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L’Italia non è come l’Ungheria di Orban, ma non crediamoci migliori degli altri

No. Non siamo l'Ungheria di Orban. Diciamolo da subito. Ma smettiamola di reputarci migliori degli altri. Perché in Italia un bel cazzotto alla democrazia l'abbiamo dato anche noi. E bello pesante. A partire dalla corsa all'autoritarismo regionale, a partire dal potere spropositato dei DPCM, delle FAQ, delle conferenze stampa che son diventate fonte di diritto. Mentre domina la surreale narrazione, andrà tutto bene, il Paese vive una strage, vive una catastrofe sociale ed economica durissima.

Il Parlamento è diventato un qualcosa di inutile, finito quasi su chi l'ha visto. Si guarda un pò a quello che è l'effetto Orban in vari Paesi dei Balcani, ma anche noi non scherziamo. Non scherziamo mica. Abbiamo l'esercito nelle città con poteri di polizia, abbiamo i droni, si sta proponendo di far saltare in aria la privacy per una schedatura che rischia di essere indiscriminata, si utilizzano telecamere, foto cellule, si son identificati ad oggi 4 milioni di cittadini! 4 milioni di cittadini identificati in neanche un mese di controlli.
 
Giusto scandalizzarsi per i pieni poteri ungheresi, d'altronde l'Ungheria andava buttata fuori dall'Europa ben prima, ma nessuno la butterà fuori dall'Europa, perché l'Europa ha bisogno di quella barriera, per "proteggersi" dall'arrivo dei migranti. Come ha bisogno di pagare la Turchia per non avere milioni di migranti in casa propria. Questa è la realtà. L'Europa è saltata in aria da tempo, il coronavirus ha messo a nudo la sua inconsistenza, e rafforzato a dismisura i nazionalismi. Nazionalismi e sovranismi che non appena finirà questa emergenza andranno a mille per prendersi il potere ovunque con una legittimazione popolare bulgara. Saranno i nuovi fascismi, a capitalizzare la rabbia del popolo, questo è un dato di fatto rilevante e in Italia le basi ci sono tutte.
 
Siamo stati il primo Paese d'Europa a mettere agli arresti domiciliari 60 milioni di cittadini per l'incapacità di affrontare l'emergenza di un virus. Un virus che non ha piegato l'Italia, ma la corruzione, il malaffare, incompetenze, irresponsabilità scaricate sulla testa dei cittadini. Non si può scioperare, non si può protestare, la libertà di stampa in diversi casi è vietata, non si possono fare domande scomode, ci si deve attenere ai comunicati stampa, in un Paese dove la libertà di stampa è da decenni un problema e ai minimi termini. Si è trascinata in modo vergognoso e irresponsabile l'Italia in un clima da guerra, tanto che c'era chi sognava il colpo di stato, quando l'unica guerra che andava fatta era quella al virus, ma qui la si è fatta alla nazione intera. L'Italia non è l'Ungheria di Orban, ma non siamo nelle condizioni di poter fare la lezioncina morale agli ungheresi. Ricordiamo che si può ancora aderire all'appello non siamo in guerra, salviamo la democrazia, comunicando la propria adesione a questo indirizzo email: [email protected]
 
Foto: European Peopole's Party/Flickr


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