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 Home page > Tribuna Libera > L’improbabile ripresa dell’economia in Italia

L’improbabile ripresa dell’economia in Italia

Leggiamo sui giornali dichiarazioni che prevedono la ripresa della economia italiana nel 2014. Ma la vera questione è quale sarà la entità di tale ripresa e quanto durerà?

Ovvero la ripresa sarà sostenibile o solo un evento passaggero, nel quadro di una economia in difficoltà crescenti dal 2000. Purtroppo la credibilità dei politici italiani e dei media non è ai massimi livelli, perciò può essere consigliabile guardare oltre i nostri confini nazionali, e appoggiarsi non a previsioni, ma ai fatti.

Se è già difficile avere coltivazioni fiorenti se il terreno è accidendato, roccioso ed arido, è invece impossibile prosperare se il nostro concorrente ha un campo spianato, con terra fertile e grandi risorse di acqua. L'economia è concorrenza: non conta neppure essere bravi, ciò che fa la differenza è l'essere più bravi degli altri. L'economia di un paese è il risultato della guerra economica con gli altri paesi. Al mondo ci sono paesi con una economia in crescita ed altri con economie in difficoltà. Non è volere divino, è confronto di capacità.

Il risultato di questa considerazione è che l'Italia non solo deve agire su sè stessa, ma deve farlo mettendosi a confronto con le capacità degli altri. Questa modalità di approccio ai problemi economici del paese è assente totalmente nei dibattiti politici italiani e, purtroppo, anche nella testa dei cittadini.

Prendiamo un argomento scottante: le retribuzioni sono in calo e sindacati e lavoratori sono in allarme. La logica è: guadagnavo di più, oggi meno, perciò voglio recuperare! Questo ragionamento confronta il proprio passato con il proprio presente, non il proprio presente con il presente di altri paesi ove le retribuzioni sono molto più basse. Se emotivamente ciò è comprensibile, non è certo questo un approccio realistico al problema. Il problema vero non sono le retribuzioni di oggi ma quelle di domani perchè le retribuzioni dipendono dall' andamento della economia del paese. 

Ovvio che la competizione tra paesi non si vince nè si perde con un singolo elemento di forza o debolezza. Ma il vero problema è come si può essere autoreferenti in un mondo che non ha più frontiere né ideologie. La controprova della inconcludenza di questi approcci è data dalla realtà dei fatti: più il tempo passa più la situazione peggiora.

Le vere prospettive dell'economia dell'Italia sono, non solo in ciò che facciamo, ma anche nel farlo meglio degli altri. Il World Economic Forum è un organismo che pubblica ogni anno un rapporto sulla competitività dei Paesi. Qui l'ultimo. 

I parametri di valutazione sono ben 152 e tutti gli aspetti sono presi in considerazione: economia, finanza, istruzione, giustizia, amministrazione del paese, etc.. È il più quotato riferimento internazionale comparativo della economia dei Paesi. La situazione dell'Italia è sconsolante in sè e drammatica nel confronto con altri paesi: è classificata al 42 esimo posto su 143 paesi.

L'IMD stila anch'esso una graduatoria dei sistemi-Paese e considera i 60 paesi più importanti. L'Italia è classificata, non al decimo posto, ma al quarantaquattresimo, seguita da Spagna e Portogallo ( no. 45 e 46). Sono più competitivi di noi paesi insospettabili quali Cile, Puerto Rico, Panama, Estonia,Korea,Thailandia, etc. Il commento IMD è che il problema sostanziale dell' Italia è la politica: troppo numerosa ed invasiva, troppo costosa e non prende decisioni. 

Alcune notizie dall'estero ci appaiono lontane ma sono importanti anche per noi. Gli USA si preparano a superare la Russia nella produzione di gas, ed a superare l' Arabia Saudita nel produzione del petrolio. Già oggi negli USA il gas costa quattro volte meno che in Europa. Le aziende europee ad alto consumo di energia si troveranno a non essere più competitive ed è di maggio la notizia della tedesca BASF, la più grande società chimica del mondo, che sta investendo negli USA oltre 4 miliardi di euro.

In Italia il problema energetico è drammatico: dipendenza totale dall'estero e preclusione totale verso l'energia nucleare. Viviamo nella speranza illusoria delle energie alternative: le chiamiamo alternative, ma esse sono solo complementari. E sono anche molto costose. Il grosso del fabbisogno energetico del Paese resterà dipendente dai combustibili importati dall'estero ad alto costo. 

