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Juve, un monologo senza soluzione di continuità

Anche in questa stagione lo Scudetto dovrebbe imboccare la via di Torino...

 

Un regime dittatoriale in piena regola

In virtù del successo maturato sulla Roma di E. Di Francesco (gol del tuttocampista M. Mandzukic, foto) la Juventus ha acquisito per l'ennesima volta il platonico Titolo di Campione d'Inverno. Un diploma virtuale che però quasi certamente certifica la “prolusione” all'8° Scudetto consecutivo di Madama, che, se ottenuto, sarebbe la diretta emanazione di un'egemonia, quella bianconera, che in un lunghissimo lasso di tempo ha ridimensionato non poco le altrui aspirazioni. In oltre un settennato (il tempo di un mandato presidenziale...) di predominio incessante la Zebra di Conte prima ed Allegri poi, difatti, ha posto in essere una disarmante superiorità, senza eguali nella ultra secolare storia del calcio italiano, per una dominazione ormai sconfinata in una sorta di regime totalitario in cui ogni forma di esplicito dissenso è risultata puntualmente necrotizzata. E questo Campionato, giunto praticamente a metà del guado, sta riproducendo, con accenti persino più marcati del consueto, quanto di iperbolico espresso da Madama in questi anni fulgidi, toccando lo zenit delle proprie possibilità. Dopo 17 partite la Signora ha posto in vetrina ben 16 vittorie (zero k.o.), che tradotto vuol dire come il team piemontese abbia sinora asfaltato senza alcuna pietà la concorrenza (o presunta tale), esiliandola ai margini di qualsivoglia pretesa. Sicchè alle rivali, sottomesse ed oltraggiate oltremisura nel proprio onore, non rimane che la totale rassegnazione, confidando tutt'al più in qualche sporadico slancio di magnanimità della Signora, con la speranza che prima o poi possa concederle qualche isolato raggio di beatitudine.

A corroborare la supremazia bianconera quest'anno vi sta pensando naturalmente quel dio di C. Ronaldo, che da quando ha svestito la maglia del R. Madrid ha smesso i celeberrimi panni del bomber famelico (a mio parere il più grande goleador all time dopo Pelè) per indossare il vestiario, più consono alle esigenze della Juve, dell'uomo squadra presente in ogni zona del campo (persino in difesa), per una funzione che gli conferisce meno sacralità (non gli consente di contentare appieno le sue esigenze di bomberissimo...) ma che sta rivelandosi molto più utile alla causa di quanto lo sarebbe stato il ruolo consueto di centravanti puro votato essenzialmente al gol. Anche perché a quello ci sta pensando diligentemente il croato M. Mandzukic, attaccante poliedrico dall'insospettata prolificità (già 8 reti in codesto torneo), che in questa prima metà di stagione ha garantito alla compagine bianconera segnature dal peso specifico non indifferente, facendo gonfiare le reti di squadre del calibro di Napoli, Inter, Lazio, Milan e Roma, rivelandosi per certi versi l'uomo in più della nuova Juve facente capo a CR7. Tuttavia anche in questo torneo il vero sovrintendente alla gloria bianconera risulta essere senz'altro il reparto difensivo, avente nei soliti Bonucci e Chiellini i baluardi, autentici anelli di congiunzione dei trionfi della Vecchia Signora dal 2012 ad oggi.

A. A. A. Rivali cercasi

Dando uno sguardo alle rivali della Juve, ci si rende conto di come, a parte il Napoli - l'unica squadra a non farsi risucchiare dal vortice provocato dal tornado bianconero - non vi sia una vera compagine in grado di...perlomeno fingere di ambire al Tricolore, con Inter, Lazio e Roma totalmente inadeguate a tenere un'andatura che sia consona a certi traguardi. Con i sentiti ringraziamenti di outsider di mestiere come Sampdoria, Atalanta e Sassuolo, pronte ad inserirsi nei vari ed eventuali pertugi che il torneo potrà loro offrire, con la speranza tutt'altro che vana di agganciarsi ai vagoni del treno europeo, stando attenti a non deragliare nella vanagloria, una sorta di spada di Damocle che in genere incombe sul capo di team poco blasonati ed avvezzi a transitare su certe latitudini. Ne sa qualcosa il Parma che, non appena s'è trovato a respirare l'aria rarefatta della zona UEFA, ha iniziato a boccheggiare, accusando i primi effetti nocivi dell'alta quota, colpevole, forse, di non essersi munito delle necessarie bombole contenenti l'ossigeno della saggezza, da cui nessuna compagine, specie una provinciale, che voglia perseguire certi obiettivi può prescindere.

Intanto, per quanto concerne la classifica marcatori, persiste nello dispensare pepite d'oro la rivelazione polacca del Genoa, K. Piatek (13 reti per lui), capocannoniere con +2 su C. Ronaldo, per un avvio spumeggiante che gli lascia prefigurare un futuro roseo nel circo della Serie A...Fra i marcatori imprevisti segnaliamo lo stagionato F. Caputo dell'Empoli, giunto a 9 reti, il redivivo A.Milik del Napoli ed il vecchietto terribile F. Quagliarella della Sampdoria, che a quasi 36 primavere sta regalandosi un campionato coi fiocchi. Quelli di Natale.

 

 

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