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Karim METREF

Karim METREF

Karim Metref. Nato in Algeria nel 1967. Dopo studi di scienze dell’educazione e d’arte ho lavorato come insegnante di educazione artistica per circa 10 anni. Dal 1998 in Italia, vivo a Torino dove pratico il mestiere di educatore e formatore in educazione. Pubblicazioni: Quando la testa ritrova il corpo (manuale di ludopedagogia, Ega, 2003); Caravan to Baghdad (Mangrovie, 2006); Tagliato per l’esilio (Mangrovie, 2008). I miei interventi si possono leggere anche su: http://karim-metref.over-blog.org/

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  • Primo articolo sabato 04 Aprile 2009
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Ultimi commenti

  • Di Karim METREF (---.---.---.49) 20 aprile 2009 17:09
    Karim METREF

    Caro Damiano,
    Sono d’accordo che non si può continuare a pensare di poter fare dieci figli. Ma questo non c’entra niente con la democrazia. La Tunisia è una delle dittature più feroci su questo pianeta eppure la gente da vent’anni ormai non fa più figli. E questo minuscolo paese sta per entrare in grave crisi per mancanza di giovani. È una questione di educazione e di mentalità. Ma c’entra poco con la democrazia. La pi grande democrazia del pianeta invece non ha ancora risolto il problema.

     

    Caro Elia,

    Conosco Massimo Fini e il suo movimento zero (mi sembra), egli è soltanto uno dei tanti, scrittori, filosofi, sociologi, attivisti, movimenti popolari... che fanno vedere che il sistema prende acqua da tutte le parti. Le soluzioni proposte poi sono da vedere. Nessuno tiene la verità. L’importante è non fermarsi di riflettere e cercare.

    Io non accomuno niente. Anzi dissocio completamente. Non me la prendo con il concetto di democrazia (tout-court) ma con la democrazia parlamentare che nasce con il capitalismo e finora non è riuscita a funzionare senza di esso. Richiede una classe politica che vive di politica. E per ciò richiede soldi molti soldi. Ad offrire i mezzi di questo funzionamento sono le classi che hanno il potere economico. Quando non sono loro direttamente coinvolte nella rappresentatività politica.

    I sistemi dell’Europa del nord hanno funzionato con liberalismo limitato e con pochi scontri sociali perché hanno potuto tirare dalle risorse naturali, dall’industria e da altri fattori, una ricchezza immensa con la quale hanno potuto per anni pagare grassamente la pace sociale.

    Non a caso in tanti di questi paesi sopravvive anche la forma di rappresentanza meno democratica esistente: la monarchia. E non a caso, oggi che anche lì la ricchezza si è sempre concentrata tra le mani di pochi e che gli stati fanno fatica a ridistribuirla, gli spazzi di libertà si stanno chiudendo e le forme di autoritarismo e di “sicuritarismo” che stanno colpendo il mondo intero si stanno aggravando d’anno in anno.

  • Di Karim METREF (---.---.---.49) 20 aprile 2009 14:01
    Karim METREF

    Caro Rocco,
    Credo sia difficile giudicare un discorso così ampio come il tuo o il mio come tutto sbagliato o tutto giusto. Così come è difficile classificare dei sistemi interi (siano anche quelli tribali) come del tutto sbagliati o del tutto giusti.
    Ogni cosa in questo mondo ha il suo lato positivo e il suo lato negativo. Così come se vogliamo discutere in modo produttivo non dobbiamo (a mio modesto avviso) cadere nelle modalità e nel linguaggio stra-usati nelle polemiche tra politici di professione. Che servono, secondo me, più a scaldare l’ambiente e a dividere il pubblico in tifoserie opposte che a incoraggiare riflessione e scambio di idee. Parlo di definizioni/giudizi come “retorica”, “vittimismo”, “buonismo”, “terzomondismo”...

    Il mio intervento non è per accusare chiunque di qualsiasi cosa. Io non leggo la vita cercando “le colpe”, ma cercando di capire i sistemi e le responsabilità, degli uni e degli altri.

    Un sistema è quello che è e produce (a poche differenze) gli stessi risultati a prescindere dal dove e da chi è applicato (più o meno bene).

    Nel mondo ci sono stati sempre sistemi espansionisti e sistemi che cercavano di vivere senza troppo pretendere dall’ambente e dalla gente. Dire che se un impero ha invaso un popolo inerme (che avrà pure le sue ingiustizie interne, le sue superstizioni...) è perché è colpa di questo ultimo che non ha voluto svilupparsi... è come dire che noi siamo delle bestie e che chi non mangia gli altri si fa mangiare. Questa è la logica imperiale da sempre. È la logica delle così dette “civiltà” (maya, azteca, cinese, romana, musulmana... non importa il nome né l’epoca) contro i così detti “barbari”: "Noi invadiamo loro perché loro non si sviluppano, perché non tengono la verità, perché devono imparare... "
    Io credo sia sbagliato questo. Credo che l’umanità ha sperimentato in vari momenti e in vari luoghi forme di organizzazione non espansionista (ai danni della natura e dei popoli viccini) e non aggressiva (nel senso distruttivo del termine). E oso sperare che si possa fare ricerca in quella direzione, invece di accettare la logica del più forte.


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