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L’Ocse critico sulla spending review italiana in sanità

Un report dell'Ocse sulla spending review, relativamente al Servizio Sanitario Nazionale esistente in Italia, appare mettere in discussione il benchmark di riferimento (5,25% del PIL connesso ai vincoli di finanza pubblica), in quanto incompatibile con il sistema sanitario del paese.

L'Italia presenta una spesa sanitaria pubblica pro capite inferiore di oltre un terzo rispetto alla media europea con un divario triplicato dall'inizio del 2000. Accesso alle cure, livelli di assistenza e qualità delle prestazioni rischiano di essere ulteriormente inficiati da riduzioni di spesa che non hanno un target mirato all'eliminazione delle inefficienze.

L'Italia mostra un significativo deficit di spesa nei confronti dell'assistenza extraospedaliera rispetto agli altri paesi dell'Unione con livelli prestazionali inferiori soprattutto nell'assistenza territoriale, long-term care, prevenzione ed assistenza farmaceutica territoriale. 

Lo scostamento relativamente modesto nella percentuale di spesa sanitaria rispetto al PIL tra Italia e altri paesi europei nasconde differenze di portata molto maggiore negli effettivi livelli di spesa, in considerazione dei rispettivi livelli dei prezzi. 

L'individuazione di un benchmark svincolato da considerazioni inerenti la natura della spesa sanitaria, e il confronto inappropriato delle dinamiche di spesa sanitaria con le dinamiche complessive di spesa pubblica, limitatamente alle amministrazioni centrali, può condurre all'elaborazione di valutazioni erronee sull'impatto effettivo negativo sul sistema sanitario.
 
I livelli di prestazione assicurati dalla spesa sanitaria pubblica in Italia appaiono inferiori del 73% a quelli tedeschi, del 64% a quelli olandesi, e del 48% a quelli francesi. Il benchmark non ha corrispondenza con i paesi con cui l'Italia può essere raffrontata sul piano socioeconomico e di modello organizzativo sanitario.
 
La spesa sanitaria italiana ha assunto un andamento sostanzialmente stabile dal 2009 al 2012 mentre quella totale ha subito un incremento del 2% nel medesimo periodo, situazione analoga a quella della maggior parte dei paesi dell'area euro.
 
Appare evidente dalle considerazioni succitate, evinte dal report dell'Ocse, come sia da rivedere non solo il benchmark di riferimento della spending review di Cottarelli, ma anche l'impianto generale dell'analisi della spesa sanitaria in Italia, anche alla luce dell'introduzione dei costi standard, se si vuole garantire al paese il mantenimento di un Servizio Sanitario Pubblico rispettoso del diritto alla salute (art.32 della Costituzione Italiana) per tutti e non per pochi. 
 
 
Foto: Wikipedia
 

 

 

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