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L’ultima di Duterte: nelle Filippine a processo anche a 12 anni

Una nuova promessa elettorale del presidente filippino Rodrigo Duterte rischia di essere attuata in tempi brevi.

Durante la campagna per le presidenziali del 2016, il candidato Duterte si era impegnato – nell’ambito della cosiddetta “guerra alla droga”, che ha già fatto decine di migliaia di vittime – ad abbassare l’età minima della responsabilità penale.

Il 28 gennaio la Camera dei rappresentanti ha approvato in terza e finale lettura un disegno di legge che abbassa da 15 a 12 anni l’età a partire dalla quale si può essere processati e condannati. Ora tocca al Senato, dove 11 membri su 21 hanno già approvato il testo in una commissione.

Se il testo diventerà legge, verrà emendata la Legge 10630, che al momento stabilisce che i minorenni al di sotto dei 15 anni non possono essere processati e devono essere affidati a programmi di protezione, riabilitazione e reintegrazione nella società ai sensi della Legge sulla giustizia e sul benessere dei minori del 2006.

Soprattutto, Duterte si farà un’altra volta beffe del diritto internazionale con un provvedimento del tutto contrario alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, di cui dunque celebrerà indegnamente il trentesimo anniversario dalla proclamazione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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