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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Kim Rossi Stuart è Maltese: «Io, tra Falcone e Borsellino»

Kim Rossi Stuart è Maltese: «Io, tra Falcone e Borsellino»

Approdata su Rai1, il successo fa ben sperare gli appassionati in una seconda stagione. Stiamo parlando della fiction “Maltese – Il romanzo del commissario”, con protagonista Kim Rossi Stuart, nei panni del commissario, Dario Maltese, che con un paio di folti baffi scuri fa dimenticare le sue origini olandesi riuscendo davvero credibile nei panni di siciliano, seppur di ceppo normanno.

Al suo fianco, una squadra di poliziotti, ciascuno con pregi e difetti, ma uniti da un unico ideale di giustizia.

La fiction ha sorpreso gli spettatori per le vicende e la narrazione, raccontate con abilità e maestria dagli autori.

La serie, in quattro puntate, è ambientata a Trapani nel 1976 e mescola una serie di ingredienti di successo di altre fiction, con la lotta alla criminalità intrecciandola con tematiche più familiari.

Maltese ha fatto ritorno nella sua città natale perché un suo vecchio compagno d’infanzia, diventato commissario, in punto di morte lo ha investito di una missione: sostituirlo e portare avanti il suo lavoro.

Il regista, Gianluca Maria Tavarelli, ha cercato di raccontare, insieme agli autori, un racconto antico, ma moderno, con una regia e un montaggio che richiamassero gli anni settanta, nei costumi, nei colori e nelle atmosfere.

Nell’interpretare Maltese, Rossi Stuart si è ispirato a Ninni Cassarà, il commissario ucciso dalla mafia nel 1985, che l’attore definisce «una figura straordinaria, sofisticata, riflessiva e colta che amava l’azione partecipando in prima persona ai blitz, come un vero detective».

«Ecco, quando interpreti personaggi che hanno dedicato la propria vita, non per orgoglio, al senso civico e di giustizia, non credo ci possa essere qualcosa di più nobile per un attore».

In fase di preparazione del personaggio, l’attore ha studiato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La forza di Maltese è anche figlia del sorriso di Falcone. E poi c’è la sigaretta di Borsellino, quel particolare che molto raccontava di lui e dei suoi tanti pensieri.

Nelle indagini di Maltese si trovano gli echi di numerose indagini realmente avvenute e che oggi, a buon diritto, figurano nella storia del nostro Paese.

«È una serie buona, sana, positiva. Di solito, gli stimoli per fare un lavoro li ho prima. Poi ho pensato ai veri eroi come Antonino Cassarà e Boris Giuliano, e si è accesa la passione. Sono orgoglioso di aver fatto questo personaggio, perché qualcuno, del bene, se ne deve occupare», conclude l’attore.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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