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 Home page > Attualità > Istruzione > La Buona Scuola e il Premier col gessetto

La Buona Scuola e il Premier col gessetto

 

Il premier sindaco, il premier operaio, il premier imprenditore e ora anche il premier insegnante: camicia bianca, gessetto in mano con cui appuntare sulla classica lavagna nera i punti salienti della sua riforma (ah no... si è dimenticato i contributi per le scuole paritarie).

Una volta tanto il primo ministro che vive nel futuro ha preferito ricorrere ad una immagine del passato.


Per convincere gli insegnanti con quei 500 euro più in busta paga, ma è un messaggio promozionale rivolto al suo nuovo elettorato, quello per cui i sindacati dovrebbero sparire, per cui anche la riforma della Gelmini (il maestro unico, gli 8 miliardi di tagli lineari) andava bene. 

La riforma (come la legge elettorale, come il jobs act) va presa così senza cambiarla. La riforma che vuole avere sia l'impronta umanistica che quella della scuola lavoro. Con gli stage obbligatori.

Perché con la scuola riparte il paese. Specie se a fine mese si va a votare e serve appendersi al petto qualche riforma...

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