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L’esordio letterario dimenticato della lucana Claudia Durastanti

Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra, di Claudia Durastanti, Marsilio (Venezia, 2010), pag. 300, euro 17,50.
 

L'italianissima e statunitense Claudia Durastanti ha fatto un esordio letterario che colpevolmente avevamo perso; per fortuna, in quest'occasione, su consiglio del presidente di Lucania De Filippo abbiamo rimediato leggendo il romanzo, sublime, “Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra”.

Largamente apprezzata dalla critica ufficiale, quest'opera prima ha davvero poche sorelle. La giovanissima Durastanti, nata in quel d'Usa, ma per famiglia originaria invece di Gallicchio di Basilicata, e adesso residente nella capital Roma, vince la sfida con la trama immensa che inventa e stupisce pagina per pagina. Meraviglia, tanto per cominciare, quella che alcuni dicono 'facilità di scrittura', che qui nella collana Marsilio X è segno distinguile e unico d'originalità all'ennesima superpotenza.

Durastanti racconta, a mozziconi e fra strappi non rimarginabili, trent'anni di Jane, Franci, Zelda, Edward, Ginger. Giovani americani al mille per mille. Volando, è proprio il caso di dire, dal New Jersey a Manhattan. In un fervore che ha cominciamento negli anni Settanta e trasmigrazione oltre il 2000. Di certo, non potevano che esserci una possibilità di ribellione e/o applausi a una Rivoluzione poi non avvenuta. E non mancano alcune rincorse agli stimoli delle droghe. Ma questi aspetti son secondari. Ché, invece, Claudia Durastanti entra in sintonia con la formazione delle ragazze e dei ragazzi che analizza in terreno d'inchiostro. Perché, innanzitutto, il fulcro della narrazione è dove stanno le aspettative e i desideri di Dana e company. Una full immersion, certamente, in pieghe vitali della pop art. Epperò con le prodezze d'amori stranissimi quanto finiti e ugualmente infiniti a far crescere i personaggi del romanzo. Il merito che sta più in alto nel libro d'esordio di Durastanti è che si viaggia insieme alle coppie però allo stesso tempo si naufraga e ci si può dividere sulle nubi dell'individuale. Ogni testa fatta camminare, per pensieri e azioni, dall'autrice non è che il rapporto fra scelte collettive e dimensione singola della vita. Il rimando culturale, letterario, infervorato e tutto sentimentale a Ted Hughes e Sylvia Plath è vivido.

La gioia, ma essenzialmente la foga, con le quali la scrittrice scorre nelle maglie del tempo che imperversa e dei tempi che non imperversano fa connotare il racconto in un presente che va a scontrarsi con un'attualità sempre più legata alle svogliatezze offerte da moda e consumo sfegatato. La prosa di Durastanti intervalla le voci delle soggettività con il piccolo mistero dei luoghi, non eccessivamente formali e reali, messi a contatto col prurito della rassegnazione d'alcuni momenti d'alcune stesse soggettività e la forza bruta d'altre di stare continuamente al centro della spinta motrice. Quando dicono Jane o Alexander, per esempio, non parla esclusivamente la storia. Ma quando interviene la narrazione della storia dicono anche e pienamente Zelda/Dana, Francis eccetera. Il romanzo “Un giorno verro a lanciare sassi alla tua finestra” si compone e scompone nel mondo multiplo. L'opera di Durastanti ha trionfato al Castiglioncello Opera Pirma e al Mondello Giovani. Ha ottenuto commenti esaltati di firme come Mauri e Guglielmi. Il primo, addirittura, citando Altman. Eppure il frammento migliore è di Veronica Raimo: “una generazione che paga l'illusione di essere all'altezza dei propri sogni”. Che, oltre le generazioni e la formazione delle generazione, seppur l'ultima tutt'altro che convenzionale, i destini incrociati e sfreccianti si vedono proprio.

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