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La Cecenia e le persecuzioni contro i gay. L’appello alle autorità

In Cecenia è in corso una campagna persecutoria ben orchestrata contro la comunità Lgbti.

Altro che, come aveva replicato il presidente ceceno Ramzan Kadyrov (nella foto), “un pesce d’aprile riuscito male” dato che, come aveva aggiunto il suo portavoce Alvi Karimov, nel paese “non ci sono omosessuali”.

La notizia era stata rivelata il 1° aprile dal quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta attraverso un’inchiesta di una delle sue giornaliste più famose, Elena Milashina, già minacciata di morte due anni fa per denunciato i matrimoni forzati e precoci in Cecenia.

Dunque, oltre 100 uomini sospettati di essere omosessuali sono stati rapiti, trasferiti in un luogo segreto, torturati e in alcuni casi persino uccisi, secondo un modello – mai indagato né contrastato efficacemente – di sparizioni forzate riscontrato nel corso di questi anni nella stessa Cecenia e in altre repubbliche del Caucaso del Nord.

Il centro segreto di detenzione (preferisco chiamarlo così piuttosto che “campo di concentramento”) sarebbe un’ex stazione di polizia nei pressi di Argun. Vi si troverebbero anche persone sospettate di far parte del gruppo armato Stato islamico e presunti consumatori di droga.

Secondo Novaya Gazetai morti sarebbero almeno tre. Alcuni degli uomini rapiti sono stati rilasciati e riconsegnati alle famiglie in quanto il loro comportamento omosessuale non sarebbe stato verificato.

L’organizzazione non governativa Russian Lgbti Network ha aperto una linea telefonica d’emergenza ma pare che le autorità locali la stiano monitorando per individuare altre persone di “orientamento non tradizionale”, per citare l’espressione usata da Dimitry Peskov, addetto stampa dell’amministrazione presidenziale del Cremlino.

Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità russe chiedendo di svolgere indagini tempestive, efficaci e approfondite su quanto denunciato da Novaya Gazeta, di assicurare alla giustizia e di prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di chiunque sia a rischio in Cecenia a causa del suo orientamento sessuale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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