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La Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, il Global Compact e il No dell’Italia

La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, approvata dall'ONU il 10 dicembre 1948, compie settant'anni.

Un atto di rottura con il sovranismo e nazionalismo, che tanti lutti avevano regalato all'umanità. E’ la solenne l’affermazione che i diritti o sono universali o non sono,o sono inclusivi o non sono. Non a caso i valori cardini di questa dichiarazione sono l'uguaglianza, la libertà e la dignità di tutti gli uomini, il diritto al lavoro, all'istruzione e l'irrilevanza di distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua e opinione politica.

Sono gli stessi principi della nostra costituzione, su cui ha giurato il governo che oggi dice no, al Global Migration Compact , e rifiuta di partecipare, al summit di Marrakech. Sono conciliabili la fedeltà alla nostra costituzione ed il no al global compact?

Certamente no, ed ancor meno , la stupidità e il governo della cosa pubblica . Quella stupidità che annebbia la mente, e impedisce di capire che viviamo in una società globale governata dal principio della interdipendenza, dove una politica comune dell'immigrazione non è un'opzione ma una necessità .

Ma l'Italia dice no!

Manderà al diavolo l'Onu ,e dirà no ad una politica comune nella gestione internazionale di rifugiati e migranti ,alla lotta comune contro lo sfruttamento, il razzismo e la xenofobia. Si opporrà all’apertura di vie legali per l’immigrazione, ad una maggiore cooperazione fra gli stati, dirà no al diritto ad emigrare.

Maggioranza e governo, non vogliono trovare soluzioni reali al problema migrazione, vogliono perpetuare un’emergenza senza fine, fare voti sulla paura della gente, consentire agli amici di fare business sulla pelle dei migranti, alle imprese di schiavizzarli, e intanto prendono per i fondelli un Paese, ancora ignaro della stupida ignoranza di chi li governa .

E allora viva l'Italia, l'Italia sovranista, l'Italia delle fabbriche mediatiche del razzismo, l'Italia della stupida ostinata indifferenza, di tanti antifascisti, l'Italia delle contraddizioni, che accusa gli altri paesi di lasciarla sola di fronte l'immigrazione, ma poi rifiuta una politica comune dei rifugiati e migranti.

 

 

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