Per il resto il Paese è fermo. Le uniche riforme che si fanno sono quelle di cambiare nome alle tasse, sostituendole l'una con l'altra. Tutto cambia perchè niente cambi.

Cosicchè è difficile credere ad una ripresa duratura della economia del nostro paese. Più razionale pensare ad un declino che continua, con qualche pausa di respiro. 

Foto: Olle Svensson/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.253) 16 agosto 2013 18:39
    Sandro kensan

    Nell’articolo è scritto: "le chiamiamo alternative, ma esse sono solo complementari. E sono anche molto costose." è vero come è anche vero che il gas americano, quello USA, è molto costoso per via dell’EROEI molto basso.

    Il gas da fratturazione idraulica è conveniente solo se ha un finanziamento e le società USA si stanno finanziando in borsa con denaro che permette per un breve tempo di vendere il gas a basso prezzo e in modo concorrenziale al gas "vero" russo.

    I russi ci guadagnano col loro gas e hanno già affermato che il gas da fracking usa non è un pericolo per il loro business. Anche il fotovoltaico è molto conveniente basta che sia lo Stato a finanziarlo attraverso gli incentivi. La stessa cosa avviene col gas USA che è finanziato dalla borsa americana.

    Poi è evidente dall’articolo che il nodo cruciale è il costo molto alto del petrolio, traspare dall’intero articolo. Qui sono i 100 dollari al barile che hanno azzoppato l’economia mondiale. Poi con 100 $ al barile c’è chi cresce e chi recede ma sono dolori per tutti o minore gioie per alcuni. Anche la Cina cresce in modo non più esplosivo, mi pare sia al 7% di crescita del PIL.

    Il petrolio troppo costoso è un problema e in futuro costerà di più.

    Per quanto riguarda l’Italia sottoscrivo il pensiero dell’articolista.

    • Di Renzo Riva (---.---.---.49) 17 agosto 2013 02:38
      Renzo Riva

      Puntuale e preciso il commento di Sandro kensan.
      .
      Di mio aggiungo che gli USA stiano facendo solo propaganda con lo shale-gas e lo shale-oil.
      .
      Obama continua a prendere per i fondelli i suoi concittadini con programmi eolici e fot(t)ovoltaici.
      .
      Oggi l’unica vera emergenza è l’energia.

      ,
      Energia ce n’è quanta se ne vuole e= m*c^2
      .
      Chiedetevi ora come le imprese italiane possono competere nel mercato internazionale
      con costi energetici mediamente più alti a partire da un minimo del 30%.
      Provatevi a chiedere perché negli altri Paesi industrializzati, ovviamente non parlo di quello congolese tanto caro ai sinistrati sinistroidi italioti, riescono a produrre l’energia elettrica a costi largamente minori.
      Che la cosa abbia che fare col fatto che tutti gli altri Paesi industrializzati hanno mediamente un 30% prodotto con l’elettronucleare?
      La sola Francia produce il 78% dei sui consumi con tale fonte.
      Per non dire che contemporaneamente fornisce il 15% del consumo interno italiano; e la tal cosa permette di calmierare il prezzo del costo di produzione interno, altrimenti avremmo l’energia elettrica ad un costo più caro.
      A fronte di un costo di produzione ponderato pari a circa 45 €/MWhe
      nel trimestre corrente Loglio-Settembre 2013 si pagano 57,86 €/MWhe per la tariffa A3
      per le fonti rinnovabili incentivate: fotovoltaico, eolico, assimilite ecc.
      .
      Questo grafico dimostra,
      http://renzoslabar.blogspot.it/2013/07/blog-post_23.html
      se ce ne fosse ancora bisogno,
      di cosa è capace la delinquenza politica e la criminalità economica
      e di chi complice loro nella truffa e furto legalizzato, ha installato gli impianti fot(t)ovoltaici o di altra fonte incentivata, consapevole o inconsapevole che fosse; 
      e la moltitudine resta al balcone mediatico a guardare le tragedie in divenire.
      .
      Ricordate lo slogan sessantottino?
      Pagherete caro, pagherete tutto...
      .
      ITALIOTI PAGATE
      .
    • Di pierobonicellidellavite (---.---.---.230) 17 agosto 2013 09:57

      Il problema energetico è fortemente correlato all’ economia di un paese e viceversa . In Italia il problema energetico è ancora vissuto come ideologico. Come potere sperare in un futuro migliore! 

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