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L’Ocse boccia la scuola

Continuano le proteste in tutto lo Stivale contro i tagli. La Gelmini fa un favore a Formigoni in difficoltà in Lombardia e un rapporto internazionale declassa il sistema formativo nazionale troppo caro e inefficiente

di Pietro Orsatti su Terra

Paradossi di fine impero. La scuola italiana esplode, proteste ovunque, presidi davanti al ministero, il più grande licenziamento di massa che si ricordi nella storia repubblicana nel settore pubblico, eppure… Eppure il ministro Mariastella Gelmini, guarda caso, regala un bel ammortizzatore per i precari del settore all’amico Roberto Formigoni candidato unico e finale del Pdl alla presidenza della Regione Lombardia. Prima si annuncia l’accordo per lo stipendio pieno anche a quegli insegnati precari a cui non viene confermato la supplenza annuale e poi, il giorno dopo, si esalta la candidatura (che novità) di Formigoni al Pirellone. Paradossi, appunto, anche quando i sindacati si dividono in un diluvio di dichiarazioni dicotomiche: Cgil denuncia la beffa, la Uil Lombardia plaude. E il “giochino” scuola intanto va in frantumi.

 

Come testimonia l’Ocse nel rapporto Education at a glance 2009, il 55% degli insegnanti italiani non ha alcun tipo di riscontro, positivo o negativo, per il lavoro svolto. E ancora, classi poco numerose, ore di insegnamento eccessive e troppi docenti non retribuiti in base al merito. Il tutto si traduce, secondo il rapporto, in un declassamento del sistema educativo italiano al 24esimo posto. I risultati medi degli studenti italiani, riporta sempre L’organizzazione internazionale, sono tra i più scarsi nell’area Ocse. Due esempi: i nostri studenti di 15 anni sono indietro di due terzi di anno scolastico nelle scienze rispetto alla media europea e di due anni rispetto ai migliori, i finlandesi; soltanto la metà della popolazione italiana ha completato l’istruzione secondaria superiore, contro i due terzi della popolazione nell’area Ocse. Le scuole italiane spenderebbero per ciascuno studente molto di più degli altri Paesi, ma i rendimenti in termini di istruzione sono più scarsi. «L’assenza di chiare informazioni sulla valutazione degli studenti e dell’intero sistema – si legge nel rapporto-, dai docenti all’amministrazione centrale, è stata la causa principale delle cattive performance».

Quindi, come era prevedibile, siamo davanti anche a una questione di investimenti mancati, insufficienti o mal direzionati. Il costo più elevato dell’istruzione italiana è ampiamente dovuto al rapporto insegnante per studente, che è del 50% più alto (9,6 insegnanti ogni 100 studenti in , rispetto a 6,5 insegnanti nell’area Ocse).

Le soluzioni proposte dall’Ocse sono poche e inequivocabili. Aumentare il numero degli studenti per classe, minimizzando il numero di classi all’interno dell’istituto scolastico e raggruppando gli istituti più piccoli; ridurre le ore d’insegnamento solo per le materie non obbligatorie ed evitare di toccare le ore relative alle discipline delle aree matematico-scientifico-tecnologiche, soprattutto negli istituti di istruzione e formazione professionale. E soprattutto reinvestire i risparmi ottenuti in politiche mirate al miglioramento dei risultati sia in termini qualitativi che economici. «Otto miliardi di euro. Questo, è quanto dovrà pagare la scuola nei prossimi tre anni. Come fare per spremere tutti questi miliardi dal bilancio del ministero dell’Istruzione? Semplice: l’unica voce possibile è la riduzione del personale e quindi gli otto miliardi sono stati convertiti in posti: 87.400 docenti e 44.500 ausiliari, tecnici e amministrativi in meno nel triennio». Questa la denuncia della Flc Cgil in un dossier pubblicato nei giorni scorsi. Che mostra quale sia la reale dimensione dell’azione del governo Berlusconi. E mentre continua il presidio davanti il ministero di Viale Trastevere, le iniziative di proteste di chi è stato già tagliato fuori e di chi nei prossimi due anni attende l’effetto congiunto delle strategie della Gelmini e di Tremonti si moltiplicano in tutta . E chi può cerca di correre ai ripari, anche se per motivi meramente strumentali, come i governatori di e Lombardia, Lombardo e Formigoni.

