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L’Italia che resiste... a intermittenza

Trapani, strana città. Distratta, ma attenta all'amicizia, che qui vuol dire favore, clientelismo e corruzione. Ieri in piazza c'era la Trapani che resiste.

Ieri una trentina di trapanesi si sono radunati in una piazzatta del Centro Storico, e non davanti il Municipio come altrove in Italia, per protestare contro una presunta politica illiberale e razzista del governo Conte sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega Nord. In particolare contro il Decreto “Sicurezza”, oramai legge dello Stato da diversi mesi, che pone seri limiti alle condizioni di vita dei migranti presenti nel nostro Paese.

Erano una trentina di, giovani e meno giovani, in buona parte esponenti della Sinistra trapanese, di quella Sinistra che si riconosce nel Partito Democratico intendo, a livello nazionale e locale. Nella foto ricordo dell’evento, s’intravedono dirigenti del Partito Democratico, di MDP-Articolo 1.

Decreto Flussi, Ius Soli, lager in Libia, soldati in Niger: Chi protestava?

Il Partito Democratico è quello che si è reso protagonista, dalla propria poltrona di governo del Paese, di Decreti “Flussi” che consentivano l’ingresso regolare solo a 500 migranti, Di fatto ha così realizzato le condizioni per l’immigrazione irregolare o clandestina, come denunciato in un recente convegno di Pressenza a Milano.

Nessun trapanese è sceso in piazza a urlare il proprio sdegno contro questo ridicolo decreto “Flussi”.

Il Partito Democratico è quello che si è reso protagonista, col governo Renzi-Gentiloni e col ministro Minniti, della realizzazione di veri e propri “campi di concentramento”, o “lager”, chiamateli come preferite, in Libia, per fermare “l’invasione” dei negri e dei musulmani in Italia. Per impedire che partissero i barconi carichi di migranti in fuga da guerre civili, da governi non democratici, da condizioni economiche impossibili.

In quei “campi” i migranti subivano abusi e violenze, anche sessuali, venivano venduti come schiavi nei mercati di Tripoli.

Il Partito Democratico è quello che ha schierato le truppe italiane in Niger, al confine con la Libia, anche per fermare ancora più a monte queste carovane di disperati in cerca di una vita migliore.

Nessun trapanese è sceso in piazza a urlare il proprio sdegno contro questo scandalo umanitario e del diritto nazionale ed internazionale.

Il Partito Democratico, che governava con una maggioranza “bulgara” frutto di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, è quello che si è reso protagonista del blocco in Parlamento della legge sullo “Ius Soli” che, sia pure in maniera “temperata”, rinosceva la cittadinanza ai bambini stranieri nati sul suolo del nostro Paese, come avviene perfino negli Stati Uniti.

Corruzione a Trapani, a Erice: Chi protestava?

Il Partito Denocratico è quello che governa l’adiacente Comune di Erice dove ieri hanno arrestato il vice sindaco. Anche qui l’accusa è corruzione. Da anni, componenti dell’Amministrazione e consiglieri comunali, sostiene l’accusa della Magistratura, avevano imposto un Sistema che curava gli “interessi personali e privati” piuttosto quelli della Collettività.

Nessun trapanese è sceso in piazza a urlare il proprio sdegno.

Nessuno del Partito Democratico (né del Cinque Stelle, per la verità) ha diffuso un comunicato con cui prendesse le distanze da questo Sistema. Il pover’uomo ora col braccialetto elettronico alla caviglia sembra, a quanto si capisce, che facesse tutto da solo e di nascosto ai colleghi della Giunta.

Ma di cosa mi sorprendo a Trapani, ancora?

Avevano arrestato l’ex sindaco di Trapani e deputato regionale eletto nelle liste di Forza Italia perché coinvolto in due inchieste per corruzione del filone “Liberty Lines”. Anche lì c’era un Sistema, a leggere quanto pubblicano i giornali. Interesse privato, soldi, favori, voti.

Nessun trapanese era sceso in piazza a urlare il proprio sdegno.

Anzi avevano sostenuto la sua candidatura a sindaco in una campagna elettorale “virtuale” dato che questi l’ha fatta prevalentemente dagli arresti domiciliari. Oltre 10.000 trapanesi (il 31%), a giugno 2017, lo aveva poi votato, la maggioranza relativa, con l’esito che le elezioni venivano annullate e la città commissariata.

Nessuno dei grandi concorrenti, né il candidato della “Sinistra” ovvero del Partito Democratico né quello dei Cinque Stelle, aveva chiesto il ritiro del candidato virtuale dalla campagna elettorale.

Solo un piccolo candidato, quel Giuseppe Marascia della lista “Città a Misura d’Uomo” “premiato” dai concittadini con poco meno del 2% del consensi e oggi ritiratosi a vita privata.

Lui no, non resiste come i giovani esponenti del Partito Democratico trapanese ieri in piazza. Lui, Marascia, si è arreso. Coerentemente.

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