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 Home page > Attualità > Ambiente > L’ENEL e i Mapuche. L’eredità di Pinochet e quella di Victor Jara

L’ENEL e i Mapuche. L’eredità di Pinochet e quella di Victor Jara

Mi piace la pubblicità dell'ENEL, c'è un bimbo vintage che prende un foglio ci disegna un auto a cui è attaccata una presa elettrica e ci fa un aeroplanino, lo lancia così che questo viaggia per paesaggi incontaminati, spiagge, fabbriche linde piene di operai felici, gnocche impiegate con ufficio grande come un campo da tennis... tutti sorridono all'aeroplanino, il quale porta un messaggio, esso infatti arriva a un altro bambino (questa volta contemporaneo) che lo scarta e guarda il disegno. É un'auto elettrica osserva il bimbo del futuro, mentre si gira verso suo padre che rifornisce la sua di auto elettrica da una presa con sopra stampato il logo dell'ENEL! Ma che bello! Il bimbo futuro che vede realizzati i sogni del bimbo passato! L'ambiente rispettato, tutti felici e il tutto merito dell'ENEL! Una multinazionale con il cuore di una Ong! Certo che forse il profilo di Patrizia Pellegrini pagava di più in termine di marketing, ma qui c'è la speranza! Un mondo giusto e pulito da consegnare alle generazioni future!

Poi leggo che invece, tale Fulvio Conti (ad ENEL), si è parecchio adirato con tale Jorge Hueche, esponente del popolo Mapuche ospite all'assemblea dei soci ENEL di questo 29 aprile, al punto da minacciare ritorsioni legali.

Che cos'hanno a che fare i Mapuche, un popolo indigeno che abita la Patagonia cilena, e l'ENEL, una multinazionale che opera in 22 paesi e tre continenti (ah l'italianità!)? La ragione della disputa sta nel progetto HidroAysen promosso da Endesa Cile (dal 2009 controllata da ENEL) e Colbùn che prevede la costruzione di cinque dighe fra i fiumi Baker e Pascua, nella regione dell'Aysén. Si tratta di un sistema idro energetico con una capacità di produzione di 2750MW, oltre a un reticolo 2.300 Km di piloni per trasportare l'energia nel Nord produttivo del paese (l'intera Patagonia cilena conta appena 70/80 mila abitanti).

Con la politica iper - liberale cilena in termini di governo delle acque, ENEL pare avere tutti le ragioni del mondo. Dal punto di vista legale infatti risulta proprietaria del 96% delle acque dell'Aysén (e l'82% dell'intera nazione), e per proprietaria si intende che possiede realmente gli specchi d'acqua intesi come fiumi, laghi e torrenti... da noi sono demanio statale, in Cile proprietà privata (tenetelo a mente quando, anche in Italia, sentite parlare di privatizzazione dell'acqua... che l'obiettivo finale da raggiungere nel lungo termine sia una situazione del genere? Possibile con la bella gente che ci governa?).

Tutto ciò grazie alle modifiche costituzionali volute dal dittatore Pinochet che, con le mani ancora sporche del sangue di Allende e di migliaia di cileni, varò il codice dell'acqua che garantiva ai privati la proprietà, la gestione e la distribuzione delle acque cilene.

Henry Kissinger, segretario di stato americano negli anni del golpe cileno appoggiato tra l'altro dal suo stesso governo, commentando l'elezione di Salvador Allende, disse: “Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere permesso di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irresponsabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli”. Meno male che c'è stato il liberalismo e la libertas americana, pensate un po' se i Cileni fossero stati così irresponsabili ed ad oggi fossero ancora i legittimi padroni dei loro fiumi! (quando sarò vecchio e stanco prometto, caro Henry; che darò il tuo nome al mio vaso da notte... mi sembra il minimo).

Il riempimento dei bacini sommergerà all'incirca 4900 ettari di territorio incontaminato e comporterà un'ulteriore cementificazione di altri spazi naturali conseguente e necessaria al trasporto dell'energia idroelettrica prodotta. Tutto ciò costerà all'incirca 4 miliardi di dollari e garantirà introiti per 1,2 miliardi di dollari annui.

Vantaggi per il popolo Mapuche: uno sconto in bolletta. Delle nove regioni impattate dal progetto nessuna usufruirà dell'energia prodotta da HidroAysen, infatti la regione come ho già detto e scarsamente popolata, quindi non ha nessun bisogno di un surplus energetico, cosa che farà parecchio comodo al nord industrializzato del Cile. Pensate che il 37% dell'attuale produzione energetica cilena soddisfa il fabbisogno delle industrie minerarie, anche quelle controllate da multinazionali straniere (caro Pinochet una bella statua di sterco non te la leva nessuno).

A conferma di come sia enormemente vantaggioso per i cileni trattare con Endesa, basti pensare al comune di Panguipulli, il cui territorio ospita la diga di Pullinque costruita negli anni quaranta, per la quale la municipalità riceve da Enel - Endesa royalties della spropositata somma di 100 Euro l'anno. Dei veri benefattori, occhio che così vi rovinate!

Termino con questi versi:

Canto, come mi vieni male

quando devo cantare la paura!

Paura come quella che vivo,

come quella che muoio, paura.

di vedermi fra tanti, tanti

momenti dell'infinito

in cui il silenzio e il grido

sono le mete di questo canto.

Quello che vedo non l'ho mai visto.

Ciò che ho sentito e che sento

farà sbocciare il momento...

Li scrisse Víctor Jara, cantautore, musicista e regista cileno e nelle cui vene da parte di madre scorreva sangue Mapuche, nello stadio di Santiago del Cile, poco prima di essere assassinato dalle milizie di Pinochet.

Ecco, mi piace pensare che il momento sia sbocciato nelle azioni dei comitati locali che lottano per fermare il progetto HidroAysèn e restituire al popolo cileno i diritti d'uso dell'acqua che gli sono stati rubati durante la dittatura. Qui il sito della campagna italiana Patagonia Senza Dighe che accoglie e rilancia quella cilena “Patagonia sin Represas” promossa da numerose associazioni unite in questa battaglia nel Consiglio per la difesa della Patagonia.

Tutta l’acqua del mondo from Camilla Martini on Vimeo.

Nota: Hydroaysén purtroppo non è il solo problema del popolo Mapuche. Qui un sito per saperne di più sulla grave situazione di questo popolo, dalle leggi antiterrorismo, anche queste retaggio della dittatura, al nuovo latifondismo terriero della Benetton (un'altra italiana).

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