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L’infiltrazione mafiosa anche nella Pubblica Amm.ne

Ogni tanto la Magistratura ci informa che le cose non vanno proprio bene nel settore dei contratti della Pubblica Amministrazione, ossia quando viene utilizzato pubblico denaro per forniture, servizi e lavori, affidati a privati.

Ad inizio d’anno, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Magistratura Contabile, è toccato ai vertici della Corte dei Conti lanciare un forte allarme contro il dilagare di fenomeni di corruzione; pochi giorni orsono è stata la volta della D.D.A. a segnalare al Parlamento in una Relazione il persistere di pesanti infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici (ad esempio nei cantieri stradali di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria).
 
A questi reati occorre anche aggiungere gli illeciti, ossia le violazioni di legge che non costituiscono reato, fatti di minore importanza, ma, per forza di cose, di gran lunga più numerosi e pur sempre violazioni delle regole.
 
E tutti chiedono a gran voce adeguati strumenti di vigilanza e di repressione.
 
* * *
La prima considerazione, che sorge spontanea, riguarda i presumibilmente pochi e disperati soggetti, che cercano di operare nel settore in questione nel rispetto delle regole: a molti di loro sembrerà di lottare, come Don Chisciotte, contro i mulini a vento.
 
Le loro speranze di riuscire a fare impresa devono essere ormai ridotte al lumicino; perché, e su questo sarebbe opportuna una riflessione, un soggetto, che rispetta le regole, posto in competizione con un altro soggetto che delle regole poco si cura, finisce inesorabilmente per perdere la sua gara.
 
Insomma, corruzione ed infiltrazioni mafiose, la prima cosa che fanno è quella di distruggere il tessuto sano delle imprese, che cercano di operare nel rispetto delle regole.
 
* * *
 
La seconda considerazione riguarda l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture; anzi, a guardar bene, tutte le Autorità Amministrative Indipendenti.
 
Come è noto le Autorità non sono previste dalla Costituzione, ma non sono neanche vietate; pertanto sono state costituite, seguendo l’esempio di altri Paesi.
Però, non appare molto chiaro il loro inserimento nell’ambito delle altre Istituzioni e non sempre si vedono risultati positivi e concreti del loro operare.
 
Ciò vale in particolare per l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, attese le segnalazioni della Magistratura.
 
Forse sarebbe utile realizzare una loro riforma ed una loro trasformazione in “strumenti”, specializzati perché dedicati ad uno specifico ambito, utilizzati dalle Camere (per la parte legislativa) e dal Governo (per la parte amministrativa), con conseguente recupero di efficienza da parte dell’intera compagine statale.
Pensarle come un soggetto avulso dalle altre Istituzioni perchè super partes , un poco sull’esempio francese, finirebbe per togliere loro ogni efficacia ed ogni incisività.
 
Insomma, esse dovrebbero costituire il segnale di una forte attenzione dello Stato su un determinato settore, e non una sua sorta di rinunzia ad occuparsene.

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