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 Home page > Attualità > Ambiente > L’amianto è servito

L’amianto è servito

 Amianto nella cava di Chiaiano, ormai noto quartiere di Napoli. Diecimila tonnellate venute alla luce nonostante lo svolgimento dei carotaggi. E la Procura partenopea conferma. 

Nell’aria a Nord di Napoli vi è qualcosa di strano. Non è il solito odore di bruciato che quotidianamente invade la periferia partenopea, proveniente da incendi di immondizia di rifiuti pericolosi. E’ qualcosa di ancora più nocivo. In seguito alle denunce dei comitati antidiscarica di Chiaiano, la Procura ha avviato una serie di indagini mirate ad approfondire la vicenda del ritrovamento di diecimila tonnellate di amianto all’interno della futura discarica. La questione è approdata anche all’Europarlamento dove l’on. Monica Frassoni, in merito alla presenza di Eternit nella cava, ha chiesto alla Commissione un’interrogazione parlamentare per poter intervenire sulle deroghe in materia ambientale contenute nel famigerato decreto legge sui rifuti del 24 Maggio.

Collina di rifiuti I cittadini hanno filmato le operazioni in atto all’interno della cava. Hanno constatato (come risulta dai video pubblicati sul sito web Youtube) che i militari indossano la maschera protettiva mentre gli operai ne sono sprovvisti. Il motivo è presto detto: durante le operazioni di sbancamento alcune buste blu marchiate "Enel" sono state distrutte, provocando la polverizzazione dell’amianto presente e diffondendo nell’area fra Chiaiano e Marano le fibre del pericolosissimo agente cancerogeno. Tutto questo mentre in un’altra cava, presso San Rocco sempre vicino Chiaiano, veniva scoperta un’enorme discarica abusiva contenente un milione di metri cubi di rifiuti pericolosi, in particolare scarti di natura edilizia. A poca distanza dagli ospedali.



Nella cava "Lallero" tuttora è in corso l’interramento dell’amianto ritrovato. I lavori, fra la fragilità delle pareti tufacee, la presenza della principale falda acquifera della città, la vicinanza degli ospedali, l’alto numero di abitanti (300mila) nell’area e la scoperta di amianto, vanno avanti incontrando ostacoli sempre maggiori. Ed ora si paventa il rischio che la magistratura blocchi tutto. Ciò dimostra che le decisioni, invece di essere prese avventatamente, essendo mosse da interessi economici poco cristallini, vanno valutate con calma e con la mediazione delle comunità locali. Senza bisogno di esercito e polizia in tenuta antisommossa, come ha fatto il governo. Se no i nodi, prima o poi, vengono al pettine.

- I lavori all’interno della cava (filmato diviso in 2 parti)

Commenti all'articolo

  • Di DD (---.---.---.140) 14 novembre 2008 11:09

    Mi sento un molto a disagio quando leggo articoli di questo genere. Il motivo no é legato al fatto in sé, ma alla mia voglia di rivolta che mi nasce dentro, facendomi sembrare un un ingenuo comunistello di diciotto anni.
    Allora abbiamo:

     la prova che determinate industrie (in contatto evidentemente con le organizzazioni criminali del Sud) hanno usato il Sud Italia come discarica abusiva. (Il sud del mondo é la discarica dell’Occidente daltronde);

     la prova che che tutto queste paure sui lavori sono giustificati e i politici sono cechi davanti alle esigenze della gente (ma in maniera veramente concreta in questo caso);

     addirittura l’umiliazione di operai che non sono muniti di maschera come altri loro "fratelli"" esseri umani.

    Se aggiungiamo la faccia tosta di Berlusconi che parla come se fossimo tutti degli scemi, penso che ce ne siano motivi per una rivolta. Spero che in quei luoghi ci sia una grande protesta, finalizzata non solo alle problematiche concrete e oggettive, ma anche ad evidenziare quelle umiliazioni che simbolicamente esprimono al meglio la condizione, ancora oggi, della gente comune. Bisogna fare qualcosa.

  • Di eptor10 (---.---.---.102) 14 novembre 2008 13:45

     La vicenda di Chiaiano racchiude in sè tutto le negatività della società italiana. L’esercito militarizza l’area, la polizia è chiamata ad opporsi con la forza alle sacrosante proteste dei cittadini mentre là attorno comanda la camorra. Perfino le cave del quartiere, di proprietà dell’Impregilo, erano proprietà di certi camorristi che le hanno rivendute alla società ad un prezzo ben maggiore di quando le rilevarono dal Comune. Parliamo di milioni di euro. Probabilmente gli scarichi avvenivano quando era la camorra ad avere il controllo di quelle cave (o l’Impregilo).
    Il peggio è che l’esercito si sta comportando come la camorra, costruendo vasche in cui sotterrare tutto quell’ammasso di amianto. E’ un pericolo non solo per il quartiere, ma per tutta Napoli. E’ questo che la gente della città non riesce a capire. 
    La politica ha raggiunto un livello oltremodo ridicolo e vergognoso. Ce ne dobbiamo assolutamente liberare, altrimenti il futuro sarà nero.

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