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L’Europa risponde ancora una volta all’instabilità economica con la xenofobia

 

Come in altre circostanze nel passato, prima tra tutte la crisi del ’29, gli europei rispondono all’instabilità finanziaria, iniziata nell’ottobre ’08, con una forte spinta xenofoba.

Tale istintiva reazione deriva dalla necessità di trovare un riscontro oggettivo, tangibile, a qualcosa di complesso ed irrazionale, nella visione dei più non specialisti in storia economica, come una grave crisi finanziaria. 

Questa reazione è in verità una mera ricerca di un capro espiatorio capace di tranquillizzare l’animo dei preoccupati benestanti europei. È molto più semplice combattere un nemico di cui si conosce il volto piuttosto che qualcosa di ignoto ed allora in situazioni di tracollo economico non c’è nulla di più semplice che addossare le colpe agli extra comunitari. In tal modo i colpevoli, anche se immaginari, vengono individuati in un elemento estraneo all’Europa stessa in una sorte di germe venuto da lontano che deve essere estirpato.

Ecco la genesi della xenofobia, del razzismo, dell’oppressione del diverso e della delirante necessità di trovare un capro espiatorio per sanare errori finanziari ed economici che con gli extra comunitari non hanno nulla a che fare.

Che cosa hanno a che fare gli extra comunitari con gli amministratori delegati dei gruppi bancari che hanno derubato gli europei promuovendo investimenti spazzatura?

Che cosa hanno a che fare gli extracomunitari con la massiccia delocalizzazione attuata dai miopi imprenditori europei negli anni addietro?

Nulla, assolutamente nulla. Ricorrere alla xenofobia per giustificare le nostre colpe è qualcosa di vergognoso, inaccettabile e umiliante. 

Neanche le tragedie degli anni ’30 e ‘40 del XX secolo sono servite da monito. La Storia rimane inascoltata e ignorata. 

L’Unione Europea grazie a movimenti deliranti come il nazionalismo austriaco rischia di autoescludersi dal sistema mondo e di rimaner tagliata fuori dalla prossima, anche se non vicinissima, ripresa economica. Si prenda esempio dal lungimirante Obama che apre saggiamente all’Islam e prepara la strada a futuri e prosperi interscambi culturali e quindi anche economici.

L’Europa non solo invecchia ma è anche colpita da demenza senile e sembra non ricordare quali siano stati gli effetti delle spinte nazionaliste avvenute nel corso del XX secolo.

Ricorderò brevemente che “grazie” ai vari nazionalismi estremi l’Europa si è autodistrutta per ben due volte in meno di 50 anni e più di 100 milioni di persone, direttamente o indirettamente, hanno perso la vita. Tra questi, oltre ai soldati caduti, milioni di individui soppressi per il solo fatto appartenere a etnie diverse o per avere idee non conformi, moltissimi anziani morti di stenti, donne morte per stupri e violenze, bambini morti per fame.

Nel momento in cui si perde la memoria del passato e si oltrepassa ogni forma di moralità si è pronti a cadere nel baratro della cieca follia. 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.5) 9 giugno 2009 11:28
    Damiano Mazzotti

    Secondo me per gran parte dei paesi d’Europa questa deriva non porterà grossi guai e spero di non sbagiarmi... Ma il vero problema verrà dall’est europa... Ungheria, Ucraina, Polonia... e dalla Russia...
    se non troviamo accordi politici economici accettabili con questi paesi saranno guai...
    L’Europa dovrebbe cercare di integrare la Russia nell’Unione Europea in pochissimi anni altrimenti si rischia di arrivare a un’altra guerra a causa dei problemi economici ed energetici di Ucraina e paesi limitrofi...

  • Di marco (---.---.---.137) 9 giugno 2009 16:14

    Non sono assolutamente daccordo con questa visione. E’ una visione che parte da presupposti "di sinistra". In questo senso è sbagliata. Ed è per questo che le sinistre continuano a perdere. Il motivo è che non sanno leggere ciò che gli stanno dicendo gli elettori. La sinistra continua a sostenere la sua posizione ideologica di "apertura", di stato multietnico e gli elettori gli stanno dicendo:"no!".
    L’autore la chiama xenofobia. E se invece fosse solo il desiderio di non smarrire le proprie caratteristiche culturali?