Commenti all'articolo

  • Di verygood (---.---.---.67) 10 settembre 2009 14:45
    Glaros - scrittura creat(t)iva

    www.eprouverture.com/disseminazione/orestrane.php 

    "Cave scholam" titolava oltre vent’ anni or sono un inserto de Il Manifesto.
    Nel frat-tempo, durante gli anni Novanta ho anche partecipato a qualche prefabbricato italico dottorato, di cui dicevo a Gianni Vattimo, intervenuto sabato scorso a Civitanova alta, nel quadro della ottima manifestazione di cui al link www.tuttoingioco.it/ .
    A Vattimo ho anche ricordato che, ad Ancona, la lista civica a cinque stelle di Beppe Grillo alle scorse amministrative è divenuta quinto partito locale, davanti all’IDV, eleggendo al Consiglio comunale Mauro Gallegati, docente di economia all’Università politecnica delle Marche.
    A Mauro ho proposto giusto ieri un ’rilancio’ del fare scuola e dell’idea di economia di cui si trova qualche traccia nel mio vecchio testo recensito da Damiano Mazzotti su www.agoravox.it/Un-introduzione-alla-socioanalisi.html
    Come si suol dire, se son più o meno pre-viste rose...

  • Di illupodeieli.leonardo.it (---.---.---.148) 10 settembre 2009 22:34

    Non butterei tutto della scuola italiana e non sempre ciò che fanno gli altri è meglio, se così fosse dovremo avere stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali più bassi e inferiori a quelli di oggi e ancorati a quelli dei greci o dei portoghesi, ma non è così, dovremo avere un tetto per amministratori di società ma invece elargiamo i vari Cimoli & co di liquidazioni e stipendi milionari, e nessuno dice niente. Per le classi poco numerose ,che male c’è? I confronti e il relazionarsi con altri studenti ci possono essere lo stesso. Quanto allo studio distinguerei tra il nozionismo e il saper stare al mondo.Che valori si vogliono trasmettere? nessuno? Non è anche quello lo scopo della scuola? Non lo è? Allora un bel libro di quiz con allegate spiegazioni per capire, in stile Bignami ciò che serve e il piatto è pronto.Vuoi invece che robot avere persone ,che ragionano con la propria testa e che riescono a vivere,senza troppi traumi, situazioni difficili e a trovare soluzioni? Allora la strada non è quella delle classifiche Ocse o delle borse mondiali, è fatta di altri parametri,differenti e che ti rendono piacevole vivere in una nazione,città o paese: da noi non sempre è così, se no la gente, giovani ........fino ai 50 anni e oltre non vorrebbero emigrare e fuggire, ma ripeto non tutto è da buttare alle ortiche. Certo i docenti non sono gratificati ma neppure gli studenti. Come fare in modo che a un ragazzo faccia piacere andare a scuola? Le mie due ragazze sono contente, studiano, tutto sommato svolgono un programma di scuola superiore che non è ,tuttavia, ancorato alle materie standard, ma fanno anche altro, si dedicano o trovano spazio o lo rubano all’interno delle ore a disposizione. Direte che è una scuola privata, sì ed è stata una scelta obbligata,in quanto mia figlia dislessica e disgrafica, altrove non sarebbe stata accolta e "trattata" come sarebbe necessario ( a detta dei presidi con cui ho avuto colloquio). Ma il punto è da una parte chi criminalizza e accusa la scuola, dall’altra chi se ne serve per smuovere le cose in politica (ma di fatto non aiuta i docenti e i non docenti).Le cose che si potranno toccare con mano sono i tagli, gli edifici fatiscenti, strumenti didattici non in linea con i tempi.

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