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L’Italia dei misfatti: tra l’imbarbarimento della politica e la crescente ignoranza dei cittadini

Le costanti umiliazioni a cui la politica costringe, oramai a scadenza settimanale, la Nazione, sono il frutto del totale imbarbarimento della classe politica dedita unicamente al soddisfacimento di interessi personali. La casa pagata al politico, ma a sua insaputa però, è l’ultima triste e sconfortante barzelletta che rende l’Italia lo zimbello della stampa Occidentale.

Non c’è più alcun senso dello Stato e soprattutto del bene comune nei politici. Essi cercano di preservare le proprie poltrone e i propri privilegi incuranti della Nazione. Non si spiegherebbe altrimenti perché alla Scuola ed ai Beni Culturali vengano tagliati costantemente fondi mentre le retribuzioni dei parlamentari Italiani siano tuttora le più alte al mondo. Inoltre perché l’Italia continui ad avere il più alto numero di auto blu dell’intero globo, più di 600.000 auto che tra annessi e connessi gravano sui contribuenti per quasi 20 miliardi di € all’anno, è una domanda imbarazzante per sua natura. 

Questo imbarbarimento della politica, in ogni suo aspetto, dalla sregolatezza della vita sessuale di uomini attempati che dovrebbero avere altro di cui preoccuparsi, soprattutto in un momento di crisi sistemica come l’attuale, alla rozzezza con cui i politici nostrani si esprimo, è però lo specchio dell’imbarbarimento culturale della Nazione.

C’era un tempo in cui i proletari andavano al lavoro con l’Unità nella tasca posteriore dei pantaloni, in cui i direttori di filiale delle Banche erano laureati in economia ed andavano al lavoro con IlSole24Ore sotto braccio, in cui i Professori si distinguevano fieri del proprio lavoro ed in cui i funzionari dello Stato avevano a cuore le sorti di questo Paese.

Quel tempo non è una mitica era bucolica esistita solamente nella fantasia dei letterati, è solamente l’altro ieri. È l’era pre berlusconiana. E senza enfatizzare troppo l’Italia di ieri, che di certo ha sempre avuto in ognuna delle fasi repubblicane problemi anche gravi da affrontare, è indiscutibile che il degrado culturale sia iniziato in concomitanza della nascita della TV commerciale e dell’avvento della società dell’immagine gestita e voluta da Silvio Berlusconi. Inoltre è certo che ciò abbia spinto la popolazione ad un costante imbarbarimento culturale.

Oggi solo il 4% della popolazione legge regolarmente almeno un quotidiano al giorno, leggere non significa caricare la pagina del Corriere.it o di Repubblica.it e lasciarla aperta ma significa aprire gli articoli e leggerli dalla prima all’ultima riga, ed un libro all’anno. Detto ciò non credo si possa pretendere molto di più dalla nostra classe politica, fin troppo rappresentativa della vita biologica a cui si stanno dedicando gli Italiani. 

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