    • Di Francesco Rossolini (---.---.---.103) 9 giugno 2009 19:56
      Francesco Rossolini

      Credo che ci sia una certa differenza nel voler mantenere una propria identità culturale, cosa del tutto legittima, e trovare un capro espiatorio. Io sono spaventato da chi crede che la crisi economica sia stata causata dagli immigrati, cosa falsa, e non da chi ritiene che l’immigrazione debba essere regolamentata, cosa legittima. 

      I principi su cui si basa il mio intervento dovrebbero avere carattere universale e non essere vincolati a faziosità politiche, che tra l’altro non mi appartengono. 

      Comunque il dibattito ed il confronto su tali tematiche è sempre positivo e molto utile al confronto tra opinioni a volte contrastanti o comunque non sovrapponibili.



    • Di mxpsix (---.---.---.34) 9 giugno 2009 20:20

      La storia non è di sinistra o di destra. Quanto descritto dall’autore è quanto è accaduto, non un’ opinione. 
      Ritengo comunque sia giusto non rinnegare le proprie radici culturali. Infatti nessuno chiede di farlo.
      Aggiungo che è probabilmente un’ utopia immaginare che tutti i "disperati" del mondo possano essere accolti e integrati nella piccola Italia o nella comunque piccola Europa.
      Ma a questo punto pongo una domanda:

       Non è altrettanto utopico pensare che bastino alcune leggi, condite da qualche ronda e un po’ di xenofobia a fermare flussi migratori che coinvolgono milioni di "disperati"?- 
      Si parla di persone capaci ad esempio di viaggiare nel doppio fondo di un camion dall’Asia all’Europa, tanta è la loro determinazione.
      Non ho risposte in proposito, ma mi stupisce sempre vedere quante certezze sull’argomento si esprimano da parte di politici, commentatori, e persone comuni. 
      Per tornare alla storia: anche i più potenti Imperi del passato hanno dovuto aprirsi al mondo che spingeva alle loro porte.
      Sarà questa Europa debole politicamente, con una popolazione vecchia o cresciuta nel benessere e poco disposta al sacrificio, a dimostrare di possedere maggiore forza per resistere? Permettetemi di dubitarne.

    • Di Francesco Rossolini (---.---.---.103) 10 giugno 2009 01:07
      Francesco Rossolini

       "Sarà questa Europa debole politicamente, con una popolazione vecchia o cresciuta nel benessere e poco disposta al sacrificio, a dimostrare di possedere maggiore forza per resistere? Permettetemi di dubitarne."

      Credo che questa frase riassuma perfettamente la situazione dell’Europa all’inizio del III millennio. 


  • Di marco (---.---.---.137) 9 giugno 2009 21:22

    Caro Rossolini, anche da parte mia ben venga la pluralità di opinioni!
    Il fatto è che stiamo assistendo ai commenti del dopo-elezioni e si vedono questi "sinistri" smarriti che non sanno cosa dire. A me verrebbe da dirgli: la soluzione è semplice, basterebbe ascoltare la gente. Alla gente non interessa neanche la crisi economica, ma c’è un solo punto che ritengono indispensabile. E su quel punto premiano lega e pdl: gli immigrati. E io non tirerei in ballo la xenofobia. E’ umano, è normale. C’è in giro come un senso di "basta!". Ma non in senso "cattivo". E’ più una cosa tipo siamo troppi. C’è smarrimento. E c’è anche la crisi. Ma non si da la colpa della crisi agli immigrati. E’ una specie di timore che in caso di crollo economico, si sia in troppi a doversi dividere una fetta di torta.
    Insomma per come la vedo io è la manifestazione di un sentimento "normale", non c’è accanimento. D’altronde è proprio una classe politica che non vuole ascoltare csa dice il popolo, ma uno dei doveri del politico è ascoltare il popolo.....altrimenti che ci sta a fare?

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