l'idea di partecipare in modo attivo all'esplorazione spaziale e la possibilità di lasciare traccia del proprio passaggio nell'universo, spingeranno molte persone ad offrire il proprio sostegno. Ma la missione si propone anche obiettivi di carattere propriamente scientifico. La sonda dovrebbe infatti trapanare la superficie lunare per raccogliere ed analizzare campioni del suolo, con modalità mai sperimentate durante le precedenti missioni degli anni '60 e '70.

Il successo della Missione Rosetta, con l'incredibile approdo della sonda Philae sulla superficie di una cometa, è riuscito a riaccendere l'entusiasmo di tutti per i viaggi spaziali e per l'idea stessa dell'esplorazione dell'ignoto. Il Dottor Iron e la sua équipe di scienziati sperano che il progetto Lunar Mission One possa intraprendere lo stesso cammino, spingendo le nuove generazioni ad impegnarsi nel campo della ricerca scientifica.

 

Foto: davejdoe, Flickr

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