• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > L’Osservatore Romano prende le distanze da Boffo

L’Osservatore Romano prende le distanze da Boffo

Intervistato oggi da Aldo Cazzullo per ‘Il Corriere della Sera’, il direttore de ‘L’Osservatore Romano’ Gian Maria Vian prende le distanze da Dino Boffo e dalle sue campagne giornalistiche. Vian rivendica: “sulle vicende private di Silvio Berlusconi non abbiamo scritto una riga”. “I rapporti tra le due sponde del Tevere sono eccellenti” ribadisce Vian, che così spiega lo stile di questi ultimi anni de ‘L’Osservatore Romano’: “in genere, il quotidiano della Santa Sede oggi non è solito entrare negli scontri politici interni dei diversi Stati, a cominciare dall’Italia. Preferiamo dedicarci ad analisi di ampio respiro, piuttosto che seguire vicende molto particolari, controverse e di cui spesso sfuggono i contorni precisi, come quelle italiane degli ultimi mesi”.


L’informazione religiosa, critica Vian, tende a banalizzare: oggi, rispetto al passato, “sembra aperta la caccia al prelato, meglio se cardinale, e preferibilmente per una battuta polemica. E così si finisce anche per ripiegare su figure di ecclesiastici, magari autorevoli ma ormai ritirati, oppure che non hanno il ruolo istituzionale per parlare a nome della Santa Sede”. Tutti questi riferimenti sembrano voler porre una distanza rispetto allo stile di ‘Avvenire’.

Nonostante qualche attrito, Vian conferma che i rapporti tra Italia e Vaticano “sono buoni. Berlusconi è stato il primo a chiarire che non sarebbe andato a Viterbo per la prossima visita del Papa, quando ha capito che la sua presenza avrebbe causato strumentalizzazioni. L’incontro dell’Aquila è saltato per non alimentare le polemiche, ma era stato previsto proprio per segnare simbolicamente un impegno comune, dello Stato e della Chiesa, per le popolazioni colpite dal terre­moto. Con la presenza del cardinale Bertone a rappresentare Benedetto XVI, che è anche primate d’Italia. No, nelle relazioni tra Repubblica Italiana e Santa Sede non cambia nulla”.

Commenti all'articolo

  • Di giorgio (---.---.---.194) 1 settembre 2009 08:19

    State attenti Voi alti prelati che state confondendo i pochi cattolici rimasti,Noi dal basso vi controlliamo,crediamo
    solo in Dio,ci fate ridere con le Vostre esternazioni fuori luogo e fuori tempo,i tempi di Celestino V sono passati,
    tornate a parlare di religione e non di politica,altrimenti aggiungerete un’altra pagina nera alle tante che avete
    scritto in questi 2000 anni.

    • Di Alessandro (---.---.---.175) 1 settembre 2009 15:27

      Non condivido minimamente la minaccia che ho letto.
      La Chiesa fa bene a dimostrarsi madre e maestra e la politica non è un ambito che sfugge, come molti vorebbero, ad una valutazione morale.
      Non è quando la Chiesa giustamente censura i nostri inqualificabili governanti che va fermata, meno che mai da chi afferma senza senso di credere in Dio senza credere nella Sua Chiesa, ma va fraternamente corretta quando non vive, testimonia e fa conoscere la dottrina che Dio ha rivelato agli uomini e depositato nella Chiesa stessa.
      Quanto ai pochi cattolici rimasti, sempre che siano davvero pochi, sarebbe meglio che questi si rendessero conto che la Chiesa ha bisogno del loro sostegno e aiuto nella evangelizzazione e che non debbono nascondersi per paura o rispetto umano, ma testimoniare con coraggio la loro fede, come ha fatto Gesù Cristo.
      Criticare la Chiesa, senza saper distinguere gli errori degli uomini dalla sposa di Cristo significa associarsi a chi offende il Salvatore e recare danno alla fede.

  • Di piviero (---.---.---.66) 1 settembre 2009 13:23

    Sono fermamente convinto che l articolo di Vian su l Osservatore Romano, è giusto e ben motivato, come altrove ho scritto, vi è una "dialettica" (niente altro?) fra la cei (avvenire) e il Papa. Non voglio insinuare divisioni nella Chiesa (sono cattolico, ma rispondo solo a Sua SAntità) Sarei veramente uno stupido, vedessi la cei come un solo macrovescovo.! Vi sono sicuramente vescovi intimiditi o prudenti che esitano a prendere posizioni diverse da quelle generalmente espresse. Che rispondono, secondo me, ai reliquati o strascichi della Teologia della - Liberazione - elaborazione gesuitica fine anni 60 ... Istituto Stensen Firenze ...s iniziò da lì, a parlarne? e con chi?destrutturati furbescamente - questi epigoni - da una vaga ideologia marxista, ispirata al bisogno estremo delle masse. Così si diceva. E nata così, una politica della cei, che io chiamerei teologia delle opere.Per nulla vicino alla Lettera di S: Paolo ai Romani - fermamente referente al Cristo di ogni opera, di ogni intenzione .All uomo non resta che la preghiera rivolta al Divino Salvatore affinchè sia, perfino, il cuore stesso dell uomo e niente altro. E mia opinione che tutto il resto venga dal demonio. Sarei felice che questo mio commento lo leggesse il dott. Vian, Grazie.

  • Di Claudio (---.---.---.183) 2 settembre 2009 18:21

    Sono pienamente d’accordo con L’osservatore Romano nel distanziarsi dal Sig.Boffo che da tempo in modo Italico usa l’Avvenire per fare politica.Il giornale dei vescovi non si puo’ ne deve intromettersi con la politica dello stato,purtroppo queste sono cose che succedono solo da noi in italia.
    La Iglesia e lo stato sono due cose distinte e separate che debbono evitare d’intromettersi a vicenda.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares